Caserta perde anche lo stadio del nuoto, chiuso per problemi di sicurezza e incertezza sulla riapertura

Caserta perde anche lo stadio del nuoto, chiuso per problemi di sicurezza e incertezza sulla riapertura

La chiusura dello stadio del nuoto di Caserta in via Capitano Laviano, causata da problemi di sicurezza e carenze burocratiche, crea un’emergenza per società sportive, famiglie e persone con disabilità.
Caserta Perde Anche Lo Stadio Caserta Perde Anche Lo Stadio
A Caserta lo storico stadio del nuoto in via Capitano Laviano è chiuso da aprile 2025 per gravi problemi di sicurezza, lasciando senza piscine pubbliche atleti, famiglie e persone con disabilità, mentre i lavori di riqualificazione e le tempistiche di riapertura restano incerte. - Gaeta.it

Caserta affronta un nuovo duro colpo con la chiusura dello stadio del nuoto in via Capitano Laviano, un impianto storico per lo sport cittadino, fermo ormai da inizio aprile 2025. La situazione coinvolge club sportivi, famiglie e persone con disabilità che utilizzavano la piscina olimpionica per terapie e allenamenti, lasciando molti senza punti di riferimento per l’attività natatoria. La struttura, una volta fiore all’occhiello della provincia, si presenta oggi in condizioni critiche e senza una data certa di riapertura.

Lo stadio del nuoto di caserta e la sua storia sportiva

Lo stadio del nuoto in via Capitano Laviano venne inaugurato nei primi anni ’90, guadagnandosi il ruolo di polo sportivo provinciale grazie ad eventi prestigiosi come l’amichevole di pallanuoto tra il Settebello Azzurro, allenato da Ratko Rudic, e la Jugoslavia. Nel corso degli anni, è diventato un punto di riferimento per numerose società natatorie e per la comunità locale soprattutto per le attività riabilitative di bambini e ragazzi con disabilità, ospitate nella piscina olimpionica. La chiusura dell’impianto segna quindi la fine di un’epoca e il vuoto lasciato si fa sentire nella città, priva anche di una piscina comunale fruibile.

Emergenza piscine pubbliche a caserta

Non solo lo stadio del nuoto ma anche la Fritz Dennerlain, unica piscina comunale in Corso Giannone, è chiusa dall’inizio del 2023, creando un’emergenza negli spazi per gli sport acquatici. I casertani praticanti si rivolgono così a due sole strutture private, una a San Leucio e l’altra a San Prisco, con posti limitati e iscrizioni in esaurimento. La mancanza di luoghi pubblici per il nuoto pubblicamente accessibili costituisce un disagio importante per famiglie e associazioni sportive.

Cause della chiusura e obiettivi di sicurezza

Lo stadio del nuoto è stato chiuso dal primo aprile 2025 su mandato della società Agis , proprietaria della struttura insieme alla provincia. La decisione è arrivata dopo il distacco di due plafoniere dalla zona spalti, evento che ha spinto i vigili del fuoco di Caserta a imporre la sospensione delle attività fino alla sistemazione delle condizioni di sicurezza di tutta l’area.

L’Agis ha comunicato il 14 aprile di aver rimosso le plafoniere e tenuto chiuse solo le zone al primo piano, auspicando una rapida riapertura. La speranza però è stata fugata il giorno dopo: una nuova ispezione dei vigili ha portato alla segnalazione di altre problematiche gravi, tra cui la non conformità alle normative antincendio. Un ulteriore punto critico riguarda una segnalazione certificata di inizio attività presentata dalla provincia nel 2019, incompleta dal punto di vista delle certificazioni relative alle strutture, agli impianti e agli arredi.

Le difficoltà burocratiche

Questa mancanza burocratica pesa sulla fattibilità della riapertura e alimenta i dubbi sulle tempistiche, giudicate per ora incerte. Gli enti coinvolti hanno davanti un lavoro corposo per rimettere in sicurezza l’impianto e certificare ogni elemento, per consentire un ritorno all’attività regolare nel pieno rispetto delle norme vigenti.

Impatto sulle società sportive e sulle famiglie con ragazzi disabili

La chiusura dello stadio ha colpito direttamente almeno venti società sportive, molte delle quali concessionarie di corsie e spazi nell’impianto tramite convenzioni con Agis. Tali associazioni hanno iniziato a muoversi legalmente per tutelare i propri diritti e quelli degli iscritti. Alcune hanno incaricato l’avvocato Daniele Sparano con l’obiettivo di accedere alla documentazione amministrativa sulla manutenzione dell’impianto e sugli aspetti burocratici legati alla Scia, per chiarire responsabilità e valutare gli sviluppi futuri.

Il disagio non coinvolge solo gli atleti ma anche le famiglie, in particolare quelle di bambini con disabilità che seguivano terapie fondamentali nella piscina olimpionica dello stadio. Un gruppo di genitori e rappresentanti delle società ha più volte cercato un confronto con il direttore di Agis, Cornelio Socci, per chiedere informazioni certe riguardo i tempi e le modalità della riapertura. La mancanza di una programmazione chiara impedisce alle famiglie di organizzarsi e orientare le cure o le iscrizioni a strutture alternative.

La situazione mette in luce un problema sociale oltre che sportivo, perché lascia senza risposte centinaia di persone che avevano trovato nello stadio un punto di riferimento essenziale per la salute e la pratica sportiva.

Prospettive di riqualificazione e le questioni economiche

Il direttore Agis ha dichiarato che uno studio di prefattibilità ha stimato circa 2 milioni di euro necessari per riportare lo stadio del nuoto alle condizioni originarie e agli standard di sicurezza. Tale cifra riguarda una riqualificazione profonda dell’impianto e delle sue strutture, indispensabile per garantirne il funzionamento nel lungo termine.

Una domanda fondamentale riguarda il ruolo degli enti locali. Nel 2019 la provincia di Caserta non aveva completato tutta la documentazione necessaria, e ancora oggi non risulta avviato alcun progetto finanziato dal Pnrr dedicato al recupero e ammodernamento della piscina provinciale. Una scelta che rischia di perdere un’opportunità importante per restituire alla città una struttura pubblica indispensabile.

La mancanza di interventi programmati e finanziamenti mirati lascia aperto il rischio che la chiusura possa protrarsi molto a lungo. Le risorse pubbliche e la volontà politica saranno determinanti per evitare che lo stadio del nuoto diventi un altro caso di struttura sportiva abbandonata, con conseguenze serie per i giovani e le associazioni locali.

La situazione attuale e le aspettative

L’attenzione resta alta in città, dove l’emergenza piscine continua a pesare sull’offerta sportiva e sull’inclusione sociale, lasciando aperto uno scenario allarmante per il futuro dello sport acquatico a Caserta.

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