Le scelte pensionistiche influenzano in modo importante il reddito netto dei lavoratori prossimi alla pensione. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha analizzato quanto un lavoratore con 62 anni e un reddito annuo netto di circa 40mila euro possa guadagnare scegliendo fra diverse forme di flessibilità pensionistica, come quota 103 o le opzioni ordinarie. Le cifre variano notevolmente a seconda dell’età e delle modalità di adesione, con margini di guadagno che si riducono avvicinandosi alla pensione.
Il caso di un lavoratore di 62 anni: premi e riduzioni in base all’età scelta
Nel caso esaminato dal bilancio parlamentare, si considera un lavoratore che, a 62 anni, decide di sfruttare le nuove forme di flessibilità pensionistica a disposizione. Con un reddito annuo stimato intorno ai 40mila euro, il guadagno netto iniziale ottenibile con la pensione anticipata è di circa 6.876 euro all’anno. Questo importo è destinato a calare gradualmente se il lavoratore posticipa la pensione. Per esempio, chi va in pensione a 66 anni riduce il vantaggio netto a 1.445 euro annuali. In questo calcolo si assume che il reddito aumenti negli anni imminenti alla pensione, seguendo un trend di crescita salariale normale.
I numeri chiariscono che l’incentivo economico dato dalla pensione anticipata perde efficacia con l’avvicinarsi alla pensione di vecchiaia. Il vantaggio iniziale si genera proprio in chi accetta di lasciare il lavoro subito, mentre chi ritarda mantiene un guadagno ridotto e molto più vicino a quello della pensione ordinaria.
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Quando il reddito resta costante: l’impatto sul guadagno netto
Se invece il reddito della persona resta stabile fino al momento in cui si va in pensione, i guadagni ottenuti con le forme di flessibilità pensionistica risultano un po’ più bassi. In altre parole, senza l’effetto di aumenti salariali nel tempo, i vantaggi economici si riducono ulteriormente. Il calo riguarda sia il premio iniziale che la sua progressiva diminuzione avvicinandosi ai 66 anni.
Questa considerazione può essere decisiva per chi ha un’attività con paghe fisse o con prospettive limitate di crescita retributiva. Resta inteso che in ogni situazione il netto ottenibile segue comunque la stessa tendenza generale, cioè scende al crescere dell’età della pensione.
Adesione all’incentivo a 62 anni o più vicini alla pensione: una valutazione economica precisa
Per i lavoratori che decidono di aderire all’incentivo pensionistico appena raggiunti i 62 anni, il valore del vantaggio netto raggiunge i 6.433 euro. Se invece la scelta avviene successivamente, quando manca un anno alla pensione di vecchiaia, la cifra scende a 1.287 euro. Questo indica chiaramente come la tempestività nel ricorrere alle opzioni anticipate modifichi la convenienza economica dell’operazione.
Queste cifre, seppure non enormi in assoluto, rappresentano un’importante componente nella pianificazione finanziaria di chi si appresta a lasciare il lavoro. L’analisi suggerisce che un anticipo di pochi anni nella pensione può portare a una differenza significativa nel reddito netto disponibile.
Dati e rilevanze
I dati dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio contribuiscono a definire con precisione quanto il momento della pensione incidere sul reddito, fornendo un quadro oggettivo per i lavoratori attorno ai 60 anni. Si porrà attenzione alle forme normative e ai calcoli retributivi che cambiano in modo netto con il passare del tempo.