Club culture movement a pesaro: mostra e viaggio nella storia del clubbing underground e queer marchigiano

Club culture movement a pesaro: mostra e viaggio nella storia del clubbing underground e queer marchigiano

Pesaro ospita la mostra “Club Culture Movement” a Palazzo Gradari, raccontando la cultura queer e underground nelle Marche dal 1969 al 1999, con materiali storici e un’anteprima del Marche Pride.
Club Culture Movement A Pesaro Club Culture Movement A Pesaro
"Club Culture Movement" a Pesaro è una mostra immersiva sulla cultura queer e underground nelle Marche (1969-1999), con materiali d'epoca e spazi partecipativi, in preparazione al Marche Pride 2024. - Gaeta.it

Pesaro si prepara ad ospitare “Club Culture Movement”, una mostra dedicata al mondo del clubbing underground e queer nelle Marche tra il 1969 e il 1999. La rassegna si svolgerà dal 7 al 17 giugno a Palazzo Gradari, offrendo al pubblico un’immersione profonda nella cultura della notte, vista come luogo di espressione artistica, politica e sociale. L’evento, promosso dal Comune di Pesaro, rappresenta anche un anticipazione significativa del Marche Pride che si terrà il 21 giugno.

La nascita e l’evoluzione del progetto club culture movement

Club Culture Movement nasce nel 2020 come archivio digitale ideato da Disc Jockey Time, con lo scopo di raccogliere testimonianze e materiali legati alla cultura dei club queer e underground marchigiani. Nel corso degli anni, l’archivio si è arricchito di documenti visivi, interviste, fotografie, flyer e video, diventando così un patrimonio storico capace di raccontare una realtà poco conosciuta.

Dopo la prima edizione, apprezzata sia da esperti sia da appassionati, la mostra a Palazzo Gradari cambia forma e diventa un’esperienza coinvolgente e sensoriale. L’idea è quella di trasformare la narrazione in un percorso vivente, dove il pubblico non è spettatore distante ma parte attiva che si muove tra oggetti, suoni e immagini. Questa rinnovata edizione vuole restituire l’anima e il contesto di quegli anni, molto più complicati di quanto si percepisca oggi.

Un allestimento ricco di oggetti, suoni e memorie della notte

L’allestimento della mostra comprende un ampio ventaglio di materiali d’epoca che raccontano la vita notturna marchigiana fra fine anni Settanta e fine Novanta. Ad attirare l’attenzione ci sono i manifesti originali degli eventi, le fotografie che immortalano facce e momenti, i flyer creati a mano per pubblicizzare serate underground. A questi si aggiungono registrazioni audio e video, molto utili a trasmettere il clima di quegli anni.

Non mancano abiti da sera, accessori caratteristici, vinili e badge, tutti oggetti che hanno accompagnato i protagonisti di quella cultura. C’è anche uno spazio con lettere, appunti e altri documenti personali, messi a disposizione da chi ha vissuto in prima persona quella scena alternativa. Il risultato è un quadro tridimensionale che supera la semplice esposizione, raccogliendo elementi concreti e quotidiani di un mondo ricco di contraddizioni e passioni.

Spazio alla ballroom culture e al vogueing nelle marche

Tra le sezioni più interessanti spicca quella dedicata alla ballroom culture e al vogueing, fenomeni nati in America ma che hanno trovato riscontri anche nella regione. Queste forme di espressione artistica e sociale hanno dato voce a comunità marginalizzate, usando la danza e l’estetica come strumenti di resistenza e affermazione identitaria.

Nel contesto marchigiano, ballroom e vogueing si sono sviluppati come spazi sicuri nei quali persone LGBTQ+ hanno potuto costruire relazioni, creare performance e confrontarsi sulle sfide di una società spesso ostile. La presenza di questi linguaggi nella mostra sottolinea l’importanza della cultura queer non solo come intrattenimento ma anche come terreno di lotta e appartenenza.

Inaugurazione e partecipazione del pubblico

L’apertura di Club Culture Movement è prevista per sabato 7 giugno alle 18 a Palazzo Gradari. L’inaugurazione non sarà però solo una formula istituzionale: all’interno della mostra sarà attivato uno spazio in cui i visitatori potranno lasciare ricordi, portare oggetti personali o raccontare storie legate a quella stagione della vita notturna.

Questo approccio rende la mostra una esperienza collettiva, dove i materiali esposti e le narrazioni diventano patrimonio condiviso. L’omaggio va a DJ, drag queen, attivisti, performer e organizzatori, cioè a chi ha scritto la storia di quegli anni con passione e spesso senza riconoscimenti.

L’impegno di pesaro nel sostenere la cultura queer e il pride

Le assessore Sara Mengucci e Camilla Murgia hanno espresso il loro sostegno all’iniziativa, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria di periodi poco conosciuti, in cui la notte si faceva spazio di libertà per molte persone. Pesaro conferma così la sua volontà di rappresentare un punto di riferimento per la comunità LGBTQ+, ospitando per il secondo anno consecutivo il Pride.

Il percorso espositivo offre una testimonianza concreta di come luoghi, simboli e simbolismi della notte abbiano contribuito a costruire identità, resistenza e legami sociali. Il Marche Pride del 21 giugno segnerà il momento conclusivo di questa esperienza culturale e politica.

Change privacy settings
×