Un caso di presunta corruzione riguarda un chirurgo vascolare dirigente medico dell’azienda sanitaria universitaria giuliano isontina , fermato in flagranza di reato nell’ospedale Maggiore di Trieste. L’uomo, di 51 anni, è stato colto mentre riceveva 2.500 euro in contanti, pagamento diretto da una paziente per un’operazione fuori dal sistema pubblico. Le accuse che pesano su di lui comprendono truffa aggravata ai danni dell’Asugi, peculato e concussione. In attesa degli sviluppi, è stato sospeso dal servizio e si trova ai domiciliari.
L’arresto in flagranza di reato e il contesto dell’indagine
L’episodio risale allo scorso giovedì, quando la Guardia di finanza ha fermato il medico durante una consegna di 2.500 euro in nero da parte di una donna paziente. Il pagamento, effettuato in contanti senza rilascio di ricevuta, ha insospettito la donna che ha segnalato la situazione alle forze dell’ordine. Da quel momento, la Gdf ha avviato un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Federico Frezza, finalizzata a verificare eventuali altre irregolarità legate ai compensi del chirurgo nell’ambito dell’attività intramoenia.
Attività extra-lettino e norme regolatorie
Il chirurgo, oltre alla sua normale attività clinica, esercitava anche prestazioni extra-lettino all’interno dell’ospedale, modalità consentita dal contratto con l’Asugi, ma regolata da norme precise che prevedono trasparenza e corretta ripartizione economica. La trattenuta della cifra intera dalla posta in gioco e l’occultamento del compenso sono ora al centro dell’inchiesta.
Leggi anche:
Le accuse contestate al medico e la sospensione dal servizio
Il chirurgo è indagato principalmente per truffa aggravata verso l’Asugi, perché avrebbe nascosto alla struttura sanitaria la prestazione a pagamento e i relativi incassi. L’ipotesi di peculato nasce dalla detenzione privata di somme dovute invece all’azienda sanitaria in base al contratto intramoenia. Tra i capi di imputazione compare pure la concussione, riferita alla pretesa indebita di denaro nei confronti della paziente.
Le misure cautelari adottate riguardano in primo luogo la truffa, con l’applicazione degli arresti domiciliari come stabilito dal gip Manila Salvà. La sospensione del medico dal servizio è stata disposta dall’Asugi, a tutela del corretto funzionamento dell’istituto e in attesa della conclusione delle indagini.
Le indagini successive e le verifiche sugli eventuali altri casi
Dopo l’arresto, la Guardia di finanza ha intensificato i controlli per accertare se il medico abbia percepito altri compensi senza autorizzazioni, potenzialmente frutto di episodi simili a quello denunciato. Questi accertamenti mirano a ricostruire una possibile rete di pagamenti non dichiarati nell’attività intra moenia.
Dichiarazioni del direttore generale asugi
Il direttore generale di Asugi, Antonio Poggiana, ha dichiarato di lasciare che le verifiche proseguano e ha sottolineato l’immediato provvedimento di sospensione adottato nei confronti del dirigente medico. Il caso riporta l’attenzione sulla gestione delle prestazioni extra servizio negli ospedali pubblici e sulle misure di controllo sulle operazioni economiche che ne derivano.