Le principali piazze finanziarie dell’Asia mostrano segnali contrastanti mentre l’attesa per nuove tariffe commerciali volute dal presidente americano Donald Trump incide su nervosismo e scambi. Alcuni indici guadagnano terreno, spinti da rumor di interventi governativi, mentre altri languono a causa delle tensioni crescenti tra Stati Uniti, Canada e Unione europea. Contemporaneamente, emergono trend forti nelle materie prime e nelle criptovalute, con il bitcoin che raggiunge valori record.
Andamento delle borse asiatiche e tensioni sui dazi
I mercati asiatici hanno chiuso la seduta con andamenti disomogenei. Hong Kong si è distinta con un rialzo dell’1,9%, favorita dall’interesse verso il settore immobiliare locale che ha beneficiato di notizie su possibili misure di sostegno da parte del governo cinese. Anche Shanghai e Shenzhen hanno registrato guadagni intorno allo 0,9%, spinti dagli stessi fattori legati agli immobili. Invece, le borse di Seul e Sydney hanno segnato ribassi rispettivamente dello 0,3% e dello 0,1%, mentre Tokyo è rimasta quasi invariata, oscillando su livelli di parità.
clima teso per le lettere di Trump
Il clima resta teso a causa della lettera ufficiale inviata da Trump al Canada, in cui annuncia l’imposizione di tariffe al 35% a partire dall’1 agosto. Questa misura rappresenta un’escalation nelle tensioni commerciali. In attesa della lettera diretta all’Unione europea, prevista per oggi, i mercati rispondono con prudenza. Le minacce di dazi generalizzati fra il 15 e il 20% per quei paesi che non negozieranno accordi bilaterali con gli Stati Uniti gettano un’ombra sulle prospettive di scambi internazionali. Questo scenario suscita preoccupazioni visibili nelle contrattazioni.
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Futures negativi in europa e wall street, euro e dollaro in calo
Parallelamente all’Asia, i futures su Wall Street mostrano segni di debolezza, con perdite fra lo 0,2 e lo 0,3%. Anche i contratti sull’Euro Stoxx 50 scivolano dello 0,3%. Gli operatori sembrano pesare l’impatto che i nuovi dazi americani potrebbero avere su flussi commerciali e sui rapporti tra grandi potenze economiche. La svalutazione dell’euro, che perde lo 0,2% rispetto al dollaro posizionandosi a 1,168, riflette anche queste inquietudini. Il dollaro canadese, colpito dalla tariffa annunciata, registra un calo dello 0,3%, scendendo a 0,73 rispetto al dollaro americano.
Attenzione sulle contromisure e impatti economici
L’attenzione rimane concentrata sulle possibili contromisure da parte dei paesi interessati e sulle conseguenze per i settori più esposti alle esportazioni e importazioni. Le oscillazioni valutarie segnano un ulteriore livello di incertezza, perché si riflettono anche sui costi delle materie prime e sugli investimenti. Il contesto di mercato appare fragile e reattivo a ogni nuovo sviluppo, specialmente in vista dei prossimi giorni, quando potrebbero essere chiarite ulteriori mosse politiche e tariffarie.
Bitcoin e oro continuano la corsa nonostante il contesto globale turbolento
In un quadro generale di quotazioni incerte, due asset sembrano spezzare la tendenza negativa del mercato tradizionale. Il bitcoin ha segnato un balzo del 4,2%, superando la soglia dei 118 mila dollari e consolidando un nuovo massimo storico. Questo incremento riflette il crescente interesse da parte degli investitori verso le criptovalute come strumenti di rifugio o di diversificazione, specie in contesti di alta volatilità e tensione sui mercati globali.
L’oro segue un trend simile, crescendo dello 0,5% e raggiungendo il prezzo di 3.343 dollari l’oncia. Le pressioni sull’oro sono legate proprio alla sua funzione di bene rifugio in tempi di incertezza economica internazionale. La domanda aumenta anche in relazione alla volatilità delle valute e alle preoccupazioni politiche che potrebbero influenzare i mercati. La spinta verso questi asset riflette un cambiamento nell’approccio di investitori che cercano coperture contro possibili instabilità su scala globale.