L’attacco ucraino che ha colpito duramente le basi aeree russe lontano dal confine ha scatenato un clima di tensione e incertezza sul possibile riscontro da parte del Cremlino. Nonostante sia trascorso del tempo, Mosca mantiene un profilo basso nelle dichiarazioni ufficiali, limitandosi ad annunciare un’indagine formale sui bombardamenti. Dietro le quinte, però, l’atmosfera sui media russi mostra segnali diversi, con richieste di ritorsione che vanno ben oltre le normali reazioni militari.
La linea ufficiale del cremlino dopo l’attacco ucraino
Dalle prime ore successive all’attacco aereo ucraino, il governo russo ha scelto la calma apparente, evitando dichiarazioni forti. Il portavoce del Cremlino ha confermato che è in corso un’indagine formale sulle distruzioni causate nelle basi aeree situate a migliaia di chilometri dal territorio ucraino. Questo atteggiamento prudente sembra volere evitare di alimentare immediatamente un’escalation militare incontrollata.
Va considerato che la situazione è delicata anche per la posizione internazionale della Russia, stretta fra la necessità di mantenere un’immagine di forza e il rischio di reazioni internazionali sfavorevoli. Non si registra al momento nessun commento diretto da parte di Vladimir Putin, ma la tensione si percepisce soprattutto nei canali meno ufficiali, come i media vicini al Cremlino e i social network dove si agitano opinioni di supporto duro.
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Richieste di vendetta nei media russi
Nei giorni successivi all’attacco, alcuni opinionisti e blogger di orientamento filorusso hanno diffuso messaggi di rabbia e vendetta. Su diversi siti e piattaforme, si sono ascoltate richieste esplicite di risposte dure, persino di ritorsioni nucleari contro l’Ucraina. Vladimir Solovyov, volto noto della propaganda russa, ha evocato la possibilità di un raid diretto contro il palazzo presidenziale di Kiev.
Questi discorsi sono apparsi ripetitivi in passato, ma oggi acquistano una nuova eco dopo l’entità dell’attacco subito dalla flotta aerea russa. Secondo l’analisi della Cnn, è sbagliato considerare solo propaganda le minacce sul possibile uso di armi nucleari, anche se al momento i fattori che frenano un ordine in tal senso sono molteplici, inclusa la posizione di paesi amici come la Cina e l’India, che potrebbero non accogliere favorevolmente una simile escalation.
La dottrina militare nucleare e il rischio di una risposta devastante
Il danno provocato dall’attacco ucraino non riguarda solo l’aspetto militare immediato, ma può influenzare la strategia nucleare russa. Il Cremlino infatti aggiorna le proprie norme di risposta includendo, nella sua dottrina, la facoltà di rispondere con un primo colpo se vengono colpite “infrastrutture critiche” che compromettono la capacità di reazione delle forze nucleari.
La distruzione di un numero importante di bombardieri strategici rientra in questa categoria, e potrebbe quindi aprire la porta a una risposta con armi di distruzione di massa, secondo alcuni analisti russi. Questo rappresenta un punto di allarme per la comunità internazionale, che monitora con attenzione ogni segnale proveniente da Mosca. Secondo Solovyov, l’attacco ucraino innesca una minaccia reale e concreta, che rende inevitabile un contrattacco pesante.
Possibili scenari di risposta russa
Nel frattempo, esperti come l’ex vice ministro dell’Energia Vladimir Milov – che vive all’estero – smorzano i timori di un immediato uso di armi nucleari, pur riconoscendo che Mosca probabilmente sceglierà di rispondere con raid aerei e attacchi missilistici intensi. Milov sottolinea che Putin ha mostrato in passato la volontà di infliggere colpi duri e di vendetta, facendo uso di attacchi indiscriminati contro aree civili.
I messaggi dei blogger russi seguono questa linea, chiedendo che vengano usate tutte le risorse a disposizione, senza riguardo per le conseguenze umanitarie. Il blog “Due maggiori“, con oltre un milione di follower, ha scritto che l’attacco ucraino è un pretesto per lanciare un raid nucleare, facendo riferimento alla famosa immagine del fungo atomico. Aleksandr Kots, altro influente commentatore, ha chiesto un intervento ritorsivo potente da parte di Mosca, che non guardi in faccia nessuno.
Il rischio che la rabbia crescente si traduca in atti concreti rimane una preoccupazione aperta, e le prossime mosse del Cremlino saranno attentamente osservate dal mondo intero. La distanza temporale e geografica non attenua la gravità dell’attacco subito, né la probabilità di un’escalation militare con conseguenze drammatiche.