Carabinieri chiudono centro massaggi a castelfranco veneto: arrestata la titolare per sfruttamento della prostituzione

Carabinieri chiudono centro massaggi a castelfranco veneto: arrestata la titolare per sfruttamento della prostituzione

I carabinieri di Castelfranco Veneto sequestrano un centro massaggi gestito da una donna cinese residente a Brescia, arrestata per sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento con denunce ad altri complici.
Carabinieri Chiudono Centro Ma Carabinieri Chiudono Centro Ma
Un centro massaggi di Castelfranco Veneto è stato sequestrato dai carabinieri per un giro di prostituzione gestito dalla titolare, arrestata insieme ad altri complici. - Gaeta.it

Un centro massaggi di Castelfranco Veneto è stato sequestrato dai carabinieri dopo che è emerso un giro di prostituzione al suo interno. La titolare, una donna cinese residente a Brescia e con precedenti simili, è stata arrestata. L’operazione delle forze dell’ordine ha rivelato un’attività di prestazioni sessuali a pagamento organizzata all’interno della struttura e gestita direttamente dalla donna.

Le indagini e il controllo del centro massaggi

Il centro era monitorato da tempo dai carabinieri, che hanno effettuato diversi controlli nel corso delle settimane. L’intervento decisivo è avvenuto nel corso di un sopralluogo durante il quale sono state sorprese tre giovani donne di nazionalità cinese mentre svolgevano attività sessuali, chiaramente legate all’organizzazione del centro. Tutte le ragazze erano sotto la supervisione della titolare arrestata, che si occupava anche della riscossione del denaro dai clienti. Questo sistema garantiva al centro un giro continuo di prestazioni a pagamento, senza lasciare spazio a dubbi sulla natura dell’attività svolta.

Ricostruzione dell’organizzazione interna

Le indagini hanno permesso di ricostruire i dettagli dell’organizzazione interna, confermando che le ragazze non agivano autonomamente ma erano coordinate da una rete gestita dalla stessa donna. I carabinieri hanno raccolto prove concrete che dimostrano come la titolare mantenesse il controllo diretto su ogni fase dell’attività illecita. La costante presenza delle donne anche dopo i servizi, insieme ai pagamenti tracciati, ha reso evidente il meccanismo di sfruttamento.

Pubblicità e promozione online delle prestazioni sessuali

Il centro massaggi utilizzava canali digitali per attrarre clienti. Le prestazioni sessuali venivano pubblicizzate su diversi siti internet, con annunci che riportavano numeri di telefono riconducibili direttamente alla titolare. Questi contatti servivano per fissare appuntamenti e gestire gli ingressi dei clienti, creando una rete di comunicazione efficiente tra chi offriva e chi richiedeva i servizi.

Gli annunci erano strutturati in modo da non lasciare dubbi sulla natura dell’offerta, e la gestione online rappresentava un elemento chiave per la riuscita dell’attività. La titolare curava ogni aspetto della promozione, garantendo un flusso regolare di clienti attraverso la pubblicità mirata sui siti. Questo canale ha fatto emergere come il centro non fosse una semplice attività di massaggi, ma un vero e proprio punto di prostituzione camuffato.

Gestione digitale dell’attività illegale

La presenza online e il controllo diretto dei contatti telefonici dimostrano come la titolare abbia utilizzato le tecnologie moderne per consolidare e organizzare il giro di prostituzione. Il sistema di promozione e prenotazione, studiato nei dettagli, ha permesso un’efficiente gestione degli appuntamenti e un costante flusso di clienti.

Sequestri e denunce legate all’operazione

L’immobile dove si trovava il centro massaggi è stato posto sotto sequestro dalle autorità, bloccando così l’attività illegale. Oltre all’arresto della titolare, sono state denunciate altre due persone coinvolte nella gestione e nel favoreggiamento della prostituzione. Tra queste, un uomo cinese proprietario dell’immobile e una donna, anch’essa cinese, ritenuta collaboratrice principale della titolare arrestata.

Rete organizzata e supporto logistico

Le indagini hanno evidenziato una rete organizzata che comprendeva non solo la gestione diretta delle prestazioni, ma anche la disponibilità degli spazi e il supporto logistico fornito da altri soggetti. Queste denunce fanno parte di un quadro più ampio di contrasto alla prostituzione forzata e al favoreggiamento, un tema caldo per le forze dell’ordine nel territorio veneto.

L’azione dei carabinieri si inserisce in questa direzione, mettendo fine a un’attività illegale che coinvolgeva più persone e generava un giro di soldi basato su comportamenti illegali e sfruttamento di donne. Il sequestro del locale e i provvedimenti giudiziari potranno portare a ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.

Change privacy settings
×