Comitati per il mare libero a napoli impegnati nella pulizia della spiaggia delle monache dopo il primo maggio

Comitati per il mare libero a napoli impegnati nella pulizia della spiaggia delle monache dopo il primo maggio

La spiaggia delle monache a Napoli presa d’assalto il primo maggio, con rifiuti abbandonati e intervento dei comitati per il mare libero che hanno coinvolto i bagnanti nella pulizia e chiesto maggiore accesso alle coste pubbliche.
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La spiaggia delle Monache a Napoli è stata invasa da visitatori il primo maggio, causando un accumulo di rifiuti. I comitati per il mare libero hanno organizzato una pulizia collettiva per sensibilizzare sulla gestione delle spiagge pubbliche e chiedere maggiori spazi gratuiti e accessibili lungo la costa. - Gaeta.it

La spiaggia delle monache a Napoli è stata presa d’assalto durante la giornata del primo maggio da centinaia di persone. Questo ha portato a un accumulo di rifiuti visibile nelle immagini diffuse sui social, che hanno subito attirato l’attenzione. I comitati per il mare libero sono intervenuti ieri pomeriggio per pulire l’arenile, coinvolgendo gli stessi bagnanti nell’operazione di raccolta dei rifiuti. L’iniziativa punta a denunciare alcune criticità legate alla gestione delle spiagge libere in città e a sensibilizzare su diritti d’accesso al mare.

L’assalto alla spiaggia delle monache e l’emergenza rifiuti

Il primo maggio, la spiaggia delle monache, uno dei pochi tratti di costa pubblica accessibile gratuitamente a Napoli, è stata occupata da numerose persone in cerca di svago e relax. Le immagini postate sulle piattaforme social mostrano cumuli di rifiuti abbandonati, tra cui bottiglie, confezioni e altri rifiuti di vario genere, lasciati sull’arenile. L’accumulo disordinato di spazzatura ha reso evidente la mancanza di una pulizia costante e adeguata. Questi scatti hanno creato una forte reazione nella comunità locale, spingendo gruppi di cittadini e comitati ambientalisti ad attivarsi.

L’afflusso a queste zone libere si spiega con la scarsità di spazi gratuiti lungo la costa, che costringe molte persone a concentrare le proprie presenze negli stessi luoghi, sovraccaricandoli. Questa situazione genera problemi sia di tenuta ambientale sia di decoro urbano, con rifiuti dispersi o raccolti in modo superficiale. La spiaggia delle monache rappresenta un luogo simbolo di accesso al mare per chi non può permettersi lidi privati, e proprio per questo il suo stato è molto seguito da residenti e associazioni.

L’intervento dei comitati per il mare libero e il coinvolgimento dei bagnanti

Nel pomeriggio successivo al primo maggio, i comitati che si battono per il diritto al mare libero, hanno organizzato una giornata di pulizia della spiaggia delle monache. Mario Avoletto, uno dei promotori dell’iniziativa, ha parlato con l’agenzia Ansa spiegando che la campagna ha incluso la distribuzione di volantini informativi per coinvolgere le persone presenti. Questi ultimi, dotati di sacchetti per la raccolta dei rifiuti, hanno partecipato attivamente alla pulizia prima di lasciare l’arenile.

L’iniziativa ha riscosso adesioni da parte di giovani e famiglie, segnale che la comunità mostra interesse a mantenere fruibili le spiagge pubbliche. In qualche modo, questa mobilitazione vuole spingere a una maggiore responsabilità collettiva e sollecitare le istituzioni a garantire un ambiente più curato e accessibile. La pratica del coinvolgimento diretto dei bagnanti può contribuire a migliorare la gestione dei rifiuti, ma resta chiaro che serve un impegno più strutturato da parte delle autorità.

Responsabilità nella gestione delle spiagge pubbliche e apertura delle coste

Mario Avoletto ha puntualizzato che la pulizia delle spiagge pubbliche dovrebbe essere affidata alle autorità competenti, in questo caso il Comune di Napoli e la Capitaneria di Porto. Secondo gli accordi esistenti, questo compito dovrebbe ricadere soprattutto sui concessionari dei lidi privati che si trovano nelle zone adiacenti. L’attivista ritiene che i gestori privati potrebbero avere interesse a mantenere le spiagge libere in uno stato tale da giustificare chiusure e limitazioni.

In città la maggior parte delle coste è occupata da stabilimenti balneari a pagamento, riducendo notevolmente gli spazi fruibili gratuitamente. Questa realtà costringe chi non può o non vuole pagare l’accesso ai lidi a concentrarsi sulle poche spiagge rimaste libere, spesso piccole e sovraffollate. Per rispondere a questa situazione, i comitati chiedono una maggiore apertura delle coste pubbliche. Vorrebbero che venissero garantiti i diritti d’accesso al mare, prevedendo in modo effettivo punti di ingresso lungo tutta la linea costiera, comprese le discese o varchi che oggi appaiono privatizzati.

Appello per un allargamento delle spiagge gratuite a napoli

L’appello è per un allargamento della disponibilità di spiagge gratuite a Napoli che rispetti le normative vigenti. Si chiede che gli spazi per il mare non siano limitati dall’incuria o da concessioni eccessive, ma rimangano a disposizione di tutti, nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza di chi li frequenta. Una mobilitazione che, dopo il primo maggio, ha acceso un dibattito sui diritti di accesso al mare e sull’attenzione da dedicare alla cura di questi spazi pubblici.

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