La maturità 2025 si avvicina e molti studenti italiani sentono salire la tensione. Per chi non ha ancora trovato un metodo di studio adatto, organizzare bene i giorni prima degli esami può fare la differenza. Una guida pratica per pianificare le sessioni di ripasso aiuta a centrare gli obiettivi e ad affrontare le prove con più sicurezza.
Definire i tempi giusti per il ripasso: quanto serve prima della maturità
Ogni studente ha un ritmo diverso, ma generalmente è utile dedicare almeno una settimana completa al ripasso finale. Questo periodo consente di ripassare ogni materia con calma, senza dover correre o lasciare parti incomplete. All’inizio è importante non saltare argomenti e partire dalle basi, anche se sembra di non ricordare nulla. Soprattutto nei primi giorni, l’obiettivo è rivedere il programma nella sua interezza, in modo chiaro e senza fretta.
Questa fase aiuta a individuare i punti più deboli, che vanno rinforzati con tranquillità. Avere il tempo di sistemare queste lacune evita di arrivare impreparati al giorno dell’esame. Negli ultimi giorni, invece, non conviene iniziare nuovi argomenti o approfondimenti troppo complessi. Meglio ripetere quello che si conosce già per fissare le informazioni e ridurre il rischio di scordarle.
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Le quattro fasi del ripasso efficace prima dell’esame di maturità
Il ripasso va suddiviso in momenti diversi. Nei primi giorni, cercare di riassorbire tutto il programma da zero. Non spaventarsi se gli argomenti non tornano subito alla mente. Questa parte serve a rinfrescare le conoscenze e a riconoscere gli argomenti più difficili. Successivamente si passa a un metodo più attivo, usando ad esempio dei post-it con gli argomenti su cui concentrarsi di più.
Estrarre a caso un post-it e spiegare l’argomento aiuta a simulare le domande dell’esame, che non saranno mai in ordine ma centrate su specifici temi. La terza fase consiste in una nuova lettura generale, integrando i punti che sono venuti meglio e riempiendo le lacune residue. A questo punto, lo studente dovrebbe leggere più velocemente e sentirsi più sicuro.
L’ultima fase, poco prima dell’esame, richiede solo una lettura leggera e senza stress. È il momento di fissare i contenuti senza affaticare la mente. Non si deve imparare nulla di nuovo ma solo consolidare quello che si è già memorizzato. Questo evita sovraccarichi e favorisce la calma.
Tecniche di studio consigliate per mantenere concentrazione e memoria
Tra i metodi indicati per gestire le ore di studio c’è la tecnica del pomodoro, che prevede sessioni da 25 minuti seguite da piccole pause di 5 minuti. Questo ritmo evita di stancarsi subito e mantiene alta la concentrazione. Aiuta a non disperdere le energie e rende più produttive anche giornate lunghe di ripasso.
Per memorizzare argomenti complessi, è utile associare le informazioni a immagini o storie già note. Creare collegamenti con cose familiari facilita il ricordo e unisce i concetti in modo che restino impressi più a lungo. Questo sistema supera la semplice lettura ripetuta, spesso poco efficace.
Quando si studia da soli, si ha più tempo per concentrarsi sulle proprie difficoltà. Invece, ripetere in gruppo favorisce confronto, scambio di domande e chiarimenti su parti del programma più ostiche. Nei giorni finali, incontri con compagni possono essere decisivi per migliorare il rendimento, aiutando a capire i propri limiti e rafforzare gli argomenti chiave.
Cosa fare il giorno dell’esame per arrivare preparati senza stress
Il mattino della prova è meglio limitare il ripasso a un veloce riepilogo. Meglio evitare lunghe sessioni che rischiano di aumentare l’ansia. Poco più di mezz’ora, concentrandosi sulle informazioni più importanti, può essere sufficiente a rinfrescare la memoria.
Dopo questo breve ripasso conviene distendersi e dedicare tempo a calmare la mente. Prepararsi mentalmente è fondamentale per mantenere lucidità durante l’esame. Con lo stato d’animo più sereno, le risposte arriveranno più facilmente, rendendo tutto il percorso compiuto più efficace.