Gli arrivi di grandi quantitativi di uva da tavola e ortofrutta dall’estero, soprattutto dall’Africa, hanno scatenato un’azione di Coldiretti Campania nel porto di Salerno. Gli operatori agricoli locali e l’associazione chiedono più chiarezza e controlli sulle condizioni di produzione e sull’etichettatura per proteggere consumatori e coltivatori italiani.
Operazione di coldiretti campania nel porto di salerno
All’inizio del 2025, attivisti di Coldiretti Campania hanno condotto un intervento diretto nelle acque del porto di Salerno, in particolare vicino alla stazione Marittima, per fermare una nave proveniente dall’Africa carica di container con uva da tavola e verdure fresche. La protesta ha coinvolto diverse imbarcazioni dell’associazione che si sono posizionate intorno alla nave per attirare l’attenzione sul problema delle importazioni senza controlli rigorosi.
Uno slogan che fa capire tutto
Lo slogan scelto per l’evento, “Senza reciprocità da qui non si passa!”, ha sottolineato la richiesta di applicare le stesse regole di sicurezza e trasparenza sia ai prodotti italiani che a quelli importati. Coldiretti ha voluto mettere il focus su etichette chiare e sulle certificazioni che attestino la provenienza e le modalità di coltivazione. L’obiettivo è di tutelare sia i produttori locali che i consumatori, evitando abusi o pratiche sleali.
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Preoccupazioni su etichettatura e regole di coltivazione
Le preoccupazioni principali ruotano attorno a possibili differenze fra le normative italiane e quelle dei paesi d’origine, soprattutto quelli africani, come Egitto e Sudafrica. Questi paesi esportano quantità crescenti di uva da tavola e verdura, spesso fuori stagione, che potrebbero non rispettare i vincoli italiani su uso di fitofarmaci e sicurezza alimentare.
Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania, ha spiegato che l’associazione non è contraria all’importazione ma richiede che i prodotti stranieri seguano le stesse regole degli italiani. L’attenzione è anche rivolta al rischio che frutta e ortaggi coltivati con regolamentazioni meno rigorose vengano poi venduti in Italia spacciandoli per Made in Italy. Sul fronte dell’etichettatura, Coldiretti auspica maggiore trasparenza per aiutare il consumatore a scegliere prodotti sicuri e autentici.
Dati sulle importazioni di uva e ortofrutta nel 2024
Nel 2024 l’Italia ha importato oltre 3,5 milioni di chili di uva da tavola proveniente dall’Africa, con un aumento del 28% rispetto al 2023. Questo quantitativo rappresenta circa un decimo dell’intero volume di uva importata. La maggior parte arriva da paesi come Egitto e Sudafrica, a supporto dell’offerta in controstazione durante i mesi in cui la produzione italiana è ridotta.
Per quanto riguarda l’ortofrutta fresca, le importazioni italiane hanno superato i 5 miliardi di chili, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente. Anche le esportazioni sono cresciute, attestandosi a circa 3,9 miliardi di chili. Dall’Africa sono arrivati quasi 420 milioni di chili di frutta e verdura, di cui oltre la metà dall’Egitto, con una crescita del 5% rispetto al 2023. Questi flussi commerciali mostrano l’importanza delle relazioni internazionali ma evidenziano anche la necessità di regole condivise.
Import azioni e regole: un bilancio
Effetti sulle produzioni locali e sulla concorrenza
La presenza di merce estera, soprattutto a basso prezzo, comporta un impatto diretto sui produttori italiani. Ettore Bellelli, presidente di Coldiretti Campania, ha richiamato l’attenzione sul fatto che l’immissione anticipata di prodotti stranieri può mettere pressione sui coltivatori locali, penalizzandoli sul piano economico. Ha citato come esempio le fragole spagnole che hanno influenzato negativamente il mercato campano, ma anche l’uva da tavola e la lattuga.
Il problema non riguarda solo i tempi di raccolta, ma anche i costi di vendita. Con prodotti importati a prezzi inferiori, gli agricoltori italiani hanno meno margine per posizionare sul mercato le loro produzioni. Questo squilibrio può tradursi in difficoltà per mantenere colture di qualità, senza compromettere le condizioni lavorative e ambientali richieste in Italia.
Richieste di controlli e monitoraggio continui ai porti
Il blitz di Coldiretti Campania a Salerno si inserisce in una serie di iniziative per richiamare l’attenzione sulle importazioni. Attivisti, produttori e imprenditori hanno avanzato richieste precise: maggiori ispezioni alle frontiere, verifiche sulla salubrità dei prodotti e rispetto delle normative. Il principio di reciprocità, ovvero il rispetto di standard simili fra paesi esportatori e Italia, è al centro della richiesta.
Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Salerno, ha aggiunto che il tutto serve a garantire parità di condizioni, soprattutto riguardo all’impatto ambientale e ai diritti dei lavoratori. Gli agricoltori italiani, infatti, sono sottoposti a controlli e vincoli che non sempre si riscontrano altrove. Il punto è evitare che prodotti meno controllati invadano il mercato senza offrire le stesse garanzie. La mobilitazione di Coldiretti Campania proseguirà nei prossimi mesi per monitorare tutti gli accessi nei porti regionali ed europei.