Casa Molinario a ivrea fra degrado urbano e rischi legati al rooftopping: vicenda di un edificio abbandonato

Casa Molinario a ivrea fra degrado urbano e rischi legati al rooftopping: vicenda di un edificio abbandonato

Casa Molinario a Ivrea, ex poliambulatorio abbandonato e degradato, diventa simbolo di incuria e rischi legati al rooftopping giovanile, mentre mancano progetti concreti per il suo recupero e riqualificazione.
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Casa Molinario, ex poliambulatorio di Ivrea, versa in stato di abbandono e degrado, diventando teatro di episodi pericolosi come il rooftopping giovanile, mentre mancano interventi concreti per il suo recupero e riqualificazione. - Gaeta.it

Casa Molinario, un tempo poliambulatorio nel cuore di Ivrea, si presenta oggi come un edificio abbandonato e in condizioni di degrado. L’episodio recente di quattro giovani che hanno rischiato la vita salendo sul tetto della struttura riaccende l’attenzione su una questione che va oltre un singolo gesto: il mancato recupero di uno spazio pubblico e il fenomeno emergente del rooftopping. Nel centro di Ivrea un edificio pubblico rischia di diventare un simbolo di incuria e di comportamenti pericolosi.

Tentativi falliti di recupero e vuoto amministrativo

Negli anni Casa Molinario è stata al centro di più proposte di recupero che non si sono mai concretizzate. Il primo progetto risale al 2016, quando la proprietà, la società Genco, aveva avanzato l’idea di aprire un supermercato di 2.500 metri quadrati. Il piano, però, si scontrava con le regole urbanistiche che prevedevano un limite di 900 metri quadrati per gli esercizi commerciali in quella zona. Tra ricorsi e proteste dei commercianti del centro storico, quella proposta è rapidamente tramontata.

In seguito è stato suggerito un bed & breakfast. Un progetto meno ambizioso, più aderente alla vocazione residenziale del quartiere. Anche in questo caso, la macchina burocratica non ha permesso di superare i passaggi necessari. Nel frattempo gli atti vandalici sono aumentati, come pure i furti di rame .

La struttura è rimasta esposta all’incuria e all’abbandono. Di fatto la città, come spesso accade, ha lasciato marcire uno spazio pubblico senza rivederne l’uso o trovare un accordo stabile con la proprietà privata.

La mancanza di gestione e di interventi concreti contribuisce a trasformare Casa Molinario in un simbolo del vuoto, un ricordo di quello che Ivrea potrebbe essere e non è più. Lo stabile continua a rappresentare una ferita aperta difficile da ignorare, ma al contempo destinata a non essere risolta.

Il degrado di casa molinario e il contesto urbano di ivrea

Casa Molinario si trova in corso Nigra a Ivrea. Fino al 2017 era un poliambulatorio della Asl TO4, luogo dove molte persone hanno ricevuto cure mediche e appuntamenti quotidiani. Con il trasferimento delle attività sanitarie in una nuova sede di via Ginzburg, l’edificio ha perso la sua funzione originaria. Da allora è rimasto vuoto, abbandonato a se stesso. I vetri sono rotti, le stanze si sono riempite di umidità e muffa, i calcinacci cadono dalle pareti, ed è diventato rifugio per topi e vandali.

Il progressivo degrado ha trasformato Casa Molinario in un relitto urbano. In pochi anni si è passati da uno spazio vissuto a un’immagine di desolazione, che richiama l’attenzione per la sua condizione precaria. L’edificio giace inutilizzato e non è stato affidato a nuove funzioni utili per la comunità. Le condizioni di abbandono favoriscono episodi di vandalismo e l’ingresso non autorizzato di ragazzi che cercano esperienze insolite, ma pericolose.

Chi percorre corso Nigra non può non notare lo stato di sofferenza di Casa Molinario. Il degrado visibile racconta una storia di scelte mancate, di iniziative bloccate e di una città che, su questo punto, appare incapace di trovare soluzioni definitive per recuperare il patrimonio pubblico.

Episodio di rooftopping: rischi e dinamiche di un fenomeno giovanile

Domenica scorsa, intorno alle 18.30, quattro ragazzi – appena adolescenti o poco più – sono entrati nell’edificio degradato e si sono arrampicati sul tetto dell’ex poliambulatorio. Il gesto rientra nella pratica del rooftopping: una moda diffusa che spinge molti giovani a sfidare le norme di sicurezza creando contenuti sui social, spesso selfie o video girati in luoghi proibiti, estremi e rischiosi.

Il rooftopping si presenta come un mix di brivido e ricerca di visibilità online. Questi ragazzi hanno sfondato i vetri per riuscire a salire, forse attratti dall’idea di un video virale o di un’immagine da condividere su TikTok o Instagram. Il rischio è elevato: il palo della precarietà dell’edificio e l’altezza del tetto espongono a pericoli concreti di cadute o incidenti gravi.

Le forze dell’ordine sono intervenute grazie alle segnalazioni di alcuni passanti. I carabinieri e la polizia hanno identificato i ragazzi, rimproverandoli e riportandoli giù dal tetto. Nessuno si è fatto male questa volta, ma l’episodio conferma quanto certe strutture abbandonate attirino azioni illegali e rischiose.

Questi comportamenti indicano una dimensione sociale: molti giovani, annoiati e lasciati a se stessi, sono pronti a mettere a repentaglio l’incolumità per un momento di protagonismo digitale. Allo stesso tempo, il fenomeno rivela la mancanza di spazi sicuri e controllati dove i ragazzi possano esprimersi senza pericoli.

Una ferita urbana e il bisogno di scelte coraggiose

Il caso di Casa Molinario è espressione di problemi più ampi in città. Intorno a questo edificio ruotano questioni che vanno oltre l’immobile in sé: la mancanza di controllo, la difficoltà di offrire alternative ai giovani, la perdita di spazi pubblici sicuri.

La città stessa sembra osservare, senza azioni concrete. L’amministrazione comunale, fino a oggi, si è limitata a promesse e a richieste di intervento senza risultati tangibili. I residenti denunciano il degrado, ma la rassegnazione prende spesso il sopravvento sul desiderio di cambiamento.

Casa Molinario parla di un tempo che passa, di occasioni perse e di una realtà che mostra come i problemi urbani non si risolvano da soli. Quattro giovani sul tetto di un edificio abbandonato rischiano la vita senza che nessuno li protegga davvero. Un’immagine che cattura l’essenza di una città che deve affrontare scelte difficili.

Serve un dialogo reale tra amministrazione e proprietà per trovare una soluzione duratura. Solo un impegno concreto può consegnare agli abitanti di Ivrea un luogo abbandonato che ritorni a essere parte attiva della comunità.

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