Bocciato lo stadio Flaminio, il Comune dice no al progetto Roma Nuoto e si apre il futuro della Lazio

Bocciato lo stadio Flaminio, il Comune dice no al progetto Roma Nuoto e si apre il futuro della Lazio

Il Comune di Roma respinge il progetto di recupero della Costruzioni Civili e Commerciali spa con Roma Nuoto per lo stadio Flaminio, mentre cresce il dibattito su una possibile candidatura della Lazio.
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Lo stadio Flaminio di Roma resta senza un progetto di rilancio dopo il rifiuto comunale alla proposta di recupero della Roma Nuoto; cresce l'attesa per un piano concreto della Lazio, mentre il dibattito politico e sociale sul futuro dell'impianto continua acceso. - Gaeta.it

Il futuro dello stadio Flaminio a Roma resta incerto dopo che la proposta di recupero avanzata dalla Costruzioni Civili e Commerciali spa, inclusa la Roma Nuoto, è stata respinta definitivamente dal Comune. La pratica, passata dall’amministrazione Gualtieri all’assemblea capitolina, ha visto il rifiuto unanime di trasformare l’impianto in uno spazio destinato principalmente a sport minori e calcio femminile. Nel frattempo si accende il dibattito intorno a una possibile candidatura del Flaminio come stadio per la Lazio, attesa ora a una mossa concreta.

La bocciatura della proposta roma nuoto e le ragioni del no

All’inizio di aprile la giunta Gualtieri ha dichiarato l’assenza di pubblico interesse per il progetto presentato dalla rete d’impresa guidata da Costruzioni Civili e Commerciali spa, alla quale partecipava anche la Roma Nuoto. Il piano prevedeva la trasformazione dello stadio Flaminio in una struttura sportiva polivalente: il piano interrato avrebbe ospitato sport minori come il pattinaggio e piscine, mentre il campo superiore sarebbe stato riservato al rugby e al calcio femminile.

L’idea proponeva una riduzione della capienza, a circa 7.500 posti, e l’eliminazione delle cancellate esterne. Avrebbe mantenuto pressoché immutata la viabilità attorno all’impianto, accogliendo durante la fase progettuale anche le preoccupazioni dei residenti. Questo aspetto rappresentava un punto cruciale in un quartiere da tempo sensibile alle modifiche urbanistiche.

Nonostante questi tentativi di mediazione, i motivi legati alla vocazione e al vincolo dello stadio non hanno convinto la giunta né la maggioranza capitolina, che ha ratificato la decisione all’Aula Giulio Cesare quasi all’unanimità. Così il progetto è stato definitivamente accantonato.

Il vincolo dello stadio flaminio e la visione comunale

Secondo l’assessore allo sport Alessandro Onorato, lo stadio Flaminio deve mantenere la sua funzione originaria: ospitare eventi sportivi importanti, nazionali e internazionali. L’impianto, nato per le Olimpiadi romane del 1960, contava inizialmente oltre 40mila posti, poi ridotti nel tempo a causa delle modifiche dei piani di sicurezza, e garantiva circa 20mila posti durante il Sei Nazioni di rugby.

Il progetto della Roma Nuoto avrebbe alterato quella vocazione, trasformando lo spazio in un impianto sportivo multivalente con piste di pattinaggio, piscine, campi da padel e un centro commerciale di 2.500 metri quadri. Questo avrebbe modificato in maniera sostanziale la destinazione d’uso, spostando il Flaminio lontano dalla sua funzione di grande arena sportiva.

Sul tema del calcio femminile, Onorato ha sottolineato che le squadre Roma Calcio Femminile e Lazio Femminile già disputano le loro gare in altri impianti comunali, come Tre Fontane e Formello. Nei casi in cui queste squadre hanno raggiunto competizioni europee, come la Champions League, si è fatto ricorso direttamente allo stadio Olimpico, senza considerare il Flaminio come una tappa intermedia, rendendo il progetto della Roma Nuoto meno necessario.

Le proteste dei residenti e le posizioni politiche sull’utilizzo del flaminio

Le associazioni di cittadini e culturali del quartiere Flaminio, come CarteinRegola e la Fondazione Pier Luigi Nervi Project, hanno manifestato contrarietà al progetto Roma Nuoto, esprimendo preoccupazioni sulla conservazione del patrimonio architettonico e sulle modifiche urbanistiche. Queste istanze però non hanno pesato sulla maggioranza comunale, che ha mantenuto la linea del rifiuto.

Nel dibattito politico, alcuni esponenti dell’opposizione hanno espresso preferenza per un recupero dello stadio da dedicare alla squadra della Lazio. In questo senso è stata evidenziata la mancanza di un progetto concreto per la riconversione del Flaminio, in attesa che venga presentata una iniziativa ufficiale da parte della società biancoceleste.

Il capogruppo della Lega Fabrizio Santori ha dichiarato che nonostante sia stato depositato soltanto uno studio di prefattibilità, la manifestazione di interesse della Lazio per lo stadio è l’unica concreta ad oggi. Santori ha invitato il Comune a tener conto dell’opinione dei tifosi biancocelesti, che aspettano uno stadio di proprietà in tempi brevi, e ha sollecitato l’amministrazione a intervenire in vista della possibile candidatura del Flaminio per gli Europei di calcio 2032.

Divisioni in consiglio: la lega e fratelli d’Italia sul futuro del flaminio

Il dibattito tra Lega e Fratelli d’Italia mette in luce divisioni nette sulle prospettive dello stadio. Il presidente della commissione trasparenza Federico Rocca ha bocciato la proposta della Lazio come poco seria e priva di avvio formale di iter amministrativi, sottolineando che l’assenza di conferenze dei servizi e la complessità delle norme sul patrimonio rendono complicata qualsiasi riconversione.

Fratelli d’Italia ha invece manifestato dissenso verso la bocciatura del progetto Roma Nuoto in assenza di alternative reali. Il capogruppo Giovanni Quarzo ha accusato il patron della Lazio Claudio Lotito di aver presentato solo un render senza un progetto vero e proprio, e ha espresso il timore che, rinviando entrambe le opzioni, si finisca per lasciare il Flaminio nel degrado.

Questi contrasti riflettono la pressione politica e sociale intorno a uno stadio centrale nella storia sportiva romana. Ad oggi, dopo lo stop alla proposta della Roma Nuoto, la responsabilità di avanzare un piano concreto per il Flaminio ricade soprattutto sulla società Lazio e sul Campidoglio, chiamati a evitare ulteriori stalli.

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