Due vicende fra loro collegate segnano un momento difficile per l’amministrazione del Comune di Rapallo, guidata dal centrodestra. Entrambe riguardano aspetti fondamentali della gestione pubblica: l’assegnazione delle concessioni demaniali marittime e la responsabilità per il rifacimento della diga foranea, ricostruita in passato con l’intervento del governo Conte I. Le sentenze emesse negli ultimi giorni aprono nuovi scenari e sollevano interrogativi sulla trasparenza e sull’operato dell’amministrazione locale.
Sentenza del tar liguria impone al comune procedure per concessioni demaniali marittime
Il 30 aprile 2025 il TAR Liguria ha emesso la sentenza n. 204 che condanna il Comune di Rapallo per la gestione delle concessioni demaniali nel porto turistico. Il tribunale ha richiamato l’ente ad applicare la precedente sentenza n. 590 del 2024, stabilendo la necessità di indire una procedura comparativa nel giro di 60 giorni per assegnare una concessione marittima ancora aperta. In caso di mancato rispetto di questo termine, il Comune sarà sostituito da un commissario ad acta, nominato dallo Stato e con spese a carico dello stesso Comune.
Il tribunale ha inoltre disposto che il Comune sostenga tutte le spese legali del procedimento. Questo intervento giudiziario fa luce su un disagio ormai noto in città, dove da tempo si evidenziano ritardi e mancanze nell’aggiornamento delle concessioni, creando un corto circuito che coinvolge operatori economici e utenti del porto. Le modalità con cui si sono effettuate queste assegnazioni erano al centro di molte critiche, non solo da parte degli oppositori politici, ma soprattutto di chi, nel settore, attendeva procedure più trasparenti e corrette.
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Le gare pubbliche come garanzia di trasparenza
L’ordine di indire una gara pubblica è uno strumento previsto per garantire concorrenza e regolarità nel conferimento delle concessioni, diritto fondamentale per la tutela del demanio marittimo. Le conseguenze dirette di questa sentenza potrebbero determinare un cambiamento nei meccanismi di gestione del porto di Rapallo.
Condanna dell’ex dirigente pentimalli per il crollo della diga e nuove indagini disposte
Parallelamente al pronunciamento del TAR, la giustizia penale ha condannato Alessandro Pentimalli, ex dirigente del Genio Civile, a due anni di reclusione per il crollo della diga del porto di Rapallo avvenuto dopo la mareggiata del 2018. Questo episodio ha provocato seri disagi nel territorio e aveva già sollevato dubbi sulla qualità del rifacimento dell’infrastruttura.
La sentenza ha stabilito che il crollo non è stato causato solo da eventi naturali ma anche da errori nella progettazione o nella supervisione lavori. Il giudice ha richiesto ulteriori indagini per ricostruire con precisione le responsabilità tecniche e amministrative che ne hanno impedito una maggiore resistenza. La diga era stata in parte ricostruita grazie a risorse stanziate durante il governo Conte I, ma la recente decisione giudiziaria lascia intendere che quei lavori non siano stati eseguiti secondo gli standard richiesti.
Manutenzione e controllo delle infrastrutture pubbliche
Questo processo attira l’attenzione sul controllo e la manutenzione delle infrastrutture pubbliche a Rapallo, al centro di un dibattito da anni. La responsabilità individuale di un ex dirigente fa emergere il ruolo centrale di chi gestisce e supervisiona opere pubbliche in zone sensibili come quelle costiere.
Movimento 5 stelle e il confronto pubblico sulla gestione del comune di rapallo
Il deputato M5S Roberto Traversi, già sottosegretario al MIT con il governo Conte 2, ha preso posizione sui due provvedimenti giudiziari sottolineando come da tempo il Movimento 5 Stelle denunci le carenze amministrative legate alla trasparenza e alla gestione delle concessioni demaniali nel Comune di Rapallo. Traversi ha richiamato la necessità di un confronto pubblico chiaro in Consiglio comunale per consentire alla cittadinanza di conoscere nei dettagli come si sia arrivati a questa situazione.
Le sue dichiarazioni riportano alla luce una questione che interessa da vicino la trasparenza degli enti locali, soprattutto quando si tratta di beni pubblici rilevanti come il porto. La richiesta di spiegazioni formali in Consiglio fa emergere la necessità di responsabilità politica diretta sulle questioni sollevate dai giudici, coinvolgendo sia l’operato tecnico che quello politico amministrativo.
Critica al comune e attese della comunità
Il Movimento 5 Stelle si colloca in posizione critica rispetto all’attuale amministrazione, puntando il dito sulle procedure seguite e sull’assenza di un controllo rigoroso che, nella vicenda della diga, ha portato a conseguenze giudiziarie pesanti. Adesso la palla passerà al Comune, chiamato a fornire risposte puntuali ad una comunità che segue da vicino il destino delle proprie infrastrutture e delle proprie risorse pubbliche.