Negli ultimi giorni Los Angeles è stata teatro di proteste che vedono coinvolta la comunità ispanica e riflettono tensioni profonde attorno alle politiche sull’immigrazione. I democratici, di fronte a una sfida legata alla crescente polarizzazione, cercano modi per evitare di cadere nella trappola ideata dal movimento Maga, che punta a sfruttare il malcontento per i propri scopi politici. Il giornalista Gustavo Arellano, editorialista del Los Angeles Times, ha descritto con chiarezza le dinamiche in corso e il rapporto tra la leadership locale e questo segmento di popolazione.
Le proteste a los angeles e la strategia di trump
Le manifestazioni che animano Los Angeles, soprattutto nei pressi della prigione dove l’Ice tiene i detenuti, hanno visto partecipanti che, secondo Arellano, sono per la maggioranza pacifici. Il giornalista ricorda che il 99% delle proteste non degenerano in violenza, nonostante le immagini di scontri e atti vandalici che appaiono sui media nazionali. In effetti, molte tensioni nascono dall’approccio aggressivo e repressivo dell’agenzia federale Ice, che ha intensificato i controlli nei supermercati e nelle scuole, generando rabbia soprattutto nella comunità latina.
La reazione della comunità ispanica
Sono proprio queste misure a far scattare la reazione collettiva, dove la protesta ha un carattere principalmente civile e mira a bloccare l’interferenza federale nelle politiche locali. Allo stesso tempo, Donald Trump non perde occasione per etichettare i manifestanti come criminali, alimentando il clima di scontro e giustificando la mobilitazione di migliaia di soldati della Guardia nazionale e marines con l’obiettivo di “liberare” la città. Arellano ha messo in guardia democratici e cittadini invitandoli a evitare risposte violente, che finirebbero per avallare la narrazione trumpiana e provocare conseguenze ancora più dure.
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La comunità ispanica e la risposta politica di gavin newsom
La relazione tra la comunità ispanica della California e il governatore democratico Gavin Newsom appare complicata. Molti latinos riconoscono l’impegno del politico nel contestare le politiche sovraniste di Trump, ma allo stesso tempo criticano alcune decisioni passate che hanno dimostrato una distanza rispetto alle esigenze degli immigrati senza documenti. Per esempio, alcune leggi a favore di questa parte della popolazione erano state bloccate da un suo veto.
Le critiche interne al governo democratico
Arellano nota come Newsom sia diventato in queste settimane il volto della resistenza anti-Maga, anche se lo storico dialogo con l’ala più conservatrice del potere ha messo in dubbio la sua autentica adesione al fronte progressista. La partecipazione di esponenti dell’alt-right, come Steve Bannon, al podcast del governatore ha sollevato sospetti e polemiche nell’ambito della comunità ispanica, che gli rimprovera una certa leggerezza nel gestire temi delicati come la legittimità delle ultime elezioni. La rabbia diffusa a Los Angeles nasce anche da questa frattura interna, che contribuisce a una certa sfiducia verso le istituzioni democratiche.
La svolta dei latinos verso il partito repubblicano e il ruolo dell’immigrazione
Un elemento chiave per comprendere l’attuale clima politico è il crescente sostegno di una parte della comunità latina al Partito repubblicano. Nel 2024, Trump ha ottenuto circa il 47% dei voti tra gli uomini latinos, una crescita significativa rispetto agli anni precedenti. Arellano racconta di molti elettori che oggi si dicono pentiti, ma sottolinea quanto sia prematuro tirare conclusioni precise su dove questa tendenza porterà nelle prossime elezioni.
Il tema centrale dell’immigrazione
Il punto centrale per i latinos resta la gestione dell’immigrazione, tema su cui i repubblicani mantengono una maggiore credibilità agli occhi di un cospicuo segmento della popolazione. Il messaggio trumpiano, improntato sulla difesa della sicurezza nazionale e sulla necessità di fermare “l’invasione” dei migranti, ha trovato terreno fertile. Al contrario, la risposta dei democratici è stata spesso considerata insufficiente e poco incisiva nel contrastare le idee nazionaliste che ancora attraversano la società americana, suscitando paure radicate.
Come i democratici possono affrontare la situazione a los angeles
Il suggerimento di Arellano ai democratici e ai manifestanti è chiaro: serve un approccio diverso, fatto di organizzazione e unità. La città, che ha sempre mostrato una capacità autonoma di gestione, deve canalizzare la rabbia in azioni concrete ma non violente, per costruire una difesa solida senza fornire al nemico l’alibi per un intervento militare. Occorre mantenere alta la mobilitazione civile e organizzarsi attorno a piani realistici che uniscano diverse componenti sociali senza ricorrere a gesti che alimenterebbero lo scontro diretto.
Le proteste infatti sono anche un segnale politico che potrebbe spingere a un cambiamento più ampio nel modo in cui la California e i democratici stessi affrontano temi come l’immigrazione, la giustizia sociale e le disuguaglianze. La capacità di mantenere il controllo sociale e politico senza cadere in provocazioni resta una sfida decisiva nei prossimi mesi, con Los Angeles che rimane sotto i riflettori nazionali e internazionali.