Il progetto per il raddoppio ferroviario a Curno si blocca ancora. Dopo mesi di trattative, il confronto tra il Comune e Rete ferroviaria italiana non ha portato a un’intesa, soprattutto sulla questione del sottopasso in via Roma. L’amministrazione comunale ha deciso di proseguire con il ricorso al Tar di Brescia, respingendo le proposte arrivate dall’ente ferroviario. Questo standstill mantiene alta la tensione, mentre i lavori restano fermi e i cittadini attendono risposte chiare sul futuro della viabilità locale.
Lo scontro sul sottopasso in via roma davanti al municipio
La questione più controversa riguarda il passaggio a livello di via Roma, una zona cruciale proprio davanti al municipio di Curno. Rfi prevede di sopprimere il passaggio a livello, sostituendolo con un sottopasso pedonale. La proposta non è mai stata accettata dal Comune. Dopo un incontro nel febbraio 2024 con il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, si era aperta la possibilità di realizzare un sottopasso carrabile a carico di Rfi ma gestito dal Comune. In cambio, l’amministrazione avrebbe ritirato il ricorso al Tar.
Costi e garanzie richiesti dal comune
Il progetto del sottopasso carrabile viene stimato attorno ai 12 milioni di euro, una cifra che supera il doppio del bilancio comunale. Per questo Curno ha chiesto garanzie precise sia sul piano economico sia legale, coinvolgendo anche Provincia e Regione per una convenzione che regoli i contributi. Tuttavia queste assicurazioni non sono mai arrivate e il Comune ha rinunciato a quel possibile compromesso. Il rischio economico resta troppo elevato per una piccola amministrazione.
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Poi è arrivata una seconda proposta del Comune: mantenere il passaggio a livello e costruire invece una passerella pedonale sopraelevata. Anche questa alternativa è stata bocciata da Rfi, che non ha mai voluto rivedere la chiusura del passaggio a livello.
La battaglia in tribunale amministrativo continua senza cedimenti
Il 7 maggio 2025 si è tenuta a Brescia l’udienza del Tar per il ricorso presentato dal Comune contro il raddoppio ferroviario tra Bergamo e Ponte San Pietro. Nonostante i tentativi di dialogo, il Comune conferma il mancato accordo, sia con Rfi che con la Regione Lombardia. La nuova riunione del 5 maggio non ha modificato questa situazione di stallo.
Rinvii e attese per la decisione definitiva
Il Tar aveva già rinviato più volte la decisione sperando in una mediazione tra le parti – prima al 7 aprile, poi a novembre dello scorso anno, e infine a maggio. Ora l’amministrazione spinge perché il tribunale emetta una sentenza definitiva nel giro di un paio di mesi. La pronuncia sarà decisiva sul futuro urbanistico e infrastrutturale di via Roma e dell’intero paese.
Il tavolo tecnico per cercare di sbloccare i lavori
Pur nel clima teso della disputa, il Comune ribadisce la propria apertura a dialogare con Rfi per il resto del progetto, soprattutto per quanto riguarda il sottopasso di via Fermi. Qui si sono già avuti progressi con alcune modifiche proposte dall’amministrazione accolte dall’ente ferroviario.
Lunedì 5 maggio si è anche discusso della creazione di un tavolo tecnico con tutti gli enti coinvolti nei sottoservizi. L’obiettivo è risolvere i problemi che hanno bloccato l’avvio del cantiere, previsto mesi fa ma mai partito davvero. Il sindaco Andrea Saccogna ha spiegato che l’amministrazione ha accettato questa proposta, con l’aspettativa di ottenere al più presto un cronoprogramma chiaro e dettagliato per i lavori.
Crescente malumore tra i cittadini di curno per i ritardi e le incertezze
I ritardi sul cantiere pesano sull’umore della comunità. Il progetto che avrebbe dovuto migliorare il passaggio ferroviario interessa una delle vie più trafficate di Curno e rallenta la viabilità quotidiana. L’amministrazione ha voluto informare direttamente i cittadini organizzando un’assemblea pubblica per il 21 maggio 2025 alle 20,45 presso l’auditorium De André di via IV Novembre.
Durante l’incontro saranno illustrate le novità sul progetto e il punto della situazione sul ricorso al Tar, rispondendo alle domande e ai timori dei residenti. Questa iniziativa arriva in un momento in cui la partecipazione della comunità può diventare fattore decisivo per le prossime mosse sull’opera ferroviaria. Rimane da vedere se le trattative potranno riaprirsi o se la decisione del tribunale bloccherà ogni possibile intesa.