Campi Flegrei, il suolo si è sollevato di 1 metro: i nuovi dati satellitari preoccupano gli esperti

Campi Flegrei, il suolo si è sollevato di 1 metro: i nuovi dati satellitari preoccupano gli esperti

Campi Flegrei Campi Flegrei
Campi Flegrei, il suolo si è sollevato di 1 metro ( Fonte IG @Quelli della zona rossa del vulcano Campi Flegrei ) - Gaeta.it

Nuovi dati satellitari mostrano un’accelerazione del bradisismo nei Campi Flegrei, con implicazioni dirette per la sicurezza urbana e la gestione del rischio vulcanico.

Negli ultimi mesi, l’area dei Campi Flegrei ha continuato a mostrare segni evidenti di instabilità. L’attenzione degli esperti è puntata sull’evoluzione del bradisismo, il lento sollevamento del suolo che interessa questa zona vulcanica della Campania. I rilievi effettuati tramite interferometria radar da satellite hanno evidenziato deformazioni progressive che, in alcuni casi, superano i 20 centimetri in un anno. Questo movimento costante del terreno, unito all’aumento dell’attività sismica locale, sta spingendo gli studiosi a rivedere i modelli di rischio e a intensificare il controllo sul territorio.

Monitoraggio satellitare e bradisismo

Grazie a una rete sempre più precisa di satelliti radar, oggi è possibile seguire quasi in tempo reale i cambiamenti millimetrici del suolo. Il metodo usato si chiama InSAR e consente di sovrapporre immagini scattate a distanza di giorni o settimane per individuare variazioni nella posizione della crosta terrestre. Nei Campi Flegrei, questi dati hanno disegnato mappe in cui il sollevamento appare come una serie di anelli concentrici intorno a Pozzuoli, segno di una pressione crescente sotto la superficie.

Tra il 2016 e il 2021, alcune aree hanno registrato una risalita media superiore agli 80 mm all’anno, un dato che già allora destava preoccupazione. Il fenomeno è ciclico e non nuovo nella storia dell’area, che nel passato ha già sperimentato fasi di intensa attività bradisismica, come quella del 1982-84, culminata con l’evacuazione di parte del centro storico di Pozzuoli. Oggi, la tecnologia permette di osservare con maggiore precisione il fenomeno, ma le cause restano complesse: si tratta di dinamiche legate al sistema idrotermale profondo e al possibile accumulo di magma.

Campi Flegrei
Campi Flegrei, Monitoraggio Satellitare E Bradisismo – Gaeta.it

Gli ultimi interferogrammi pubblicati dall’INGV mostrano che nel periodo settembre 2022 – settembre 2023, il suolo si è sollevato di circa 19-20 cm. Le frange colorate evidenziano uno spostamento coerente, concentrato attorno alla zona portuale di Pozzuoli, una delle aree più vulnerabili. Le variazioni altimetriche, pur se graduali, sono accompagnate da una sequenza crescente di scosse sismiche locali, spesso avvertite dalla popolazione. Nonostante ciò, le autorità scientifiche ribadiscono che si tratta, per ora, di dinamiche previste e già registrate in passato.

Attività sismica e rischio urbano

Nel quadro delle deformazioni rilevate, la connessione tra sollevamento del terreno e micro-sismicità è oggetto di studio costante. Le scosse registrate in prossimità del Porto di Pozzuoli non sono isolate. La distribuzione degli eventi suggerisce l’esistenza di una zona di accumulo di pressione, localizzata a diversi chilometri di profondità. Non si tratta solo di un fenomeno geologico: la densità abitativa e la presenza di infrastrutture complesse rendono l’area estremamente sensibile.

I Campi Flegrei coprono un’area di circa 200 km², più estesa dell’intero comune di Milano. La caldera, che ha un diametro stimato tra i 9 e i 12 chilometri, comprende zone densamente popolate come Bacoli, Pozzuoli e parte di Napoli occidentale. La particolare morfologia dell’area — un vulcano nascosto sotto la città — rende la gestione del rischio più articolata rispetto ad altri sistemi vulcanici, come il Vesuvio, la cui bocca è ben visibile.

Dal 2005, l’intera zona è soggetta a una nuova fase di sollevamento, che fino a oggi ha causato un innalzamento del terreno superiore al metro in alcune zone. Questo andamento non ha prodotto eruzioni, ma ha costretto le autorità a rivedere i piani di evacuazione e a rafforzare la sorveglianza geofisica. Il timore non è tanto l’eruzione improvvisa, quanto l’eventualità che una combinazione di fattori — come una nuova fase di sollevamento accelerato accompagnata da scosse più forti — possa rendere necessarie misure drastiche.

Le implicazioni toccano anche la pianificazione urbana: costruire o restaurare edifici in un’area in sollevamento implica valutazioni specifiche sul lungo termine. Il monitoraggio costante, l’informazione al pubblico e la collaborazione tra enti locali e istituti di ricerca restano fondamentali. I Campi Flegrei sono, a tutti gli effetti, un laboratorio naturale per lo studio della vulcanologia attiva in contesto urbano.

Le analisi in corso non segnalano per ora segnali di eruzione imminente, ma l’instabilità geologica richiede attenzione continua. Le immagini radar, le rilevazioni sismiche e le osservazioni sul campo compongono un mosaico complesso, che va letto con cautela ma senza allarmismi inutili. I dati scientifici non parlano di emergenza, ma indicano che l’attività sotterranea è in evoluzione e che il margine d’incertezza resta elevato.

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