Il cardinale Fridolin Ambongo Besungu si prepara a giocare un ruolo chiave al conclave 2025, destinato a eleggere il nuovo papa. Figura centrale della Chiesa africana, esponente di una tradizione religiosa radicata e attenta ai problemi di giustizia sociale, Ambongo incarna una Chiesa che non teme di affrontare questioni politiche complesse e sfide culturali significative. Il suo percorso, dal Congo alla scena mondiale, illustra una traiettoria di impegno pastorale e critica attiva, con una particolare attenzione alle radici africane e alla difesa dei valori morali tradizionali.
Origine e formazione di fridolin ambongo besungu
Fridolin Ambongo nasce il 24 gennaio 1960 nel villaggio di Boto, situato nel nord-ovest del Congo. Undicesimo figlio di una famiglia cattolica numerosa, cresce in un ambiente segnato da povertà ma anche da una profonda fede religiosa. Il padre, impegnato nel lavoro di raccoglitore di lattice, contribuisce al sostentamento familiare in una realtà difficile ma ricca di valori spirituali. Fin da giovane, Fridolin manifesta vocazione religiosa e nel 1981 entra a far parte dei Frati Minori Cappuccini.
Il cammino sacerdotale e accademico
Nel 1987 pronuncia i voti perpetui, proseguendo un cammino che lo porterà all’ordinazione sacerdotale l’anno successivo. La formazione teologica si completa a Roma, dove nel 1995 Ambongo consegue la licenza in teologia morale all’Accademia Alfonsiana. La sua tesi verte sull’etica dello sviluppo nel contesto dello Zaire, anticipando temi affrontati dalla successiva enciclica Laudato si’. Questi studi consolidano la sua attenzione su questioni sociali intrecciate alla dottrina morale, segnando la sua posizione futura nel dibattito ecclesiastico.
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Nel 2004 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Bokungu-Ikela. Da quel momento, il suo percorso cresce in responsabilità. Nel 2016 diventa arcivescovo di Mbandaka-Bikoro, e due anni dopo papa Francesco lo sceglie come coadiutore della più importante diocesi del Congo, Kinshasa. Poco dopo, nel 2018, assume la guida dell’arcidiocesi. La creazione a cardinale nel 2019 conferma la sua crescente influenza.
L’impegno pubblico e la voce critica in congo e oltre
Il cardinale Ambongo si distingue per una comunicazione diretta, schietta e non priva di tensioni politiche. Si definisce una “sentinella del popolo” e non risparmia dure critiche al presidente Félix Tshisekedi. Denuncia brogli elettorali, corruzione diffusa e repressione, mettendo sotto pressione il potere politico locale. Nel 2024 la Corte di Cassazione congolese lo accusa formalmente di comportamento sedizioso, un’accusa percepita dall’episcopato come una mossa politica più che un procedimento giudiziario.
Sul piano ecclesiastico, Ambongo si fa sentire anche nel confronto diretto con il Vaticano. Rimane tra i più forti oppositori africani al documento Fiducia supplicans, che apre alla possibilità di benedizioni pastorali per coppie omosessuali. Nel gennaio 2024 sottoscrive una lettera di dissenso e ottiene una deroga per l’Africa, mantenendo una linea strettamente coerente con la dottrina tradizionale e legata alla cultura del continente. Questa presa di posizione rappresenta un segnale chiaro delle tensioni che attraversano la Chiesa globale tra apertura e tradizione.
In parallelo Ambongo spinge per una maggiore sinodalità, considerandola uno strumento nuovo e necessario per il governo della Chiesa. Ciò nonostante, si mostra critico verso alcune spinte interne che auspicano cambiamenti come il sacerdozio femminile o l’inclusione liturgica di famiglie non corrispondenti alla visione tradizionale. Difende il celibato sacerdotale e la liturgia in rito zairese, convinto che l’inculturazione sia un passaggio fondamentale, e indica l’Africa come un futuro importante per il cattolicesimo, pur riconoscendo criticità come il calo delle vocazioni nella sua diocesi.
Tensioni e sfide interne
Montano divisioni con ambienti europei e nordamericani che prediligono un profilo più flessibile sulle questioni di dottrina. La figura di Ambongo, con il suo stile netto e senza troppi giri di parole, potrebbe rappresentare un papa vicino alle comunità più numerose e giovani della Chiesa, ma anche alla linea tradizionalista che vuole mantenere lo status quo dottrinale.
Il ruolo di ambongo nel contesto della chiesa globale
Con la sua nomina a cardinale e l’ingresso nel Consiglio dei Cardinali, Ambongo assume un ruolo significativo nel dibattito sulla direzione della Chiesa cattolica. Dal 2023 guida il Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar , rafforzando il suo peso all’interno del continente e oltre. Rappresenta un cattolicesimo “del Sud”, che si confronta con gli aspetti culturali e politici della vita quotidiana, senza rinunciare a una posizione ferma sui valori morali.
Le sue posizioni lo rendono uno dei candidati più seguiti al conclave del 2025, con una base solida tra cardinali africani ma anche di America Latina e Asia. Si profila come un uomo che potrebbe portare una prospettiva nuova, radicata nelle sfide di paesi dove la religione ha ancora un ruolo centrale nella società, e pronta a rifuggire tanto da derive coloniali quanto da semplificazioni culturali occidentali.
In un periodo di grandi incertezze internazionali, la sua presenza al centro del dibattito ecclesiale si conferma tra quelle più importanti da seguire.