Le piazze finanziarie asiatiche hanno chiuso in ribasso, risentendo di una nuova frenata nelle speranze di una tregua nella guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina. Il ritorno dei dazi introdotti da Donald Trump, insieme a dati economici americani poco incoraggianti sul pil e i consumi, ha influito sul sentiment degli investitori. La situazione resta incerta anche in Europa e negli Stati Uniti, in attesa di segnali dalla politica monetaria e dalle nuove rilevazioni sull’inflazione.
Impatto della conferma dei dazi statunitensi e stato dei negoziati commerciali con la Cina
Le speranze iniziali di una sospensione dei dazi imposti dagli Stati Uniti sulla Cina sono state rapidamente ridimensionate. La Corte internazionale di commercio Usa aveva sospeso temporaneamente i dazi, ma questa decisione è stata bloccata dalla corte di appello che ha congelato la sentenza, autorizzando di fatto il loro mantenimento. A questo si aggiunge la dichiarazione della Casa Bianca, che ha anticipato l’intento di reintrodurre comunque le tariffe nel breve termine.
Nel frattempo, le trattative commerciali restano in stallo. Il segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent, ha dichiarato che i colloqui con la Cina sono “un po’ in pausa”, senza evidenziare progressi significativi o aperture che possano portare a un allentamento delle tensioni.
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Questi sviluppi hanno peggiorato il clima di fiducia tra gli investitori, che vedono davanti a loro il rischio di una nuova fase di attriti economici. Il perdurare della guerra commerciale rischia di complicare le prospettive di crescita, specie in un momento in cui i dati macroeconomici mostrano già segnali di rallentamento nell’economia americana.
Riflessi sui mercati energetici e prospettive economiche
Il mercato del petrolio mostra segnali di debolezza in linea con i timori economici globali. Il greggio Wti ha perso lo 0,4%, scendendo a 60,71 dollari al barile, una reazione alle notizie negative sull’economia americana e alle possibili ripercussioni sulla domanda di energia.
La diminuzione dei prezzi riflette l’incertezza sulle prospettive di consumi e investimenti, soprattutto se si considera che l’economia Usa rappresenta una delle principali fonti di domanda globale per il petrolio. Il ribasso sui mercati energetici crea pressione su altri segmenti finanziari e conferma la cautela generale degli operatori.
La combinazione di dati poco incoraggianti, incertezze commerciali e attese su decisioni monetarie fa registrare un quadro economico complesso, in cui gli investitori procedono con cautela, costretti a monitorare giorno dopo giorno le evoluzioni di questa fase delicata.
Performance negativa delle borse asiatiche e movimenti dei mercati globali
Le principali borse asiatiche hanno subito perdite significative nella giornata del 2025-06-15, confermando uno scenario complesso sui mercati. Tokyo e Seul hanno segnato un ribasso dello 0,9%, Hong Kong ha perso l’1,6%, Shanghai ha arretrato dello 0,3% e Shenzhen ha chiuso in calo dell’1%. Contrariamente al trend generale, Sydney è riuscita a registrare una lieve crescita dello 0,3%.
Questo andamento riflette la crescente tensione legata ai dazi commerciali e alle incertezze sull’andamento dell’economia globale. I future su Wall Street hanno registrato un modesto calo, mentre quelli sull’Europa sono saliti leggermente, nonostante i timori su un rallentamento economico diffuso. La quantità di movimenti contrastanti mostra un mercato diviso tra prese di beneficio e la cautela degli investitori in vista di nuove decisioni di politica economica.
Le borse asiatiche, dopo i recenti segnali di stabilizzazione, sembrano ora perdere slancio, indicando che la guerra commerciale e la situazione macroeconomica americana influenzano ancora pesantemente la fiducia e le aspettative del mercato.
Attese su inflazione e politica monetaria fra europa e Stati Uniti
Mentre i mercati affrontano l’incertezza commerciale, gli operatori guardano con attenzione alle prossime rilevazioni sull’inflazione in Europa e negli Stati Uniti. Per l’Europa sono attesi i dati sui prezzi al consumo di Germania, Spagna e Italia, che dovrebbero registrare un lieve calo a maggio. Questi dati sono fondamentali per capire la pressione inflazionistica nella zona euro e per valutare le mosse della Banca centrale europea.
Negli Stati Uniti, al centro dell’attenzione c’è il Personal Consumption Expenditures di aprile, considerato dalla Federal Reserve il principale indicatore sull’andamento dei prezzi. Il mercato prevede un raffreddamento dell’inflazione, elemento che potrebbe influenzare le decisioni della banca centrale su un eventuale taglio dei tassi.
I rendimenti dei titoli di Stato americani sono intanto scesi ai livelli più bassi delle ultime due settimane, attestandosi intorno al 4,42%. Questo indica aspettative di una politica monetaria più accomodante da parte della Fed, in risposta ai segnali di rallentamento della crescita e all’inflazione moderata.