La vicenda di una famiglia brasiliana residente a Sant’Ilario d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, ha sollevato una questione delicata riguardo la procedura per il riconoscimento della cittadinanza italiana a persone con disabilità. Il caso riguarda un giovane con invalidità totale che, nonostante abbia diritto alla cittadinanza, si trova bloccato da norme e tempistiche complesse. La situazione è stata resa pubblica dalla sorella, che ha denunciato la difficoltà nell’ottenere un riconoscimento che per legge spetterebbe al fratello.
La storia di aisha e la difficoltà per ottenere la cittadinanza italiana
Aisha, originaria del Brasile ma cresciuta in Italia, racconta di vivere a Sant’Ilario d’Enza con la famiglia. Suo fratello, nato a Napoli, è disabile al 100 per cento. Da poco maggiorenne, ha diritto a diventare cittadino italiano, ma l’iter burocratico si è rivelato complesso. Aisha spiega che la prima comunicazione è arrivata tramite lettera dal comune, che informava della possibilità di richiedere la cittadinanza. La madre si è subito attivata, ottenendo dal giudice tutelare un documento che la autorizza a prendere decisioni per conto del figlio.
Un ostacolo insormontabile: il consenso verbale
Il passo successivo però ha bloccato tutto: agli uffici dello stato civile è stato detto che il fratello di Aisha non poteva accettare verbalmente la cittadinanza. L’incapacità di esprimere consenso rendeva invalido il procedimento presso il comune. La situazione è stata quindi rimandata alla Prefettura. Qui la richiesta andrà inoltrata seguendo una procedura più lunga e complessa, che potrà durare anche tre anni. Per i cittadini con disabilità che non possono esprimersi verbalmente, questa norma rappresenta un ostacolo serio e prolungato.
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Le difficoltà e le discriminazioni vissute dalla famiglia nel percorso
Aisha mette in luce come questa condizione metta in difficoltà le persone con disabilità e le loro famiglie. Sottolinea che il fratello ha pieno diritto alla cittadinanza, ma deve aspettare anni per ottenerla solo perché non può dire ‘sì’ o manifestare il proprio consenso nel modo previsto dalla legge. La madre, che non parla bene l’italiano, ha chiesto aiuto alla figlia, che si è attivata andando direttamente agli uffici comunali e interpellando il sindaco tramite mail.
Limiti della normativa e risposta del sindaco
La risposta del sindaco è stata rapida e disponibile, ma non ha potuto superare i limiti della normativa vigente. L’ostacolo infatti, secondo il personale comunale, è uguale per tutti e dettato dalla legge. Aisha segnala che questa realtà crea una discriminazione indiretta, che penalizza chi ha difficoltà non solo fisiche ma anche nel comunicare. La struttura amministrativa non prevede al momento procedure semplificate o alternative per queste situazioni.
La reazione della comunità e le offese ricevute sui social
Aisha racconta anche che, oltre alle difficoltà burocratiche, ha dovuto affrontare critiche e accuse ingiustificate sui social network dopo aver denunciato pubblicamente la vicenda. Alcuni utenti le hanno contestato di voler ottenere la cittadinanza per motivi economici, minacciando interessi sulla pensione del fratello. Lei chiarisce che il fratello ha da anni una pensione di invalidità e che a lei interessa solo tutelare i suoi diritti fondamentali.
La giovane lavora da tempo nel reggiano e ha un contratto a tempo indeterminato, ma anche lei ancora non ha potuto chiedere la cittadinanza. Il suo impegno nasce dalla volontà di difendere chi non può fare da solo, raccontando una storia di ostacoli burocratici in un paese dove la cittadinanza dovrebbe essere un riconoscimento automatico per chi ne ha diritto dai primi passi di vita. Questa vicenda pone interrogativi sul sistema e sulle tempistiche che la burocrazia impone, soprattutto alle persone più vulnerabili.