Caporalato in Campania, convegno a Napoli per affrontare lo sfruttamento del lavoro agricolo il 24 giugno

Caporalato in Campania, convegno a Napoli per affrontare lo sfruttamento del lavoro agricolo il 24 giugno

Il convegno all’università Federico II di Napoli riunisce istituzioni, sindacati e autorità per discutere strategie contro il caporalato che sfrutta lavoratori immigrati e danneggia le imprese regolari.
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Il 24 giugno 2025, l’Università Federico II di Napoli ospita un convegno per discutere strategie contro il caporalato, fenomeno che sfrutta lavoratori immigrati e danneggia le imprese agricole regolari, coinvolgendo istituzioni, sindacati e autorità. - Gaeta.it

Il caporalato resta un problema grave nel settore agricolo italiano, colpendo soprattutto i lavoratori immigrati ma danneggiando anche le imprese che operano in regola. A Napoli, il 24 giugno 2025, l’università Federico II ospita un convegno per discutere strategie contro questa piaga. Il dibattito coinvolge istituzioni, sindacati e autorità, concentrandosi sulle conseguenze sociali e economiche dello sfruttamento e sulle possibili soluzioni.

Il caporalato come emergenza sociale che danneggia lavoratori e aziende

Lo sfruttamento dei braccianti agricoli, spesso immigrati, assume forme drammatiche. Molti lavorano sotto condizioni disumane, con orari estenuanti e paghe ridicole, a volte intorno ai due euro l’ora. Questi lavoratori, qualche volta costretti a indebitarsi fino a 12mila euro per arrivare in Italia, si trovano esposti al rischio di salute e privati della loro dignità. Il caporalato, oltre agli effetti sulla vita delle persone, produce seri danni alle aziende agricole oneste che rispettano le leggi.

Queste imprese subiscono una perdita di competitività perché non possono sostenere prezzi bassi a causa del rispetto delle normative e dei diritti dei lavoratori. Si crea così una distorsione nel mercato locale, con un impatto negativo sull’economia non solo regionale ma anche nazionale. La pratica del caporalato, paradossalmente, amplifica le disuguaglianze tra chi opera correttamente e chi trae vantaggi da metodi illeciti.

Il convegno dell’università federico ii: relazioni e partecipanti

Il 24 giugno, nell’aula Pessina dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, si svolge “Caporalato, sfruttamento e diritti negati, strategie per un contrasto efficace”. L’evento nasce da un’iniziativa del Movimento cristiano lavoratori e vede l’apertura dei lavori affidata a Michele Cutolo, presidente provinciale Mcl.

Il convegno sarà introdotto dal rettore Matteo Lorito e potrebbe contare sulla presenza del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Tra i relatori, figurano figure di rilievo come monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, il procuratore aggiunto Antonio Ricci, Giuseppe Patania direttore interregionale dell’Ispettorato del Lavoro nazionale, e Nicola Caputo, assessore regionale all’agricoltura.

Interverranno anche Antonio Ponte, vicario direttore generale Inps, Vincenzo Caridi capo dipartimento del Ministero del Lavoro, e Mattia Pirulli, segretario confederale Cisl. Fabrizio Coscia, editorialista, svolgerà il ruolo di moderatore, mentre la chiusura è affidata ad Alfonso Luzzi, presidente nazionale Mcl. Questa composizione sottolinea l’approccio multidisciplinare e l’impegno delle istituzioni nel contrasto allo sfruttamento.

Le parole di michele cutolo: uno sguardo diretto sulla situazione attuale

Michele Cutolo ha descritto la realtà del caporalato con dati e testimonianze che mettono in evidenza il dramma dei lavoratori. In Italia, una fetta consistente di braccianti arriva da contesti molto poveri e si indebita per poter raggiungere il nostro Paese. Questi lavoratori spesso sono costretti a fare turni di 14 ore sotto il sole cocente, senza tutele, per guadagnare cifre irrisorie.

Cutolo segnala che la pressione dai caporali, che reclutano e gestiscono ogni fase del lavoro, rende la situazione aberrante e difficile da estirpare, anche se la società e le istituzioni mostrano sempre più voglia di intervenire. Il convegno vuole favorire un confronto diretto con chi ogni giorno si scontra con il problema per disegnare nuovi interventi e migliorare azioni già in campo.

Impegno di mcl e proposta di inasprire la normativa

Il presidente nazionale Mcl Alfonso Luzzi ha ribadito l’impegno della sua associazione nella lotta contro il caporalato e contro ogni forma di sfruttamento. Ricorda che da tempo l’organizzazione si batte per riconoscere i diritti dei lavoratori e per portare luce nelle zone dove queste pratiche proliferano.

Luzzi mette in evidenza come serva un irrigidimento delle norme esistenti per evitare che le attività illegali trovino sempre nuovi spazi. L’aumento di sanzioni e controlli potrebbe rappresentare un deterrente significativo. Il tema è complesso, perché coinvolge più livelli: economico, sociale e giuridico. La proposta punta a rendere più severa la legislazione affinché i comportamenti illegali subiscano un colpo deciso.

Il convegno a Napoli diventa così una rampa di lancio per ragionare su come mettere in campo azioni concrete e coordinate tra istituzioni, enti di controllo e associazioni, per cercare di ostacolare un fenomeno che ancora oggi riguarda migliaia di persone e realtà aziendali.

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