Caso Depardieu e il ruolo di Alice Rohrwacher nel festival di Cannes 2025

Caso Depardieu e il ruolo di Alice Rohrwacher nel festival di Cannes 2025

Il festival di Cannes 2025 si apre tra tensioni per la condanna di Gérard Depardieu e un forte impegno verso giustizia, parità di genere e valorizzazione delle opere prime con Alice Rohrwacher presidente della Camera d’oro.
Caso Depardieu E Il Ruolo Di A Caso Depardieu E Il Ruolo Di A
Il Festival di Cannes 2025 si apre segnato dalla condanna di Gérard Depardieu e da un forte impegno per la giustizia e la parità di genere, con Alice Rohrwacher presidente della giuria femminile della Camera d’oro, simbolo di un cinema più inclusivo e innovativo. - Gaeta.it

Il festival di Cannes 2025 si apre con un clima di tensione e riflessione, innescato dalla condanna di Gérard Depardieu per aggressione a due donne durante le riprese di un film nel 2022. La vicenda ha scosso la kermesse cinematografica, legando i suoi riflettori a questioni di giustizia e parità di genere. In questo contesto, Alice Rohrwacher emerge come voce autorevole e presidente di una giuria femminile, sottolineando l’importanza di un cambiamento collettivo nell’industria cinematografica.

La condanna di Gérard Depardieu: un caso che scuote Cannes

Nel 2022, Gérard Depardieu è stato coinvolto in un incidente grave durante le riprese del film Les Volets Verts. L’attore francese è stato giudicato colpevole di aver aggredito due donne, un fatto giudiziario che ha portato a una pena di 18 mesi. La notizia è diventata un argomento centrale all’apertura della 78ª edizione del festival di Cannes, città dove Depardieu aveva ottenuto la Palma d’oro nel 1990 per la sua interpretazione in Cyrano.

La vicenda ha diviso le opinioni nel mondo del cinema. Diverse attrici hanno reso pubblica la loro denuncia contro il comportamento dell’attore, a eccezione di Fanny Ardant, che ha preso le difese di Depardieu. Questo episodio ha messo in evidenza un clima di maggiore consapevolezza riguardo agli abusi nel settore cinematografico. La regista Alice Rohrwacher ha commentato che “il processo rappresenta un segnale importante, non solo per i diritti delle donne ma anche per una svolta politica e sociale nel settore.” Ha sottolineato come “unire le forze possa portare a cambiamenti concreti sul lungo termine.”

Alice Rohrwacher e la giuria al femminile del festival

Alice Rohrwacher è stata designata presidente della giuria della Camera d’oro, il premio che premia la migliore opera prima tra le selezioni del festival 2025. La sua nomina riflette una scelta chiara: quella di mettere in luce un cambiamento nel mondo del cinema, che vede un numero crescente di donne al centro dell’attenzione.

Alla 78ª edizione, le giurie principali sono composte da quattro donne e sette registe su 22 film in concorso. Questo dato segnala un passaggio importante rispetto alle passate edizioni, con una maggiore presenza femminile che interrompe la tradizione maschile, onnipresente da decenni. Rohrwacher ha fatto notare che “il vero cambiamento si realizzerà quando non avrà più senso sottolineare la presenza delle donne, perché saranno parte naturale e integrata del sistema.”

Ha anche evidenziato la rottura di vecchi stereotipi. Nel passato, la competizione interna fra donne rappresentava un ostacolo; ora, invece, si profila una solidarietà che supera le rivalità. Questo permette a una nuova generazione di autrici di farsi sentire e portare allo schermo una visione femminile prima poco rappresentata.

L’importanza delle opere prime e la visione di Alice Rohrwacher

Rohrwacher porta una particolare attenzione sulle opere prime, considerate “tesori” per il cinema europeo. A suo avviso, i primi lavori degli autori esprimono esigenze e necessità autentiche, lontane dal puro intrattenimento commerciale. La regista – originaria di un contesto rurale – usa una metafora agricola per descrivere la produzione cinematografica: ogni opera prima è come una pianta giovane che ha bisogno di spazi protetti per crescere.

Questi lavori si reggono spesso su finanziamenti pubblici e danno spazio a idee fresche e originali. La cineasta evidenzia che queste produzioni contribuiscono a rinnovare il linguaggio cinematografico e rappresentano uno sguardo che ancora manca nel panorama attuale. In qualità di presidente della giuria della Camera d’oro, Rohrwacher si è detta curiosa di valutare film magari imperfetti ma capaci di proporre visioni nuove del mondo.

Il percorso di Alice Rohrwacher a Cannes e il legame con l’Italia

La carriera di Alice Rohrwacher si è intrecciata più volte con Cannes. Il suo primo film, Corpo Celeste, si è fatto notare nel 2011 durante la Quinzaine des Réalisateurs, mentre successivamente ha portato in prestigiosi concorsi altre tre pellicole: Le Meraviglie, premiato con il Gran Prix, Lazzaro Felice, per cui ha ricevuto la migliore sceneggiatura, e La Chimera.

La regista attribuisce parte del suo percorso al sistema europeo delle coproduzioni, in particolare al sostegno francese. Ricorda con gratitudine la sua professoressa di francese, che la aiutò a convincere i coproduttori a puntare sul suo esordio. Questo modello di collaborazione è fondamentale per i registi emergenti e va preservato.

Il rapporto con l’Italia è invece complicato. Rohrwacher ama il paese ma lo definisce “complesso e straziante”. Identifica nella cultura dominante un legame forte con l’enogastronomia, a discapito di un’attenzione più ampia verso altri aspetti culturali. Nota con preoccupazione una presenza nascosta di giovani talenti meticci, che rappresentano il futuro ma restano poco valorizzati.

Cannes 2025: la presenza delle sorelle Rohrwacher e il cinema italiano

Oltre ad Alice, anche la sorella Alba Rohrwacher figura nel festival. Fa parte della giuria presieduta da Juliette Binoche, incaricata di assegnare la Palma d’oro. Questa doppia presenza è di rilievo per il cinema italiano, anche se nessuno dei film italiani in concorso è opera prima.

Le sorelle confermano un rapporto di sostegno e amicizia tra loro, nonostante gusti diversi nella scelta dei film da vedere. Tra le loro preferenze comuni c’è la celebre commedia A qualcuno piace caldo. La partecipazione di entrambe rafforza la visibilità del cinema italiano e promette un’attenzione particolare ai lavori emergenti durante l’edizione del festival.

Change privacy settings
×