Candidati trumpiani sconfitti anche in canada, australia e romania nonostante le previsioni di vittoria

Candidati trumpiani sconfitti anche in canada, australia e romania nonostante le previsioni di vittoria

Le elezioni in Canada, Australia e Romania mostrano la sconfitta dei candidati sostenuti da Donald Trump e dal movimento Maga, evidenziando il limite dell’influenza trumpiana oltre gli Stati Uniti.
Candidati Trumpiani Sconfitti Candidati Trumpiani Sconfitti
Le recenti elezioni in Canada, Australia e Romania hanno visto la sconfitta di candidati ispirati o sostenuti da Donald Trump, evidenziando il limite dell’influenza del movimento MAGA al di fuori degli Stati Uniti. - Gaeta.it

Le ultime elezioni in Canada, Australia e Romania hanno mostrato una tendenza comune: i candidati che si erano apertamente ispirati o avevano ricevuto l’appoggio diretto di Donald Trump sono stati battuti. Questi risultati sorprendono, dato il forte seguito e l’entusiasmo iniziale che circondava molti di questi esponenti politici. L’influenza del movimento Maga, simbolo della politica trumpiana, non è bastata a garantire la vittoria né oltreoceano né in Europa.

Il caso romeno: George Simion e il muro europeista a bucuresti

George Simion, figura di spicco della destra ultranazionalista romena, ha subito una sconfitta importante al ballottaggio per la guida di Bucarest contro Nicușor Dan, attuale sindaco e simbolo di una visione più europeista. Simion si presentava forte dell’appoggio di Donald Trump e del movimento Maga, dichiarando di ispirarsi alla retorica trumpiana basata su “verità” e protezione degli interessi nazionali. Nel 2019, Simion ha fondato il partito Aur, rapidamente associato a posizioni estreme e anti-vacciniste, un fenomeno che ha preso piede in parte della società romena.

Prima del secondo turno, Simion ha rilanciato temi contro il politicamente corretto, rivendicando la difesa della libertà di espressione e contrapponendosi alle classi politiche tradizionali che, a suo dire, minacciano la libertà. In un’intervista con Skynews, ha sottolineato l’aspetto religioso della sua azione politica, esprimendo una lotta “per Dio contro il male”. Nonostante queste posizioni forti, non è riuscito a conquistare la città, mentre Nicușor Dan ha consolidato il consenso intorno a un’opzione più moderata e legata all’Unione europea.

L’influenza trumpiana e il legame con precedente politiche di estrema destra in romania

L’appoggio diretto degli ambienti trumpiani non si è limitato a Simion. Nel 2024, la campagna elettorale romena era anche segnata dal caso di Calin Georgescu, ultranazionalista battuto dopo che la Corte Suprema romena ha annullato le elezioni presidenziali vinte da lui a novembre 2023, a causa di sospetti di interferenze russe. Questo evento ha rafforzato le critiche di rappresentanti americani vicini a Trump, come JD Vance, che hanno criticato la svolta della Romania e dell’Europa verso rischi interni più gravi di quelli esterni come Russia e Cina.

La narrazione di Georgescu e Simion ruota intorno all’idea del “deep state”, termine usato per indicare poteri occulti che limiterebbero la sovranità popolare, un tema caro all’ex presidente americano. Il legame è stato amplificato da canali come War Room, il podcast di Steve Bannon, che ha fungito da ponte tra l’estrema destra americana e quella europea, facendo da megafono alle istanze MAGA dentro la politica romena.

Canada e australia: la sconfitta dei candidati ispirati a Trump

Questi eventi in Romania richiamano quanto accaduto poco prima in Canada e Australia, dove i candidati che si erano avvicinati esplicitamente al modello trumpiano hanno subito pesanti battute d’arresto. In Australia, Peter Dutton, leader conservatore e promotore del pensiero Maga, ha perso le elezioni di maggio contro il laburista Anthony Albanese. Dutton ha perso anche il seggio, una sconfitta netta che sorprende considerata la sua posizione dominante nei mesi precedenti. Elementi come il desiderio di ispirarsi a Elon Musk nel tagliare la spesa pubblica e la proposta, poi ritirata, di obbligare i dipendenti pubblici a tornare in ufficio hanno probabilmente inciso negativamente sull’elettorato.

In Canada, Pierre Poilievre ha vissuto un rovescio analogo a fine aprile 2025. Dopo un vantaggio ampio nei sondaggi registrato a gennaio, è stato battuto dal liberale Mark Carney. Nell’arco di pochi mesi, la sua campagna ha perso slancio, anche a causa delle pressioni e delle critiche provenienti dagli Stati Uniti, dovute alle tensioni commerciali e alle dichiarazioni di Trump che spesso hanno alimentato nazionalismi e tensioni transfrontaliere. L’idea espressa da Trump, di trasformare il Canada in uno stato americano, ha risvegliato forti sentimenti patriottici in Canada, portando molti elettori a voltare pagina rispetto al candidato conservatore affiliato al movimento Maga.

Le conseguenze dei legami con trump e il magma politico mondiale

I risultati elettorali in tre continenti confermano che l’abbraccio di Donald Trump e del suo movimento MAGA non rappresenta più una carta vincente fuori dagli Stati Uniti. I candidati che si affidano a quella retorica spesso non riescono a convincere elettori attenti a questioni interne e alle particolarità nazionali. Le sconfitte aprono domande su quanto quella cultura politica riesca a superare confini e differenze culturali, politiche ed economiche. Nazioni diverse, con problemi diversi, non sembrano riuscire a consolidare con il voto il modello imposto dal tycoon americano. Le difficoltà di Simion, Poilievre e Dutton fanno capire che gli elettori, soprattutto in Canada e Australia, continuano a premiare strategie e posizioni più radicate e attente ai contesti locali.

Change privacy settings
×