La mattina del 2 ottobre 2024 la stazione di Roma Termini è rimasta senza corrente causando un blocco totale dei treni e disorientando migliaia di viaggiatori. A quasi un anno di distanza, l’Autorità di regolazione dei trasporti ha aperto un procedimento sanzionatorio contro Rete Ferroviaria Italiana , accusata di non aver adottato le necessarie precauzioni per evitare e gestire quell’emergenza. Il nodo ferroviario, vitale per il traffico nazionale, ha subito rallentamenti e soppressioni che hanno coinvolto più di mille treni, con impatti significativi sull’intero sistema. Approfondiamo le cause, la dinamica e le conseguenze di quel blackout.
Il blackout e il blocco del traffico ferroviario a roma termini
Alle prime ore del 2 ottobre 2024 un cavo elettrico è stato danneggiato durante lavori vicino alla stazione di Roma Termini. L’incidente ha provocato l’interruzione dell’alimentazione elettrica di media e bassa tensione e si è subito generata una situazione critica per gli impianti di segnalamento e gestione dei treni. Il guasto è stato rilevato intorno all’1.30, con una prima comunicazione immediata all’ente ferroviario. Inizialmente, la circolazione è stata garantita dalle batterie di emergenza, ma alle 6.20 queste si sono scaricate del tutto: la stazione è rimasta al buio e senza controllo operativo.
Stop improvviso del sistema ferroviario
Il sistema ferroviario ha subito un arresto improvviso e totale. Sono stati coinvolti 1.165 treni, con un ritardo medio di circa 59 minuti. Le soppressioni hanno superato le 600 unità e molte corse sono state deviate. Le operazioni di ripristino del guasto, concluse attorno alle 9.15, hanno lasciato comunque ripercussioni sul traffico fino a sera. L’Autorità di regolazione ha definito l’evento una “gravissima perturbazione del traffico ferroviario” con riflessi su tutta la rete nazionale.
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Dinamiche del guasto e interventi immediati
I lavori effettuati tra il primo e il 2 ottobre hanno provocato il danneggiamento di una linea elettrica. Dopo la segnalazione dell’impresa appaltatrice, il personale di Rfi ha attivato le procedure di emergenza. Sono stati disalimentati gli impianti Acea collegati alla cabina della stazione, ma è emerso un problema tecnico che ha bloccato definitivamente la logica di controllo all’interno della cabina stessa.
Mancata attivazione del gruppo elettrogeno di backup
Questo blocco ha impedito l’alimentazione della bassa tensione e ha causato la mancata attivazione del gruppo elettrogeno di backup. Le batterie di emergenza hanno mantenuto il sistema attivo solo fino alle 6.20, quando si è verificata la completa interruzione. Solo dopo è intervenuto il personale tecnico per riparare il danno. Nonostante la chiusura formale dell’evento alle 9.15, le conseguenze si sono protratte per diverse ore causando disagi estesi.
Questioni emerse sull’organizzazione e i sistemi di sicurezza
Nel corso dell’istruttoria l’Autorità ha preso in esame le dichiarazioni del gruppo Fs e alcuni dettagli tecnici. Rfi ha ammesso che i tecnici intervenuti non hanno rilevato il blocco della logica nelle cabine elettriche, perché sarebbe stato possibile risolverlo solo con un intervento manuale sul posto. È stato riferito anche che la centralina di alimentazione non disponeva di un sistema di allarme adeguato e che le batterie Ups non hanno segnalato il guasto per via del malfunzionamento del sistema di allarme.
Lacune nei sistemi di monitoraggio
Queste lacune nei sistemi di monitoraggio e allerta sono emerse come elementi chiave nella mancata gestione tempestiva dell’emergenza. La mancata attivazione degli allarmi ha determinato un ritardo nell’intervento, prolungando così il blackout e aumentando il disagio per la circolazione.
La decisione dell’autorità di regolazione dei trasporti e le possibili sanzioni
L’Autorità ha evidenziato come Rfi non abbia adottato misure adeguate per prevenire e gestire la crisi, violando norme sulla manutenzione e accessibilità delle infrastrutture ferroviarie. Secondo quanto indicato nella delibera n. 113/2025, l’assenza di sistemi di allarme funzionanti e la mancata verifica periodica degli impianti hanno compromesso le condizioni operative ordinarie della stazione.
Solo dopo l’evento sono stati rafforzati i sistemi di allarme e introdotte nuove procedure che impongono controlli sul posto anche in assenza di segnalazioni automatiche. L’Autorità ha quindi aperto un procedimento sanzionatorio nei confronti di Rfi, che rischia una multa fino a due milioni di euro per non aver garantito la funzionalità e sicurezza dell’infrastruttura.
Rilevanza del caso per il sistema ferroviario nazionale
Il caso dimostra come anche un danno apparentemente contenuto possa causare un blocco totale del nodo ferroviario più trafficato d’Italia, se mancano gli strumenti e le risposte organizzative adeguate. Le verifiche seguiranno ora la procedura di legge, per accertare ogni responsabilità.