La questione dei rifiuti e della tassa sulla raccolta dei rifiuti in Liguria torna al centro del dibattito politico. Marco Bucci, presidente di Regione Liguria e ex sindaco di Genova per sette anni, ha risposto alle accuse di Silvia Salis, candidata sindaco che aveva denunciato una delle Tari più alte d’Italia e una città poco pulita. Bucci ha respinto queste affermazioni e ha chiarito le ragioni dietro ai costi e alle scelte adottate dall’amministrazione regionale, sottolineando anche i prossimi passi sulla gestione del ciclo dei rifiuti.
Bucci smentisce le accuse sulla tari e ricorda i debiti della giunta doria
Marco Bucci ha definito “un abbaglio” le critiche di Silvia Salis sulla Tari, spiegando che non è corretto classificarla come “tra le più alte d’Italia”, anche se riconosce che il costo risulta elevato. Il presidente ha fatto riferimento al debito di 160 milioni di euro generato dalla precedente giunta Doria, un passaggio cruciale per capire la situazione attuale. Questo debito, ha spiegato, aveva messo in seria difficoltà la gestione dei rifiuti in Liguria, tanto che Amiu, la municipalizzata per la raccolta e smaltimento, era praticamente sul punto di essere venduta per un euro simbolico.
Bucci ha sottolineato che la giunta regionale ha affrontato questa emergenza, riuscendo a risolvere i problemi e coprire quel debito come richiesto dalla Corte dei conti. Secondo lui, questo risultato non è stato adeguatamente riconosciuto nei commenti della candidata Salis. La Tari è stata influenzata proprio da questi fattori, oltre al costo per garantire un servizio che rispetta i criteri ambientali e normativi in vigore.
Il termovalorizzatore come risposta per chiudere il ciclo dei rifiuti
Il presidente della regione ha poi focalizzato l’attenzione sul futuro del trattamento dei rifiuti, annunciando che a giugno partirà il bando per la realizzazione di un termovalorizzatore o un impianto per la produzione di energia da rifiuti. Questo progetto nasce dalla necessità di chiudere il ciclo dei rifiuti, un tema che secondo Bucci è fondamentale per migliorare la situazione attuale e evitare il problema dei rifiuti non smaltiti.
Bucci ha criticato indirettamente la posizione di alcune forze politiche – senza nominarle direttamente – che si oppongono all’idea del termovalorizzatore, dicendo che “si evita di pronunciare questa parola proprio per timore delle reazioni politiche.” Non a caso, ha spiegato, la Regione Liguria ha deciso di prendersi l’onere di trovare una localizzazione e una soluzione concreta, che permetta di produrre energia e nello stesso tempo chiudere il ciclo.
Le possibili aree per il termovalorizzatore e il dibattito con i sindaci locali
Tra le aree indicate per l’impianto rientra la Val Bormida, dove i sindaci locali stanno discutendo la proposta. Bucci ha raccontato che “non c’è ancora un no categorico da parte dei territori interessati, ma una fase di confronto aperto e attenta.” L’investimento previsto per la realizzazione del termovalorizzatore è di circa 450 milioni di euro, una cifra rilevante che potrebbe diventare un volano anche per l’economia locale.
Nel corso delle discussioni, i vari enti locali stanno valutando pro e contro in modo dettagliato, considerando l’impatto sul territorio e le opportunità di sviluppo legate all’impianto. Quella del termovalorizzatore è vista come una scelta strategica, necessaria per il sistema rifiuti ligure, ma che rappresenta al tempo stesso una sfida per i soggetti coinvolti sulla gestione ambientale e sociale del progetto.
Una fase cruciale verso la sostenibilitÃ
Questo passaggio segna una fase cruciale del percorso regionale verso una gestione più autonoma e sostenibile dei rifiuti solidi urbani. L’avvio del bando, previsto per metà 2025, segnerà l’inizio delle operazioni per individuare il soggetto che realizzerà l’opera e consentirà di osservare le risposte delle amministrazioni locali e della comunità .