Camizestrant e inibitori di cdk4/6 migliorano la sopravvivenza nel tumore mammario avanzato in Italia e Usa

Camizestrant e inibitori di cdk4/6 migliorano la sopravvivenza nel tumore mammario avanzato in Italia e Usa

Nuove terapie con camizestrant e inibitori di Cdk4/6 migliorano la sopravvivenza e la qualità della vita nelle pazienti italiane con tumore al seno Hr-positivo, anticipando il trattamento della mutazione Esr1.
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Nuovi dati presentati all'Asco 2025 mostrano che la combinazione di camizestrant e inibitori di Cdk4/6 ritarda significativamente la progressione del tumore al seno metastatico Hr-positivo, migliorando la qualità della vita delle pazienti. - Gaeta.it

Il tumore al seno resta la forma più frequente di cancro in Italia, con oltre 55mila nuovi casi ogni anno e 52mila donne che convivono con malattie metastatiche. A livello mondiale è ancora la principale causa di morte oncologica femminile. Dopo anni di ricerche, nuovi dati presentati al congresso Asco 2025 mostrano speranze importanti grazie alla combinazione di camizestrant e inibitori di Cdk4/6, una strategia in grado di ritardare la progressione tumorale e preservare la qualità della vita delle pazienti con carcinoma mammario avanzato.

Il tumore al seno in italia e le caratteristiche biologiche delle pazienti

In Italia circa 52mila donne vivono con una diagnosi di tumore mammario metastatico. La maggior parte, circa il 70%, presenta tumori che esprimono i recettori ormonali, Esr1, e sono negativi per la proteina Her2. Per queste pazienti, la prima linea di cura predilige trattamenti endocrini, abbinati spesso a inibitori di Cdk4/6, capaci di estendere la sopravvivenza oltre i 5 anni in buona parte dei casi. Alcune donne arrivano a superare anche i 10 anni, un dato che conferma l’efficacia di queste terapie in caso di tumori “endocrino sensibili”.

Questi tumori però sviluppano nel tempo meccanismi di resistenza. Nel 45% circa dei casi si osserva una mutazione nel recettore Esr1, che rende inefficace il trattamento di prima linea standard con inibitori dell’aromatasi più inibitori di Cdk4/6. Per questo motivo, i ricercatori hanno concentrato la loro attenzione su nuove terapie in grado di intervenire prima che la malattia si manifesti nuovamente in modo evidente, cercando di bloccare la progressione sul piano molecolare.

Camizestrant è un farmaco appartenente alla classe dei SERD , molecole in grado di degradare selettivamente il recettore degli estrogeni mutant e ostacolare così la crescita tumorale. Il trattamento si distingue per una buona tollerabilità, elemento cruciale considerando la lunghezza delle cure per il carcinoma mammario metastatico.

Risultati principali dello studio serena-6 presentato all’asco 2025

Il congresso americano di oncologia clinica Asco 2025 ha visto la presentazione in sessione plenaria dei dati dello studio di fase 3 Serena-6. Questa ricerca ha confrontato la combinazione di camizestrant con uno degli inibitori di Cdk4/6 rispetto alla prosecuzione del regime standard a base di inibitori dell’aromatasi associati agli stessi inibitori di Cdk4/6.

I risultati sono stati incoraggianti. Il rischio di progressione tumorale o morte si è ridotto del 56% con la nuova combinazione. La mediana di sopravvivenza libera da progressione è salita a 16 mesi nelle pazienti trattate con camizestrant, contro i 9,2 mesi del gruppo di controllo. Il vantaggio si è visto in tutti i sottogruppi considerati, indipendentemente dall’età, origine etnica, area geografica o tipo e momento di comparsa della mutazione Esr1.

La ricerca ha evidenziato anche effetti positivi sugli indicatori di qualità della vita. Per la prima volta, un trattamento così ha ritardato del 47% il peggioramento dello stato generale di salute delle pazienti, calcolato su parametri specifici come dolore e capacità funzionali. La mediana del tempo trascorso prima che si manifestasse un deterioramento è stata di 23 mesi con camizestrant, contro i 6,4 mesi del trattamento standard.

Approccio al trattamento basato sulla progressione molecolare del tumore

Il punto di svolta introdotto da Serena-6 riguarda il passaggio dalla gestione “reattiva” della resistenza tumorale a una modalità “proattiva”. Fino ad ora la sostituzione della terapia avveniva dopo che la progressione clinica e radiologica fosse chiara, spesso non prima di qualche mese dalla comparsa del meccanismo di resistenza. Lo studio ha innovato questo approccio suggerendo il cambio di trattamento al momento dell’emersione della mutazione Esr1, rilevabile tramite biopsia liquida, ossia l’analisi del DNA tumorale circolante nel sangue.

Questo metodo consente di intervenire prima che la malattia si manifesti con segni clinici o radiografici, ritardando la progressione tumorale e proteggendo la qualità di vita. La trattativa anticipata di camizestrant bloccando la mutazione nelle prime fasi aiuta a mantenere più a lungo i benefici della terapia iniziale e a rallentare il peggioramento delle condizioni associate alla comparsa di resistenza.

Il monitoraggio del DNA circolante diventa così un elemento centrale per guidare le scelte terapeutiche di precisione nel carcinoma mammario Hr-positivo, orientando la gestione dell’intervento oncologico sulla base del profilo molecolare emergente.

Prospettive future e note dai principali esperti italiani e internazionali

Secondo Giampaolo Bianchini, responsabile del gruppo mammella all’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, la mutazione Esr1 rappresenta il fattore principale che causa la resistenza alla prima linea endocrina. La nuova classe di farmaci SERD come camizestrant offre una risposta efficace a questa problematica, con una buona tollerabilità che permette di prolungare e migliorare il decorso clinico delle pazienti.

Alberto Zambelli, direttore Oncologia ad Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, sottolinea che Serena-6 riduce a metà il rischio di progressione o decesso e ritarda il peggioramento della qualità della vita. “L’intervento precoce modifica un paradigma consolidato da decenni, spostando il timing del cambio di terapia prima dell’effettiva manifestazione della progressione clinica e radiologica.”

Da parte sua, Susan Galbraith, Vicepresidente R&D di AstraZeneca, ha evidenziato che camizestrant è il primo degragatore selettivo orale di nuova generazione a mostrare benefici in prima linea assieme agli inibitori di Cdk4/6. “Lo studio apre la strada a un nuovo standard di cura per pazienti con tumore al seno Hr-positivo, aprendo una nuova fase nella gestione terapeutica del carcinoma mammario.”

I dati relativi agli endpoint secondari come la sopravvivenza globale e il tempo alla seconda progressione di malattia sono ancora in attesa di maturazione, ma mostrano segnali promettenti. La ricerca proseguirà per confermare l’effetto duraturo di questa strategia su un ampio orizzonte temporale.

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