A genova, nel quartiere di sestri ponente, si sono svolte questa mattina le cerimonie per ricordare l’81° anniversario della deportazione nazifascista di 1500 operai genovesi. L’evento, avvenuto il 16 giugno 1944, rappresenta una pagina dolorosa della storia cittadina e nazionale che è stata rievocata con momenti di riflessione e interventi ufficiali. Alla commemorazione hanno partecipato autorità civili e militari, insieme a rappresentanti delle istituzioni e cittadini, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria.
Il significato della commemorazione a genova sestri ponente
Il 16 giugno 1944, 1500 operai di genova furono deportati dalle fabbriche della città in seguito all’azione congiunta delle forze naziste e fasciste. Questi lavoratori facevano parte di quel movimento operaio che oppose resistenza attiva al regime, con scioperi e sabotaggi contro le fabbriche d’armamento naziste. Genova, per il suo ruolo nella Resistenza, ha pagato un prezzo alto: molti deportati non tornarono più dai campi di concentramento, in particolare da Mauthausen, simbolo della brutale repressione.
La commemorazione come ricordo e lotta
La cerimonia di oggi ha voluto sottolineare il legame diretto tra quella tragica deportazione e la lotta per la libertà e la democrazia che quegli operai rappresentavano. Il ricordo delle sofferenze subite, ma anche della determinazione di chi ha resistito, è servito a ribadire l’importanza di mantenere vivo questo capitolo della storia cittadina e nazionale.
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Svolgimento della cerimonia e interventi istituzionali
Gli eventi sono iniziati con la santa messa nella basilica di nostra signora assunta a sestri ponente, luogo simbolico scelto per la sua vicinanza alle fabbriche e ai quartieri popolari di quegli anni. Successivamente, la commemorazione è proseguita con la deposizione di corone nell’atrio di palazzo fieschi, un momento di raccoglimento e omaggio ai deportati.
Tra gli interventi, Giacomo Ronzitti, presidente dell’istituto ligure per la storia della resistenza e dell’età contemporanea , ha ricordato l’importanza di conservare le testimonianze di quel periodo. Francesco Quaglia, presidente dell’associazione 16 giugno 1944, ha rimarcato il ruolo chiave degli operai nella lotta partigiana e nelle azioni di sabotaggio contro le forze nazi-fasciste.
Sono intervenuti anche rappresentanti istituzionali del territorio: Fabio Ceraudo, presidente del municipio VI medio ponente, Stefano Damonte, consigliere della città metropolitana di genova, Katia Piccardo, consigliera della regione liguria, e Alessandro Terrile, vicesindaco di genova, che ha portato il saluto della sindaca e della giunta comunale.
Intervento del vicesindaco di genova
Alessandro Terrile ha preso la parola per sottolineare il valore storico e civile della commemorazione. Ha ricordato come il rastrellamento degli operai genovesi fosse frutto della stretta collaborazione tra le truppe naziste e le forze fasciste della repubblica di salò, in particolare sotto la direzione del prefetto Carlo Emanuele Basile.
Terrile ha rimarcato che quella deportazione non fu un episodio isolato, ma parte di un percorso di repressione contro un movimento operaio che animava la resistenza in italia. Ha citato anche il famoso episodio del 1960, quando importanti manifestazioni antifasciste impedirono a genova l’organizzazione di un congresso del movimento sociale italiano, collegando così idealmente le guerre di ieri alla vigilanza democratica di oggi.
Il discorso ha rimarcato l’obbligo morale di combattere ogni forma di fascismo e neofascismo, partendo dall’esempio di sacrificio di chi non fece più ritorno dai campi di sterminio.
La chiusura della cerimonia con l’orazione commemorativa
La cerimonia si è conclusa con l’orazione commemorativa tenuta da Marco Pluviano, membro del comitato scientifico dell’ILSREC. Il testo, scritto con Irene Guerrini, ha offerto un racconto approfondito sulla deportazione e sulla realtà vissuta dagli operai genovesi nei campi di concentramento.
Alla commemorazione erano presenti anche il procuratore generale di genova Enrico Zucca, consiglieri comunali e municipali, insieme a numerosi parenti dei deportati e cittadini che hanno voluto onorare la memoria di quel tragico evento. Le celebrazioni sono state un momento di raccoglimento condiviso, che ha ribadito la necessità di ricordare in modo preciso e rispettoso questa pagina di storia genovese.