Clelia castellano e il senso degli spazi: come diventano luoghi di comunità e identità nel terzo millennio

Clelia castellano e il senso degli spazi: come diventano luoghi di comunità e identità nel terzo millennio

Clelia Castellano analizza come spazi pubblici come teatri, librerie e parchi si trasformano in luoghi di identità, comunità e cura, promuovendo un amore simbolico che rigenera le relazioni sociali.
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Il saggio di Clelia Castellano esplora come gli spazi pubblici si trasformano in luoghi carichi di significato, fondamentali per costruire identità, comunità e relazioni sociali, invitando a ripensare il valore simbolico e affettivo dello spazio urbano. - Gaeta.it

Nel dibattito contemporaneo sui ritmi urbani e sulle trasformazioni sociali, il concetto di spazio pubblico si trasforma sempre più in una riflessione profonda sulle relazioni tra persone e ambiente. Clelia Castellano, sociologa all’università di Napoli ‘Suor Orsola Benincasa’, affronta questo tema nel suo saggio “No Time, No Space-come gli spazi si fanno luoghi” . Il libro indaga come spazi pubblici come teatri, librerie, parchi o lidi si caricano di significati, diventando luoghi fondamentali per costruire identità e comunità. L’analisi parte dall’intreccio tra tempo e spazio, elementi spesso dati per scontati, per ridare valore a questi ambienti apparentemente inutili o secondari.

Effetti dello spazio sulla costruzione dell’identità sociale

Clelia Castellano osserva lo spazio come un racconto umano, una narrazione antropologica in cui lo sguardo e l’esperienza individuale creano senso e identità. Lo spazio non è solo una dimensione fisica o un contenitore, ma diventa il luogo dove si costruiscono ricordi, relazioni e appartenenze sociali. La studiosa sottolinea che non basta garantire spazi sicuri e decorosi. Al contrario, serve pensare a quei luoghi che vanno oltre la funzionalità e diventano cornici di momenti di sosta e riflessione.

Spazi rigenerativi e taumaturgici

Questi spazi, definiti rigenerativi o taumaturgici, si caratterizzano per la loro bellezza e la capacità di rimanere porosi rispetto al tempo. Si tratterebbe di ambienti dove le persone possono indugiare, respirare, imparare, aprendo così spazi alla meraviglia quotidiana. Castellano porta l’attenzione proprio su questi spazi “non clinicizzati”, capaci di rigenerare legami sociali e alimentare la dimensione del vivere insieme. Nel suo pensiero, tali luoghi permettono la nascita di comunità più solide e consapevoli, frutto di un’attiva partecipazione e dello scambio di significati tra gli individui.

Dal saggio romanzato alla riflessione sul valore erotico dei luoghi

Il libro si distingue per la sua forma di saggio romanzato, in un intreccio che richiama Virginia Woolf e il suo modo di raccontare lo spazio come esperienza soggettiva. Castellano, oltre a riflettere sul significato antropologico dello spazio, apre una discussione originale sul concetto di eros applicato ai luoghi. L’eros non va inteso solo come desiderio erotico, ma come amore nei confronti dello spazio, un sentimento che lega le persone ai posti che abitano e frequentano.

Alla base di questa prospettiva c’è una critica al determinismo economico e materiale che spesso domina il modo in cui si pensa lo spazio pubblico, ridotto a mero contesto funzionale. Qui Castellano propone di rilanciare la dimensione simbolica e dialogica dello spazio umano, sottolineando che i luoghi amati creano comunità autentiche e invitano a prendersene cura. Situazioni di compassione sociale, frequenti nelle analisi sociologiche, cedono così il passo a un amore più profondo, capace di dare senso e forma alla vita collettiva.

Spazio come amore e cura

“L’eros non va inteso solo come desiderio erotico, ma come un sentimento che lega profondamente le persone ai luoghi” è una delle riflessioni centrali di Castellano in questo passaggio.

Spazi come narrazione e utopia per il futuro della convivenza urbana

Il volume offre passaggi che scandagliano la trasformazione degli spazi in luoghi, anche negli incastri con le dinamiche di potere e interessi economici. Castellano afferma che i luoghi si costruiscono e si disfano dentro logiche spesso avide e aride, ma invita a non rassegnarsi di fronte a ciò. Resta necessaria la fatica di pensare e ripensare gli spazi, per ampliare la soglia di vivibilità alla maggior quantità possibile di persone.

La studiosa parla di coltivare un’utopia di visioni rivoluzionarie, mettendo in gioco pezzi delle proprie aree di comfort per aprirsi a nuove possibilità e guadagnare luoghi. La vita infatti si inscrive in una continua narrazione fatta di incontri, soste, sofferenze e ricostruzioni. Gli spazi fisici si intrecciano così con i luoghi dell’anima, diventando teatri di storie individuali e collettive, dove anche la memoria delle parole può restituire significati e senso.

Un rilancio del valore dei luoghi pubblici

Questo saggio costituisce un rilancio del valore dei luoghi pubblici e delle pratiche che li animano, così da continuare a rivendicarli come spazi di inclusione, resistenza e condivisione. In tempi segnati da velocità e trasformazioni rapide, parlare degli spazi che diventano luoghi significa recuperare centralità per la vita sociale più quotidiana e concreta.

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