come l’eruzione dell’ignimbrite campana ha modellato il territorio dei campi flegrei e la campania

come l’eruzione dell’ignimbrite campana ha modellato il territorio dei campi flegrei e la campania

L’eruzione dell’Ignimbrite Campana di 39 mila anni fa ha trasformato il paesaggio dei Campi Flegrei in Campania, influenzando la morfologia, l’attività umana e lo sfruttamento del tufo nelle cave a fossa.
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L’eruzione dell’Ignimbrite Campana, avvenuta circa 39 mila anni fa, ha profondamente trasformato il paesaggio e la morfologia della Campania, influenzando sia l’ambiente naturale dei Campi Flegrei sia l’attività umana legata all’estrazione del tufo. - Gaeta.it

L’eruzione dell’Ignimbrite Campana ha cambiato profondamente il paesaggio della Campania, lasciando tracce visibili ancora oggi nei Campi Flegrei. Questo evento, risalente a circa 39 mila anni fa, ha inciso non solo sulla morfologia naturale, ma ha anche influenzato l’attività umana nel territorio, soprattutto attraverso l’estrazione del tufo. Scoprire come si è formato questo ambiente geologico aiuta a comprendere bene l’evoluzione del paesaggio campano e le sue caratteristiche fisiche attuali.

Lo sfruttamento del tufo e le trasformazioni del territorio campano

Gran parte della Campania ha subito modifiche rilevanti a causa dell’attività umana, specialmente durante il secolo scorso. Il territorio è stato sfruttato ampiamente per ricavare materiali da costruzione, in particolare il tufo, molto apprezzato per la sua lavorabilità e caratteristiche tecniche. Questo ha comportato l’apertura di numerose cave a fossa, cioè grandi cavità scavate a cielo aperto, oltre a pozzi sotterranei e gallerie. Tali pratiche hanno modificato il profilo del suolo e creato nuove conformazioni nel sottosuolo, mentre gli spazi aperti creati dalle cave sono diventati elementi distintivi del paesaggio locale. Il tufo veniva estratto da profondità contenute, rendendo possibile l’accesso a materie prime di buona qualità senza la necessità di tecniche particolarmente complesse. Questi lavori estrattivi hanno influenzato la morfologia del territorio ma anche la storia economica e sociale della Campania. A prima vista potrebbe sembrare un dettaglio secondario, ma è invece collegato alle caratteristiche vulcaniche che hanno generato la formazione di questa pietra vulcanica in tutta la zona dei Campi Flegrei.

La struttura vulcanica dei campi flegrei e le sue origini

I Campi Flegrei rappresentano un sistema vulcanico complesso, situato al centro della piana campana. La struttura si presenta come una vasta caldera nata dalla sovrapposizione di almeno due distinti collassi: il primo è il più grande e risale all’eruzione dell’Ignimbrite Campana, mentre il secondo si colloca nell’area sud-occidentale della caldera originaria, associato all’eruzione del Tufo Giallo Napoletano. Negli ultimi 39 mila anni la zona ha visto l’attività di oltre settanta centri eruttivi diversi, che hanno contribuito a costruire questa configurazione geologica. Le rocce derivanti dall’Ignimbrite Campana, spesso chiamate anche Tufo Grigio Campano, si trovano in tutta la piana con spessori tra 30 e 50 metri in vari punti. Questi depositi sono il risultato di flussi piroclastici, correnti di materiali incandescenti che hanno raggiunto velocità elevate ed hanno coperto vaste distanze durante l’eruzione.

L’impatto dell’eruzione dell’ignimbrite campana sulla morfologia del paesaggio

L’eruzione identificata come Ignimbrite Campana è stata uno degli eventi vulcanici più violenti della zona. Circa 39 mila anni fa, una massa enorme di materiale piroclastico ha investito il territorio con una forza devastante, modificando radicalmente il profilo altimetrico locale. Le superfici si sono innalzate anche di 50 metri, creando una nuova piattaforma naturale su cui alla fine si sono potute stabilire nuove comunità. L’intensità e l’estensione di questa eruzione superano di gran lunga quella del famoso evento del Vesuvio nel 79 d.C., che pure ha marcato profondamente la storia della regione. Se si osserva la distribuzione e gli spessori degli strati di tufo, diventa chiaro come una tale quantità di materiale abbia cambiato per sempre la conformazione del territorio, trasformando la piana campana da un punto di vista geologico e paesaggistico.

Le cave a fossa e la stratigrafia del tufo campano

Le cave a fossa rappresentano una tipologia caratteristica dell’estrazione del tufo nel territorio campano. Si tratta di profonde depressioni aperte nella pianura dove sono stati rimossi grandi volumi di materiale tufaceo. Queste cave espongono sezioni stratigrafiche utili a capire meglio lo spessore e la composizione delle diverse formazioni vulcaniche depositate nei millenni. Osservando i profili verticali di una cava si vede come si alternano strati di materiali piroclastici che risalgono a eruzioni diverse, con caratteristiche fisiche e colori variabili. Questi scavi consentono agli studiosi di analizzare in dettaglio le sequenze geologiche e di datare con precisione alcuni degli eventi vulcanici più importanti della regione. Oltre al valore scientifico, queste aree hanno avuto un ruolo fondamentale per l’economia locale, fornendo materiali da costruzione che hanno accompagnato la crescita urbanistica delle città campane.

L’eruzione dell’Ignimbrite Campana resta un punto di riferimento essenziale per comprendere tutta la complessità geologica e storica dei Campi Flegrei. I segni impressi dal flusso piroclastico sono tuttora visibili nel rilievo del territorio e hanno influenzato sia l’ambiente naturale che l’attività umana in Campania.

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