Cambiamenti nel bonus cultura italiano: le reazioni e il confronto con l'Europa

Cambiamenti nel bonus cultura italiano: le reazioni e il confronto con l’Europa

Il governo italiano riforma il bonus cultura, trasformandolo in un sussidio con requisiti di merito e reddito, suscitando preoccupazioni per l’accesso dei giovani alla cultura rispetto ad altri modelli europei.
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Cambiamenti nel bonus cultura italiano: le reazioni e il confronto con l'Europa - Gaeta.it

La recente decisione del governo italiano di riformare il bonus cultura ha suscitato reazioni contrastanti, evidenziando un clima di preoccupazione all’interno del settore. Il presidente dell’Associazione Italiana Editori , Innocenzo Cipolletta, ha espresso delusione in seguito alla bocciatura della proposta, definendola come una scelta politica più che tecnica. La riforma, che ha trasformato il bonus in un sussidio con requisiti di merito e reddito, ha reso più difficoltoso l’accesso dei giovani alla cultura, un obiettivo fondamentale dell’iniziativa originale.

La posizione dell’AIE sull’attuale bonus cultura

Cipolletta ha sottolineato l’importanza di proseguire il dialogo con il ministro Alessandro Giuli, affermando che l’AIE non intende arrendersi. La riforma non solo ha modificato i criteri di accesso, ma ha anche suscitato timori riguardo a un possibile allontanamento dalla missione principale del bonus cultura, ovvero garantire ai giovani la possibilità di accedere liberamente a manifestazioni e contenuti culturali. Secondo il presidente, questa battaglia è cruciale non solo per il settore editoriale, ma per tutta la filiera culturale, che comprende editori, librerie, biblioteche e istituzioni culturali.

Con il passaggio da un bonus accessibile a tutti i giovani a un sussidio con requisiti specifici, il rischio è che molti ragazzi non riescano a beneficiare della misura. Questa situazione potrebbe, di fatto, ridurre ulteriormente l’interesse e la partecipazione dei giovani alla cultura. Cipolletta ha quindi lanciato un appello affinché si ritorni a un modello più inclusivo, così da migliorare l’accesso e l’apprendimento culturale tra le nuove generazioni.

Il contesto europeo e la comparazione dei bonus cultura

A fronte delle recenti modifiche in Italia, è opportuno confrontare la situazione con le politiche culturali europee, che spesso offrono modelli più inclusivi. Ad esempio, nel 2022, la Spagna ha introdotto il “bono cultural joven”, un incentivo di 400 euro che permette ai diciottenni di spendere liberamente in testi scolastici, strumenti musicali e varie attività culturali senza alcuna distinzione. Questo approccio mira a garantire l’accesso alla cultura per tutti i giovani, non solo per un gruppo ristretto con requisiti specifici.

Anche la Germania ha deciso di muoversi in questa direzione, avviando nel 2023 il Kulturpass, un programma che offre 200 euro per spese culturali a tutti i giovani, anch’esso senza condizioni economiche. Questa iniziativa ha attratto l’attenzione per il suo modello inclusivo, volto a stimolare la partecipazione giovanile alle attività culturali.

In Francia, il Pass Culture, introdotto nel 2021, ha previsto un credito di 300 euro, ma la scarsità di categorie di spesa e la gestione della misura hanno sollevato dubbi, tanto che un rapporto della Corte dei conti di Parigi ha evidenziato sprechi significativi. Tra le spese inadeguate, sono state menzionate le attività di “escape game”, che non dovrebbero rientrare tra le offerte riferibili al Pass.

Queste esperienze dimostrano che, mentre l’Italia si sta stringendo attorno a criteri di accesso più restrittivi, altri Paesi stanno invece cercando di ampliare l’accesso alla cultura per i giovani, riconoscendo l’importanza della cultura come fondamento della crescita personale e sociale. La speranza è che il dibattito attuale in Italia possa portare a una riflessione più profonda sulle politiche culturali da adottare, sulla scia delle esperienze europee, in modo da garantire un futuro culturale ricco e accessibile.

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