Bologna, donna accusata di omicidio del marito si avvale della facoltà di non rispondere davanti al gip

Bologna, donna accusata di omicidio del marito si avvale della facoltà di non rispondere davanti al gip

L’udienza di convalida del fermo per Lorenza Scarpante, accusata della morte del marito Giuseppe Marra a Bologna, si è svolta nel carcere della Dozza; indagini e autopsia proseguono per chiarire la dinamica.
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Lorenza Scarpante è stata fermata e sottoposta a udienza di convalida per l’omicidio del marito Giuseppe Marra, trovato morto nel loro appartamento a Bologna; le indagini e l’autopsia sono in corso per chiarire la dinamica dei fatti. - Gaeta.it

L’udienza di convalida del fermo per Lorenza Scarpante, 56 anni, accusata della morte del marito Giuseppe Marra, 59, si è svolta nel carcere della Dozza di Bologna. L’uomo è stato trovato senza vita il 27 maggio nel loro appartamento in via Zanolini. Il giudice per le indagini preliminari ha ascoltato la sospettata, che ha scelto di non rispondere alle domande, lasciando così la decisione in sospeso. Nel frattempo, le indagini stanno proseguendo per chiarire le circostanze della tragedia.

L’udienza di convalida del fermo nel carcere della dozza

Lorenza Scarpante è comparsa davanti al giudice per le indagini preliminari Claudio Paris nella giornata successiva al suo arresto. L’incontro si è svolto all’interno del carcere bolognese della Dozza, luogo in cui la donna è stata trattenuta. La 56enne ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, evitando di fornire spiegazioni o dettagli relativi all’accusa di omicidio aggravato contestata. Il Gip, dopo aver raccolto le dichiarazioni e esaminato le prove, si è riservato qualche ora per decidere sulla convalida del fermo. La decisione attesa nelle prossime ore potrebbe determinare l’ulteriore svolgimento del procedimento giudiziario.

L’udienza non ha prodotto elementi decisivi in favore o a sfavore della sospettata, lasciando aperto un quadro giudiziario in fase di definizione. Le misure cautelari potranno essere confermate o contestualmente modificate, in base alle richieste della procura. La tensione attorno al caso è alta, anche perché si tratta di una vicenda ancora avvolta da molte zone d’ombra, soprattutto riguardo i dettagli di quanto accaduto nella notte del 27 maggio.

La ricostruzione dei carabinieri e la pista del malore seguito da violenza

Gli investigatori, sotto la direzione della pm Manuela Cavallo, hanno ipotizzato una dinamica complessa dietro la morte di Giuseppe Marra. Dopo aver consumato sostanze stupefacenti insieme alla moglie nella notte tra martedì e mercoledì, l’uomo potrebbe aver subito un malore o essersi trovato in uno stato alterato. Secondo le indagini preliminari, Marra potrebbe essere caduto accidentalmente sul pavimento vicino alla porta di casa.

Da quel momento, per gli inquirenti, Lorenza Scarpante avrebbe agito violentemente, prendendo l’uomo e sbattendogli la testa contro gli angoli dei muri. Nelle zone colpite sono stati trovati schizzi di sangue, ora sottoposti a esami approfonditi per chiarire la dinamica esatta. Questa azione sarebbe stata la causa del decesso, configurando quindi l’ipotesi di omicidio aggravato.

Il lavoro dei carabinieri non si è fermato. Anche nella giornata successiva sono stati effettuati nuovi sopralluoghi nell’appartamento di via Zanolini. Gli esperti hanno raccolto ulteriori tracce e dettagli necessari per ricostruire con precisione quanto avvenuto. I rilievi tecnici affronteranno anche le condizioni ambientali, audio e video relativi all’area per circoscrivere ogni aspetto.

La versione di Lorenza Scarpante e le contraddizioni emerse

Difesa dall’avvocata Chiara Rizzo, Lorenza Scarpante ha respinto con fermezza l’accusa di aver ucciso il marito. Ha raccontato di essere andata a letto intorno a mezzanotte, senza notare nulla di anomalo. La mattina seguente, appena sveglia, avrebbe trovato l’uomo steso a terra, senza segni di vita. A quel punto, ha detto di essere uscita in strada per chiedere aiuto.

La testimonianza però presenta diversi punti poco chiari agli occhi degli inquirenti. Alcuni elementi della sua versione non coincidono con i rilievi raccolti nell’appartamento e con i risultati preliminari delle analisi risultate finora, lasciando emergere incongruenze. In particolare, la tempistica, la posizione del corpo e le tracce di sangue impongono ulteriori approfondimenti.

La difesa sottolinea l’assenza di prove certe sulla volontarietà o premeditazione. Tuttavia, il procedimento rimane aperto e il quadro investigativo continua a evolversi con nuovi dettagli emersi dalle verifiche.

I risultati dell’autopsia e le prossime fasi dell’indagine

L’autopsia sul corpo di Giuseppe Marra è stata effettuata ieri, su disposizione della procura di Bologna. L’esame medico-legale potrà fornire indicazioni sulle cause della morte e confermare o confutare le ipotesi degli inquirenti. Al momento, restano da chiarire la natura delle lesioni rilevate e se siano compatibili con una caduta accidentale o con un’aggressione.

I risultati dell’autopsia saranno fondamentali per orientare il procedimento giudiziario e decidere sull’eventuale aggravamento dell’accusa. Le prossime ore potranno registrare nuovi sviluppi perché la procura valuterà attentamente le evidenze raccolte.

Gli investigatori continueranno a lavorare sull’appartamento e sulle testimonianze raccolte nei dintorni. Ogni dettaglio, dagli orari, agli spostamenti della coppia, sarà oggetto di verifica per restituire una ricostruzione più precisa possibile della vicenda. Il caso resta al centro dell’attenzione nelle cronache locali di Bologna.

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