Un nuovo sequestro di piante di cannabis è stato effettuato dai carabinieri di castellammare di stabia con il supporto dei cacciatori carabinieri di calabria nell’area montuosa dei monti lattari. L’azione fa parte dell’operazione “Continuum Bellum”, mirata a contrastare coltivazioni illegali e traffici di sostanze stupefacenti in zone difficili da raggiungere. Il ritrovamento è avvenuto nel comune di gragnano, sulle pendici del monte muto, dove sono state individuate e distrutte diverse piazzole con oltre 200 piante.
Dettagli del sequestro e caratteristiche delle piante trovate
Nel corso di una perlustrazione nelle zone impervie dei monti lattari, i carabinieri hanno scovato cinque piazzole coperte di piante di cannabis. Le piante presentavano altezze variabili, da circa sei centimetri fino a settanta, segno di diverse fasi di crescita. La diffusione su più piazzole indica una coltivazione organizzata e ben distribuita nei terreni montuosi, difficili da raggiungere e controllare.
I militari hanno agito in maniera coordinata, percorrendo sentieri e zone boschive inaccessibili ai veicoli, lontano da strade pubbliche. Queste aree isolate sono spesso scelte per la coltivazione illegale proprio per la copertura naturale fornita dalla flora e dal terreno accidentato. Il sequestro ha coinvolto l’intera area in cui si trovavano le piante, bloccando la prosecuzione delle coltivazioni. A valle dell’intervento, quanto rinvenuto è stato immediatamente distrutto per evitare che si potesse finire sul mercato illegale.
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L’operazione continuum bellum e l’impegno dei carabinieri sul territorio
“Continuum Bellum” rappresenta un impegno costante da parte dei carabinieri per il contrasto alla coltivazione e alla diffusione di droghe nelle province campane, con un’attenzione particolare alle località montuose e interne. L’operazione vede impiegate diverse unità , tra cui i cacciatori carabinieri di calabria, specializzati in rastrellamenti in aree boschive e impervie.
Questo tipo di operazioni richiede un lavoro di coordinamento e un’attività di monitoraggio lungo tutto l’anno, vista la stagionalità delle coltivazioni di cannabis. I carabinieri intensificano i controlli soprattutto durante i mesi più caldi, quando la crescita delle piante è più rapida e le coltivazioni sono maggiormente visibili. L’obiettivo principale resta il blocco della filiera, dalla produzione alla distribuzione.
Contesto geografico e difficoltà operative sui monti lattari
I monti lattari rappresentano una zona vasta e complessa dal punto di vista orografico. Le loro pendici sono coperte da boschi fitti e dirupi, che rendono arduo raggiungere e controllare ogni angolo. Questo rende l’area particolarmente adatta alla coltivazione illegale, dal momento che piante e piantagioni possono restare nascoste per lunghi periodi.
Le operazioni sul territorio richiedono uno sforzo fisico significativo da parte dei carabinieri e un’approfondita conoscenza del terreno e delle tecniche di ricerca in ambienti montani. I cacciatori carabinieri di calabria, esperti in questo tipo di interventi, utilizzano metodi tradizionali di perlustrazione affiancati da tecnologie moderne, come droni o sistemi di rilevamento, per individuare coltivazioni nascoste. Anche le condizioni meteorologiche spesso complicano il lavoro, soprattutto in inverno o durante i periodi di pioggia.
Impatto della distruzione delle piantagioni sulla lotta alla droga
La rimozione e la distruzione di cinque piazzole con oltre 200 piante rappresentano un duro colpo per la produzione locale di cannabis, che altrimenti finirebbe nei circuiti di spaccio al dettaglio. Interrompere questi cicli di coltivazione limita l’offerta sul mercato illegale e può rallentare la diffusione dell’uso di droghe nelle comunità limitrofe.
Questo tipo di azione contribuisce inoltre a mantenere la qualità della vita nelle zone interessate da coltivazioni clandestine spesso legate a fenomeni di illegalità più ampi. I carabinieri continuano dunque a svolgere un ruolo importante, garantendo una presenza attiva e un controllo capillare che coinvolge anche le aree più isolate, spesso dimenticate dalle attività di vigilanza ordinaria. Le operazioni continueranno nei prossimi mesi, con l’obiettivo di mantenere sotto controllo la produzione illegale sulle alture della costiera amalfitana.