Bonus di 3.000 euro in puglia per la crioconservazione degli ovociti, una risposta alla denatalità

Bonus di 3.000 euro in puglia per la crioconservazione degli ovociti, una risposta alla denatalità

La regione Puglia introduce un bonus di 3.000 euro per la crioconservazione degli ovociti rivolto a donne tra i 27 e i 37 anni, sostenendo la pianificazione della maternità e contrastando il calo delle nascite in Italia.
Bonus Di 3.000 Euro In Puglia Bonus Di 3.000 Euro In Puglia
La Regione Puglia ha introdotto un bonus di 3.000 euro per la crioconservazione degli ovociti, rivolto alle donne tra i 27 e i 37 anni, per sostenere la pianificazione della maternità e contrastare il calo delle nascite. - Gaeta.it

La regione puglia ha introdotto un bonus di 3.000 euro destinato a coprire le spese per la crioconservazione degli ovociti rivolto alle donne tra i 27 e i 37 anni. Questa iniziativa punta a offrire un aiuto concreto per la pianificazione della maternità, riconoscendo il diritto delle donne a scegliere in modo più libero e consapevole il momento in cui avere un figlio. L’attenzione a questa tematica si inserisce nel contesto del calo delle nascite che preoccupa non solo la puglia, ma l’intero paese.

Il bonus della regione puglia come modello per altre realtà

Filippo Maria Ubaldi, ginecologo e direttore scientifico del gruppo italia genera, ha evidenziato come questa misura rappresenti un passo pratico a favore della genitorialità, un sostegno non solo simbolico ma economico che può tradursi in opportunità reali per molte donne. Il bonus permette di ridurre i costi legati a una procedura che spesso resta fuori dalla portata di molte famiglie. L’erogazione di questa somma tiene conto dell’importanza di bilanciare impegni personali, professionali e la scelta di diventare madri.

Non a caso, anche altre regioni come la toscana hanno adottato iniziative simili promuovendo la crioconservazione come strumento utile a fermare l’andamento negativo delle nascite. Claudia Livi, direttrice sanitaria del centro demetra di firenze, ha sottolineato come questa pratica sia da vedere non come un lusso ma come una risorsa in una società in cui la pianificazione familiare si deve adattare alle condizioni contemporanee di vita e lavoro.

La crioconservazione degli ovociti: tecnica e scopi

La crioconservazione o “social freezing” consiste nel prelievo, nel congelamento e nella conservazione degli ovociti femminili, effettuato in una fase giovane e fertile per essere utilizzato in seguito. La tecnica offre la possibilità di posticipare la maternità mantenendo intatte le probabilità riproduttive legate all’età in cui gli ovociti sono stati congelati. Aiuta a evitare che il naturale calo della fertilità con l’avanzare dell’età condizioni la scelta di avere un figlio.

Gli esperti consigliano di procedere alla crioconservazione prima dei 37-38 anni, perché le probabilità di successo sono maggiori durante questa finestra. Ubaldi precisa che non garantisce la gravidanza, ma mantiene una chance concreta di concepire in futuro, eliminando la necessità di ricorrere a donazioni di gameti. Sulla base degli ultimi dati istat, l’italia registra un continuo calo delle nascite: nel 2024 sono venuti alla luce solo 370.000 bambini, il 2,6% in meno rispetto all’anno precedente e un drastico 66% in meno rispetto al 1965. Il tasso di fertilità totale si attesta a 1,18 figli per donna, mentre l’età media al primo parto è salita a 33 anni.

La fertilità e le probabilità di gravidanza secondo i dati clinici

Studi clinici condotti dal gruppo genera mostrano che le donne sotto i 35 anni hanno ottime possibilità di gravidanza utilizzando ovociti vitrificati. Con 15 ovociti congelati si arriva al 70% di probabilità, con 25 la percentuale sale al 95%, considerato il risultato ottimale. Anche chi conserva tra 8 e 10 ovociti dispone comunque di una probabilità del 30-45% di ottenere una gravidanza. Superata la soglia dei 35 anni, la quantità di ovociti necessari cresce e la procedura diventa più difficile.

Per questo motivo i medici raccomandano di effettuare la crioconservazione entro i 35-37 anni, dove possibile. L’obiettivo è quello di dare maggiori chance di successo di ottenere una gravidanza qualora si presentassero difficoltà future. Il bonus regionale quindi copre gran parte delle spese necessarie per questo tipo di trattamento, che rimane spesso oneroso.

Fattori culturali e sociali che condizionano la scelta della maternità

Il rinvio della maternità è influenzato da vari aspetti, come stereotipi di genere, discriminazioni sul lavoro, carenza di supporto sociale e servizi di welfare insufficienti. Ubaldi sottolinea come molte donne non siano informate adeguatamente sulla fertilità e sui limiti biologici legati all’età. A questo proposito, il governo italiano ha attivato campagne di sensibilizzazione per incoraggiare il controllo della riserva ovarica, tramite test ormonali come quello dell’ormone amh.

La crioconservazione non deve essere vista come una scelta riservata a pochi, ma come uno strumento di salute pubblica. Se accessibile, può cambiare la vita di molte donne che vogliono diventare madri senza rinunciare alle proprie scelte personali o professionali. La diffusione di questa pratica nelle diverse regioni italiane potrebbe rappresentare un passo avanti concreto nel contrastare il calo delle nascite e nel tutelare la salute riproduttiva femminile.

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