La questione della trasparenza nella gestione dell’Agenzia per il Turismo e l’Internazionalizzazione delle Marche sta generando crescente polemiche. La capogruppo del Partito Democratico, Anna Casini, esprime forte opposizione alla recente decisione della Giunta Acquaroli di istituire un gruppo di lavoro con il direttore pro tempore dell’Atim come coordinatore. Secondo Casini, questa scelta non fa altro che sollevare dubbi su un’applicazione seria delle norme di trasparenza richieste dai cittadini marchigiani.
La scelta del coordinatore del gruppo di lavoro
L’ideazione di un gruppo di lavoro, secondo Casini, appare come un tentativo di nascondere la polvere sotto il tappeto anziché affrontare direttamente le problematiche di gestione dell’Atim. L’ironia di Casini è evidente quando sottolinea l’assurdità di avere come coordinatore colui che, nel contesto della gestione, dovrebbe essere controllato. La situazione, per la capogruppo, risulta inaccettabile, poiché mina la credibilità dell’intero processo. L’analisi della gestione dell’agenzia, afferma Casini, dovrebbe avvenire senza conflitti di interesse espliciti, e avere un coordinatore con ruoli già definiti rende difficile garantire un esame imparziale.
La capogruppo evidenzia anche come questo approccio non sia solo una questione di opportunità, ma anche di responsabilità nei confronti dei cittadini, i quali beneficiano dei servizi e sono anche i contribuenti che sostengono l’agenzia. La scelta di Acquaroli, dunque, non solo è vista come un modo per sfuggire a un adeguato esame pubblico, ma rappresenta anche una perdita di un’importante opportunità di apertura e dialogo.
Leggi anche:
La commissione di inchiesta proposta dal Partito Democratico
Per affrontare la situazione, il Partito Democratico ha avviato un procedimento per istituire una commissione di inchiesta all’interno del Consiglio Regionale. Casini spiega che questo passo è necessario per verificare in modo preciso e dettagliato l’operato dell’Atim e la gestione dei fondi pubblici. La giunta Acquaroli, secondo la capogruppo, ha già dimostrato di non aver colto l’importanza della trasparenza, e così facendo ha deluso non solo i consiglieri dell’opposizione ma anche i cittadini marchigiani, che meritano risposte chiare.
Questo tentativo di monitoraggio non deve essere visto come un attacco politico, afferma Casini, ma piuttosto come un’iniziativa per garantire che gli interessi pubblici siano rispettati e che i cittadini possano avere fiducia nelle istituzioni. Se la maggioranza non ha nulla da nascondere, sostiene, dovrebbe unirsi a questo sforzo e partecipare attivamente alla commissione. Le verifiche che potrebbero risultarne, difatti, non dovrebbero danneggiare la stabilità dell’attuale governo, ma piuttosto contribuire alla credibilità dell’ente.
La richiesta di trasparenza e partecipazione
La richiesta di trasparenza e di inclusione dei cittadini nelle decisioni che riguardano l’Atim è centrale nel discorso di Casini. La capogruppo del PD si augura che l’iniziativa di istituire la commissione di inchiesta possa coinvolgere un ampio consenso, non limitato ai membri dell’opposizione. Avere la partecipazione della maggioranza sarebbe un segnale di apertura e di disponibilità alla verifica dei fatti.
Casini conclude sottolineando che è fondamentale stabilire chi, in questo contesto di polemiche, scelga di partecipare attivamente al percorso di trasparenza e chi, al contrario, preferisca mantenere una posizione di riserbo e omertà. La gestione delle risorse pubbliche e degli enti pubblici deve essere un argomento di interesse collettivo, perché in ultimi conti i fondi e i compensi erogati dall’Atim provengono dai cittadini delle Marche. La richiesta di maggiore chiarezza si pone quindi come un passo necessario per ristabilire la fiducia nella giunta regionale e nell’agenzia stessa.