Coldiretti Pescara si fa portavoce delle istanze degli agricoltori locali in un periodo critico. Con la stagione irrigua che si avvia verso la conclusione, fissata per il 15 ottobre, l’organizzazione agricola rilancia la propria richiesta al Consorzio di Bonifica Centro. Si richiede la continuazione della fornitura d’acqua ai soci, vista l’eccezionalità delle condizioni climatiche che stanno caratterizzando questo inizio di autunno, letteralmente opprimente.
Le ragioni dell’appello: caldo e siccità
La richiesta di Coldiretti non si basa solo su un sentire soggettivo, ma su una realtà oggettiva: il caldo straordinario e la prolongata siccità dei mesi precedenti. Questi fattori hanno reso il bisogno di acqua per le coltivazioni più pressante, evidenziando le criticità imposte dai cambiamenti climatici, che colpiscono in maniera marcata il settore agricolo. Negli ultimi anni, infatti, i cambiamenti climatici hanno mostrato un fortissimo impatto sulle produzioni locali, costringendo gli agricoltori a fronteggiare condizioni avverse e sempre più difficili.
Coldiretti sottolinea che l’attuale stagione agraria ha visto gli agricoltori della provincia di Chieti e Pescara confrontarsi con sfide senza precedenti, le quali necessitano di risposte concrete. “In considerazione delle note difficoltà riscontrate,” afferma l’organizzazione, “è indispensabile un segnale forte dalla nuova governance del Consorzio di Bonifica.” La proroga di un paio di settimane potrebbe rappresentare una “boccata di ossigeno,” non solo per le coltivazioni ma anche per il morale degli agricoltori, già provati da questo periodo di crisi.
Un problema di gestione delle risorse idriche
Oltre alla richiesta di proroga, Coldiretti porta alla luce una questione di sostenibilità della risorsa idrica, sottolineando come le infrastrutture per l’irrigazione siano spesso obsolete e inadeguate. Questo stato di cose porta a una dispersione notevole dell’acqua, aggravando la già difficile situazione di chi lavora nei campi. Agricoltori che, tra l’altro, continuano a pagare per un servizio che, nei fatti, risulta inefficiente.
Ecco che emerge la necessità di una pianificazione a lungo termine, per affrontare non solo il problema immediato della fornitura d’acqua, ma anche riformare e migliorare quelle strutture che oggi non riescono più a garantire un utilizzo adeguato delle risorse idriche. Una ristrutturazione che non può più essere rimandata, vista la crescente tendenza verso la desertificazione, un fenomeno che in Abruzzo sta diventando sempre più grave.
Richiesta di stato di calamità per la siccità
In aggiunta, Coldiretti sta portando avanti una richiesta alla Regione Abruzzo per l’attivazione delle procedure necessarie al riconoscimento dello stato di calamità naturale dovuto alla siccità prevista per l’anno 2024. Questo provvedimento, l’organizzazione agricola è convinta che possa costituire un primo passo verso il risarcimento dei danni subiti. Danni che sono consistenti, a quanto pare, finora, soprattutto per quanto riguarda le coltivazioni di foraggere, vigneti e oliveti. In alcune zone, le perdite hanno superato persino il 50%, rendendo cruciale una risposta celere da parte delle autorità competenti.
Coldiretti non si limita a rilevare le difficoltà, ma esorta le istituzioni locali a prendere provvedimenti concreti, affinché la situazione degli agricoltori non diventi insostenibile. Le aspettative degli agricoltori sono alte, e la pronta risposta della Regione Abruzzo risulterebbe fondamentale per ripristinare la fiducia e il sostegno a un settore vitale per l’economia locale.