Cgil lancia spot contro l’astensionismo prima del referendum dell’8 e 9 giugno 2025

Cgil lancia spot contro l’astensionismo prima del referendum dell’8 e 9 giugno 2025

La Cgil lancia uno spot diretto da Rolando Ravello e ideato da Paolo Genovese per contrastare l’astensionismo al referendum dell’8 e 9 giugno 2025, invitando gli italiani a partecipare attivamente al voto.
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La Cgil lancia uno spot, diretto da Rolando Ravello e ideato da Paolo Genovese, per contrastare l’astensionismo al referendum del 2025, invitando gli italiani a partecipare al voto come atto fondamentale di democrazia e responsabilità collettiva. - Gaeta.it

In vista del referendum dell’8 e 9 giugno 2025, la Cgil porta avanti una campagna mirata a contrastare l’astensionismo. Lo spot, realizzato da Paolo Genovese con la regia di Rolando Ravello, punta a riportare l’attenzione sulla rilevanza del voto come strumento diretto di democrazia. Nel video emergono volti di persone comuni, presentate senza filtri sulle diversità di età, cultura e opinioni.

La genesi dello spot: un messaggio dai cittadini per i cittadini

L’idea di Paolo Genovese ha preso forma sotto la regia di Rolando Ravello per realizzare uno spot semplice ma incisivo. L’obiettivo è invitare gli italiani a non rinunciare al voto, anche di fronte a sentimenti diffusi di sfiducia o rassegnazione verso la politica. In realtà, la narrazione si addentra proprio in queste emozioni, mostrando che il disinteresse non deve prevalere.

Non sono protagonisti personaggi noti, ma cittadini di ogni tipo: uomini e donne con differenze evidenti. Questo elemento sottolinea un messaggio preciso: ogni singolo voto conta, indipendentemente dalle opinioni personali. Lo spot ribadisce che il referendum rappresenta un’occasione per esercitare un diritto costituzionale, unico modo per partecipare attivamente alla vita democratica.

L’idea di far parlare la gente comune crea un effetto empatico, comunicando in modo diretto e popolare. Attraverso scene girate in contesti urbani, l’attenzione resta focalizzata sul valore collettivo del voto e sulla necessità di superare la distanza che spesso s’instaura tra cittadini e istituzioni.

Un messaggio di inclusione con volti comuni

La scelta di mostrare volti senza filtri sottolinea l’importanza di una società pluralista e interconnessa, dove la partecipazione è un diritto e un dovere condiviso.

Il contesto romano come sfondo di un invito a partecipare

La scelta di Roma come ambientazione del video non è casuale. Le strade, le piazze e i parchi della capitale diventano lo scenario di un dialogo sociale che attraversa chiunque cammini o si fermi in quei luoghi. Le riprese mostrano volti, gesti e dialoghi che riflettono la varietà della vita quotidiana.

L’utilizzo di spazi comuni richiama la dimensione pubblica della partecipazione politica. Così, il messaggio torna al suo nucleo: il voto è pratica collettiva che si costruisce nel confronto e nell’azione condivisa. La gente comune, rappresentata nel filmato, si trasforma in veicolo di un appello urgente rivolto soprattutto ai più scettici.

Lo spot si configura come un passaparola diretto, un grido civile dal basso, che sfida chi punta all’astensionismo e vuole ridurre all’ombra l’importanza del referendum. In questo modo, si tenta di opporsi alla tendenza di evitare le urne passando sopra al diritto di scelta sancito dalla Costituzione.

Spazi pubblici come simbolo di democrazia

Le piazze e i parchi di Roma diventano simboli vivi della partecipazione politica e sociale, ribadendo l’appello alla cittadinanza attiva.

L’importanza della partecipazione nel clima di sfiducia politica

Il video sviluppa un concetto che si percepisce sempre più chiaro in Italia: la crisi di fiducia nella politica non deve diventare un alibi per rinunciare alla partecipazione. Le immagini e le voci evocano un confronto con le difficoltà del momento politico, senza ignorarle ma sapendo che non bastano per disinnescare il ruolo fondamentale del voto.

Il messaggio anticipa il valore concreto del referendum come strumento capace di esprimere opinioni e orientamenti di moltitudini. Qui, il voto si propone come energia attiva che può cambiare la direzione delle scelte democratiche, sebbene il sospetto verso i partiti rimanga alto.

“Nella molteplicità delle voci c’è forza”, recita lo spot. L’idea dell’unione di un popolo che si esprime viene proposta come alternativa all’apatia e al distacco politico. Si tratta di motivare chi ha dubbi e delusioni a guardare all’urna come un’opportunità reale, capace di scuotere le attese e i silenzi di una parte della società.

La cgil punta sulla responsabilità dei cittadini per tutelare i diritti

La Cgil, nei suoi appelli, torna spesso su un principio base: il diritto di voto rappresenta un pilastro irrinunciabile della democrazia. Al di là delle risposte ai quesiti referendari, la partecipazione al voto rafforza la voce di ogni cittadino nel sistema istituzionale del Paese.

Questo spot non è solo un invito a recarsi alle urne, ma una richiesta di responsabilità collettiva. Il sindacato mette in campo un messaggio che supera gli steccati ideologici, puntando a coinvolgere chi spesso si sente escluso o disilluso. Il voto rimane la forma più diretta per incidere su questioni che toccano la vita concreta di ogni persona.

Campagna emotiva e diretta

Con il passare dei giorni, l’appello della Cgil si inserisce nel dibattito pubblico con l’obiettivo di evitare un’ampia astensione, che ridurrebbe la rappresentatività della consultazione referendaria. La campagna viene diffusa anche con una veste che intende emozionare e parlare al cuore, senza rinunciare a essere chiara e diretta sulla sua finalità politica.

Non è un caso che questa iniziativa esca proprio nel momento in cui molti elettori mostrano segnali di disinteresse verso i processi referendari. Il video invita a non abbandonare il proprio posto in cabina elettorale e a comprendere che ogni voto contribuisce a definire la strada del Paese.

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