Calo della popolazione attiva in italia e in europa: scenari e variazioni regionali fino al 2040

Calo della popolazione attiva in italia e in europa: scenari e variazioni regionali fino al 2040

La diminuzione della popolazione tra i 15 e i 64 anni in Italia, soprattutto nel sud e in regioni come Basilicata, Sardegna e Calabria, rischia di compromettere il mercato del lavoro entro il 2040.
Calo Della Popolazione Attiva Calo Della Popolazione Attiva
L’articolo analizza il calo della popolazione in età lavorativa in Italia, soprattutto al Sud, evidenziando l’impatto dell’invecchiamento demografico e delle nascite in diminuzione sul mercato del lavoro, confrontando inoltre la situazione italiana con quella di altri paesi europei. - Gaeta.it

La diminuzione delle nascite insieme all’invecchiamento della popolazione sta ridisegnando la composizione demografica italiana. Questo fenomeno interessa in modo particolare la fascia tra i 15 e i 64 anni, la più rilevante per il lavoro. Secondo il rapporto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, tra il 2023 e il 2040 questa parte di popolazione subirà una contrazione importante, con effetti visibili soprattutto nel sud del Paese. Anche in diversi altri stati europei la popolazione attiva mostra tendenze simili, sebbene con alcune differenze legate a politiche migratorie e natalità.

Il sud italia e le regioni più colpite dal calo della popolazione attiva

Nel dettaglio delle varie regioni italiane, la contrazione della popolazione in età lavorativa non è uniforme. Tra il 2023 e il 2030, tutte le regioni tranne Lombardia ed Emilia-Romagna vedranno una riduzione dei residenti tra i 15 e 64 anni. Le aree più penalizzate sono quelle del sud. Basilicata guida questa tendenza con una perdita stimata dell’8,1%, seguita dalla Sardegna con il 7,8% e poi Calabria, Puglia, Campania e Sicilia con percentuali tutte sopra il 6%.

Focus sulle province

A livello provinciale si segnalano cali marcati in alcune realtà del centro-sud come Nuoro, Potenza, Enna e Caltanissetta, con diminuzioni vicino al 10%. Oristano mostra un trend simile. Oltre al numero inferiore di persone tra i 15 e 64 anni, queste zone dovranno fare i conti con aumenti della popolazione anziana e un mercato del lavoro che richiederà manodopera per sostituire lavoratori vicini alla pensione.

Lo studio mette in luce un problema importante: la scarsità di persone in età lavorativa rischia di scontrarsi con una domanda di lavoro destinata a crescere, soprattutto per sostituire gli over 50 presenti in grandi numeri nelle imprese. L’Italia è tra i paesi europei con la più alta incidenza di lavoratori over 50, che rappresentano il 40,6% dei lavoratori rispetto a una media UE del 35,1%.

Il contesto europeo: paesi con decrementi e casi di crescita della popolazione attiva

L’Italia non è un caso isolato nelle trasformazioni demografiche europee. Negli ultimi dieci anni molti stati hanno visto calare la popolazione tra i 15 e 64 anni. Il dato complessivo suggerisce un passaggio da 291,7 milioni di abitanti in età lavorativa nel 2014 a 286,5 milioni nel 2024, pari a una riduzione di quasi il 2%. Anche la quota di popolazione attiva rispetto al totale è calata dal 66% al 63,8%.

Tra i paesi più colpiti per diminuzioni si trovano Croazia , Polonia , Lettonia e Grecia . Queste nazioni stanno affrontando seri cambiamenti demografici che incidono direttamente sui loro mercati del lavoro e le prospettive economiche.

Casi di crescita

In contrapposizione, alcune nazioni mostrano tendenze di crescita della popolazione in età lavorativa. L’Irlanda ha visto un aumento del 14,9%, il Lussemburgo addirittura del 22,5% e la Svezia del 7,3%. Questi risultati derivano in larga parte da politiche migratorie selettive e da un afflusso di cittadini da altri paesi europei, compensando la diminuzione delle nascite. Anche Francia, Spagna e Danimarca vantano segni positivi o stabili grazie a strategie di sostegno alla famiglia e flussi migratori. Germania, invece, registra una contrazione minima dello 0,3%.

Lo scenario europeo sottolinea come fattori politici e sociali influenzino i numeri demografici legati al lavoro, presentando situazioni diverse a seconda del contesto nazionale e delle scelte adottate.

La riduzione della popolazione in età lavorativa in italia: previsioni a 10 e 20 anni

In base al documento presentato a Roma durante la conferenza stampa del Festival del Lavoro, la popolazione italiana tra i 15 e i 64 anni si ridurrà sotto diverse percentuali significative. Al 2030 la contrazione raggiungerà circa 1 milione 167 mila persone, pari a quasi il 4% in meno rispetto agli attuali numeri. Se si guarda più avanti, al 2040, la diminuzione salirà a oltre 5 milioni, cioè più di un decimo della popolazione in età utile al lavoro.

Questo declino è collegato a quelli che vengono chiamati fenomeni di inverno demografico, con nascite in calo e femmine che si fanno sempre meno numerose. Accanto a ciò cresce la frazione di persone anziane, facendo innalzare l’età media della popolazione e cambiando la composizione sociale e lavorativa del paese. I dati rivelano un impatto già visibile sulle risorse umane disponibili, con evidenti difficoltà per il mercato del lavoro nazionale.

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