Matteo Salvini, attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, si trova al centro di una furiosa polemica dopo l’incidente che ha provocato gravissimi ritardi nel sistema ferroviario nazionale. Un guasto al pantografo di un treno ad alta velocità ha danneggiato la linea aerea e messo in crisi la mobilità tra Nord e Sud del Paese. L’episodio ha riacceso il dibattito sull’efficacia delle opere in corso e le tempistiche imposte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza .
il disastro ferroviario
Il mattino di lunedì, i problemi sono emersi in modo imprevisto. Poco dopo le sette, un treno ad alta velocità ha danneggiato seriamente la linea aerea. Questo guasto ha avuto un effetto domino, provocando l’interruzione della circolazione ferroviaria per diverse ore. La situazione è ulteriormente complicata dalla già esistente congestione nella zona di Firenze. Inutile dire che in poche ore i treni, da ogni punto del Paese, non sono riusciti a muoversi liberamente. I passeggeri si sono trovati bloccati e frustrati, mentre la comunicazione da parte delle Ferrovie è stata confusa e poco chiara.
Le fonti vicine al Ministro Salvini affermano che questo incidente è stato visto come il risultato di una rete ferroviaria già fragile. Il Pnrr, con le sue scadenze rigide, ha imposto lavori veloci che ora si rivelano problematici. Il Ministro ha ricordato che è stato avviato un cantiere di 2.7 miliardi di euro per migliorare la situazione, ma ora si torna a mettere in discussione affidabilità e manutenzione.
Leggi anche:
Nonostante la gravità della situazione, Salvini ha chiesto alle Ferrovie di verificare se ci siano state eventualità di dolo o sabotaggi. Peccato che i primi accertamenti dall’Autorità di Polizia abbiano completamente escluso questa possibilità, lasciando il Ministro a dover affrontare una crisi da solo.
le reazioni politiche
La gravità dell’incidente non ha tardato a suscitare una violenta reazione politica. Le opposizioni hanno subito chiesto a gran voce le dimissioni del Ministro, invocando una responsabilità inaccettabile di fronte ai disagi patiti dai cittadini. Le dichiarazioni di critiche sono state variamente colorite, da toni sarcastici a scetticismi aperti sul funzionamento del Ministero. Gli ambienti vicini a Salvini hanno catalogato tali richieste come “sciacallaggio,” indicativo di una politica che non perde occasione per attaccare l’avversario in situazioni di crisi.
In questa frangente, il leader della Lega ha scelto di non rilasciare dichiarazioni pubbliche dopo l’incidente, affidando le comunicazioni a esponenti del suo partito. I deputati e senatori leghisti della Commissione Trasporti hanno preso la parola per difendere la gestione della situazione, evidenziando che l’incidente non può ricadere sulle spalle di un singolo ministro, ma piuttosto riguarda il sistema nel suo complesso.
il dibattito sul pnrr
Un tema ricorrente nella retorica dei sostenitori di Salvini è la questione dei molteplici cantieri attivi sul territorio. Con oltre 1.200 opere in corso, si solleva la domanda se sia saggio avere così tanti lavori allo stesso tempo su una rete ferroviaria in espansione. Le opinioni si sono divise: da una parte ci sono coloro che sostengono che la programmazione è stata obbligata dal Pnrr; dall’altra, chi segnala un errore strategico che mette a rischio il servizio pubblico.
Ai sostenitori del Ministro va il merito di aver messo in luce che le tempistiche imposte dal Piano sono state chiare: accelerare la realizzazione delle opere per scongiurare la perdita delle risorse. Tuttavia, l’assenza di una programmazione più ponderata non può non sollevare interrogativi circa l’affidabilità del sistema ferroviario e la sua capacità di rispondere a incidenti simili in futuro. Così, tra chi critica e chi difende, inizia una lunga riflessione sulla gestione delle risorse e degli imprevisti, le cui conseguenze ricadono come sempre sui cittadini.