Bologna, milano e torino al vertice della classifica delle città più smart d'italia nel 2025

Bologna, milano e torino al vertice della classifica delle città più smart d’italia nel 2025

L’ey smart city index 2025 valuta 109 città italiane, evidenziando la leadership di Bologna, Milano e Torino nella transizione digitale e sostenibilità, con progressi significativi anche nel Mezzogiorno e nelle piccole realtà.
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L’articolo analizza l’ey smart city index 2025, che valuta l’innovazione di 109 città italiane in termini di digitalizzazione, sostenibilità e inclusione, evidenziando la leadership di Bologna, Milano e Torino, i progressi nel Mezzogiorno e il ruolo chiave dei fondi europei e del PNRR nella trasformazione urbana. - Gaeta.it

Le città italiane stanno vivendo una fase di trasformazione che combina tecnologia, ambiente e inclusione sociale. L’ey smart city index 2025 fotografa i progressi compiuti in 109 capoluoghi italiani, valutando transizione digitale, sostenibilità e partecipazione civica. Bologna, milano e torino si riconfermano sul podio, ma emergono anche realtà più piccole che segnano passi in avanti importanti, soprattutto nel mezzogiorno e nelle città sotto gli 80 mila abitanti. La classifica riflette le scelte di investimento degli ultimi anni, sostenute dai fondi europei e dal piano nazionale di ripresa e resilienza .

Criteri e metodologia dell’ey smart city index 2025

L’indice 2025 di ey misura il livello di innovazione delle città italiane attraverso 323 indicatori, suddivisi in due grandi gruppi. Nella categoria “readiness” rientrano gli investimenti pubblici e privati finalizzati a creare infrastrutture tecnologiche e servizi smart. La seconda, “comportamenti dei cittadini”, valuta la partecipazione, l’adozione di tecnologie digitali e la sensibilità verso temi ambientali e sociali. Questo sistema permette di avere una visione precisa e dettagliata dei diversi aspetti che rendono una città “smart”.

Il ruolo del pnrr

L’attuale edizione si basa molto sulle evoluzioni degli ultimi tre anni e tiene conto in modo specifico delle opportunità offerte dal pnrr, che ha spinto molte amministrazioni a concentrarsi su reti ultra broadband, internet delle cose , servizi online e politiche di inclusione. Questo mix di dati restituisce una mappa dell’ecosistema urbano italiano in mutamento, mostrando dove si concentrano le energie che spingono verso città più connesse e sostenibili.

Bologna, milano e torino mantengono la leadership italiana nel percorso smart

Al vertice della classifica si trovano tre capoluoghi che fanno da modello nel modo in cui hanno combinato sviluppo digitale, transizione ecologica e inclusione. Bologna si conferma prima, seguita da milano e torino, città che negli ultimi anni hanno sfruttato investimenti pubblici e privati in infrastrutture e servizi innovativi. Tutte e tre hanno puntato su mobilità sostenibile, gestione intelligente dell’energia e piattaforme digitali per i cittadini.

Milano, metropoli con un tessuto economico complesso, ha ottenuto risultati rilevanti soprattutto nel campo della trasformazione digitale: “dalle reti telematiche avanzate alle iniziative di smart working e pubblica amministrazione digitale.” Torino si è distinta per i progetti sulla mobilità elettrica e la creazione di hub tecnologici mentre bologna ha sviluppato servizi per la partecipazione civica e la diffusione di soluzioni green per il riscaldamento urbano.

Queste città hanno attirato investimenti consistenti da fondi europei, associandoli a strategie locali che privilegiavano la sostenibilità e l’accessibilità, il tutto a vantaggio della qualità della vita. Il podio nel 2025 conferma la solidità di queste scelte e il loro impatto sulla vita quotidiana di milioni di cittadini.

Centro e sud italia, miglioramenti importanti nella digitale e sostenibilità

Un dato interessante riguarda le città del mezzogiorno, che hanno guadagnato posizioni anche significative nell’ultimo triennio. Cagliari, bari e palermo hanno registrato progressi notevoli, in alcuni casi superando guadagni superiori al 15% nella readiness digitale, uno snodo fondamentale per attirare investimenti e la fiducia degli abitanti nei servizi pubblici.

Questi centri hanno beneficiato di interventi mirati, anche grazie a progetti promossi dal ministero delle imprese e del made in italy. Le case delle tecnologie emergenti sono state un elemento trainante, fungendo da luoghi di innovazione con ambienti dedicati alla sperimentazione e all’incubazione di nuove idee.

Il percorso del mezzogiorno mostra come un maggiore focus sulle infrastrutture digitali e sulla energia pulita possa ridurre divari storici, proponendo modelli di sviluppo urbano più sostenibili e inclusivi. Non si tratta solo di tecnologia, ma anche di evoluzione sociale ed economica, con ricadute sul lavoro, la mobilità e la qualità dell’aria.

Le città di piccole dimensioni sotto gli 80.000 abitanti emergono per la gestione ambientale

L’ey smart city index evidenzia anche le performance delle realtà più piccole, che rispondono alle sfide della modernità con scelte attente soprattutto alla tutela ambientale. Tra le città con meno di 80 mila abitanti spiccano pavia, pordenone e matera. Queste località risultano punti di riferimento per la transizione ecologica, con iniziative sul risparmio energetico, mobilità a basso impatto e gestione dei rifiuti.

Matera, in particolare, ha consolidato la propria posizione tra le città più smart grazie a investimenti in rigenerazione urbana e smart building, legati anche alla valorizzazione del patrimonio culturale. Pordenone e pavia hanno guadagnato terreno migliorando la copertura digitale e sviluppando servizi di e-government, capaci di facilitare il rapporto tra cittadini e istituzioni.

Il miglioramento di queste città si evidenzia nei passi avanti compiuti nelle classifiche generali e in alcune posizioni recuperate rispetto a due anni fa, anche oltre le trenta posizioni. Questi progressi sottolineano come la dimensione demografica non sia un limite alla modernità, se si scelgono obiettivi chiari e si usano i finanziamenti europei in modo concreto.

Fattori abilitanti per le piccole città

Le strategie adottate da queste realtà includono politiche di innovazione basate su investimenti mirati che integrano sviluppo tecnologico e tutela ambientale, dimostrando che la smart city può riguardare anche centri urbani di dimensioni più contenute.

Il ruolo dei fondi europei e del pnrr nella trasformazione urbana

Dal 2022 al 2025, l’impulso ai progetti smart è arrivato in larga parte dai fondi europei messi a disposizione per il pnrr e dal programma pon metro, rivolto in particolare alle aree urbane. Questi strumenti hanno sostenuto interventi su reti a banda ultralarga, diffusione di sensori iot, servizi on line per la pubblica amministrazione e misure per l’accesso e l’inclusione digitale.

Questi investimenti si riflettono nelle classifiche che mostrano un miglioramento diffuso e progressivo nelle grandi città e anche in realtà medio piccole. Il finanziamento ha favorito il decentramento di servizi digitali, la nascita di spazi per l’innovazione e l’adozione di modelli ecosostenibili nella gestione dei territori.

Impatto su servizi e comunità

Il legame tra disponibilità di risorse e sviluppo urbano non è mai stato così evidente: molte amministrazioni hanno sfruttato in modo diretto o indiretto questi fondi per realizzare progetti visibili, dai sistemi di bike sharing elettrici alla digitalizzazione dei servizi sociali. Questo duplice effetto ha migliorato l’attrattività delle città, coinvolgendo sia la pubblica amministrazione sia i privati e i cittadini.

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