Chef italiani uniti per l’emergenza umanitaria in sudan con l’iniziativa cucina per la vita

Chef italiani uniti per l’emergenza umanitaria in sudan con l’iniziativa cucina per la vita

Chef italiani uniti a Unhcr Italia per la campagna “Torniamo a sentire”, raccolta fondi con video-ricette interrotte per sostenere rifugiati e bambini malnutriti in Sudan, Sud Sudan, Ciad ed Etiopia.
Chef Italiani Uniti Per Le28099Emer Chef Italiani Uniti Per Le28099Emer
Un gruppo di chef italiani sostiene la campagna Unhcr “Torniamo a sentire” con l’iniziativa “Cucina per la vita”, usando video-ricette interrotte per sensibilizzare e raccogliere fondi a favore dei rifugiati e sfollati in Sudan e paesi limitrofi, duramente colpiti da crisi umanitarie. - Gaeta.it

L’emergenza in Sudan e nei paesi vicini raccoglie l’attenzione di alcuni chef italiani con un progetto volto a sensibilizzare e raccogliere fondi. L’iniziativa, chiamata “Cucina per la vita”, si lega alla campagna “Torniamo a sentire” dell’Unhcr, che punta a fornire protezione e assistenza a rifugiati e sfollati in Sudan, Sud Sudan, Ciad e Etiopia. Attraverso video-ricette interrotte, gli chef invitano il pubblico a donare per completare i piatti e contribuire alla causa.

Qualche dato sull’emergenza umanitaria in sudan e paesi limitrofi

L’area del Sudan e delle nazioni confinanti affronta un peggioramento significativo delle condizioni umanitarie. Secondo i dati, 25,6 milioni di persone vivono in situazione di insicurezza alimentare, una cifra che indica un grave rischio per una parte importante della popolazione. In particolare, fra Etiopia e Ciad, sono 80mila i bambini sotto i 5 anni a rischio di malnutrizione acuta, un dato che indica una crisi sanitaria tra le più urgenti.

Carenze nel sistema sanitario

Il sistema sanitario in questa zona risulta sottodimensionato e mal distribuito: in Ciad, ad esempio, c’è solo un medico ogni 52.000 pazienti. Questo elemento riduce drasticamente l’accesso alle cure essenziali per chi vive in condizioni di disagio. La raccolta fondi umanitaria, attualmente finanziata solo al 15%, non basta a coprire i bisogni immediati fra cibo, assistenza medica e protezione per chi è costretto a fuggire dal proprio paese a causa delle guerre e delle tensioni politiche.

Come gli chef italiani si mobilitano con un formato innovativo

L’iniziativa organizzata da Unhcr Italia coinvolge alcuni nomi noti della cucina italiana. Tra gli chef che hanno aderito, figurano Francesco Apreda, Barbara Agosti, il duo Alessandra e Roberto Casamenti, Cristina Bowerman, Luciano Monosilio, Roy Caceres e Cesare Battisti. La formula adottata è semplice ma efficace: ciascuno pubblica una video-ricetta che si blocca a metà. Per vedere il resto e completare il piatto mostrato, il pubblico è invitato a fare una donazione.

Questa modalità intende creare un coinvolgimento diretto con chi guarda i video, traducendo in un gesto concreto la voglia di aiutare. La scelta di chef stellati rende l’iniziativa molto visibile e può diffondere il messaggio su più canali social. Ogni ricetta mai conclusa diventa così il simbolo di un’urgenza che non può aspettare e offre un modo alternativo per contribuire alla campagna umanitaria.

Unhcr italia e le parole sulla crisi in corso

Laura Iucci, direttrice della raccolta fondi di Unhcr Italia, ha espresso il suo ringraziamento verso i cuochi coinvolti, sottolineando l’importanza del loro lavoro nel sensibilizzare l’opinione pubblica. Ha ricordato come queste crisi, spesso dimenticate o poco citate dai media, stanno invece generando sofferenza per centinaia di migliaia di persone.

I tagli alle risorse destinate all’intervento umanitario mettono a serio rischio la capacità di rispondere a bisogni urgenti. La mancanza di fondi limita l’offerta di protezione e assistenza, accentuando la situazione nei territori coinvolti e soprattutto tra i bambini, che risultano i più colpiti. La crisi in Sudan ed aree limitrofe è stata definita da Iucci come un fenomeno che coinvolge l’umanità nel suo insieme, influenzando anche la sicurezza globale.

La campagna “Torniamo a sentire” punta così a ridare voce a queste emergenze, sfruttando la popolarità degli chef e la creatività della cucina per attirare attenzione e fondi. Il coinvolgimento di nomi noti aiuta a mantenere accesi i riflettori su una situazione che rischia di scomparire dal dibattito pubblico, mentre sul campo la sofferenza continua a crescere.

Change privacy settings
×