Bimbo di 2 anni ingerisce pila a disco a napoli e viene operato d'urgenza al santobono

Bimbo di 2 anni ingerisce pila a disco a napoli e viene operato d’urgenza al santobono

Un bambino di due anni del napoletano è stato operato d’urgenza al santobono di napoli dopo aver ingerito una batteria a disco, con un intervento chirurgico riuscito e condizioni stabili in terapia intensiva.
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Un bambino di due anni a Napoli è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico urgente per rimuovere una batteria a disco ingerita, ora è in terapia intensiva in condizioni stabili. - Gaeta.it

Un bambino di due anni del napoletano è stato sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza dopo aver ingerito una batteria a disco. L’episodio ha scatenato la mobilitazione dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove il piccolo è ora ricoverato in terapia intensiva. Le condizioni sono stabili, ma il caso mette in luce i rischi legati ai corpi estranei ingeriti dai bambini.

Come è scattato l’allarme e la prima assistenza

La situazione è diventata subito critica quando la sorellina del bimbo ha notato che il fratellino aveva ingoiato un corpo estraneo, una pila a bottone, un oggetto piccolo ma pericoloso. Poco dopo, il bambino ha cominciato a manifestare sintomi immediati, come difficoltà a deglutire e un aumento della salivazione, segnali che hanno allarmato i genitori. Questi ultimi hanno deciso di portarlo alla prima struttura disponibile, l’ospedale di Aversa, nell’area metropolitana di Napoli.

La prima valutazione medica

Qui i medici hanno effettuato i primi esami e hanno riconosciuto la gravità della situazione. Ritenendo necessaria una valutazione più approfondita e un trattamento specialistico, hanno stabilito il trasferimento immediato al Santobono, l’ospedale pediatrico di Napoli specializzato in emergenze di questo tipo. Il passaggio è avvenuto con un’ambulanza per garantire il massimo supporto durante il tragitto.

Intervento chirurgico e diagnosi al santobono

Arrivato al Santobono, il bambino è stato sottoposto a ulteriori indagini diagnostiche, tra cui una radiografia che ha chiarito subito la presenza della pila incastrata nell’esofago. I raggi hanno mostrato come la batteria fosse già aderente ai tessuti esofagei, provocando una necrosi progressiva che avrebbe potuto portare a danni seri e irreversibili se non rimossa in fretta.

Il tentativo di estrarla usando una procedura endoscopica, meno invasiva, non ha avuto successo. L’équipe medica, guidata dal dottor Giovanni Gaglione, responsabile della chirurgia pediatrica d’urgenza, ha dunque deciso per un intervento chirurgico aperto. La soluzione scelta è stata quella di accedere all’esofago passando attraverso il collo, una scelta delicata ma necessaria per evitare complicazioni peggiori.

Caratteristiche dell’intervento

L’operazione si è svolta nella notte tra venerdì e sabato, un lavoro che ha coinvolto un’équipe multidisciplinare formata da chirurghi, anestesisti e specialisti in gastroenterologia. I protagonisti sono stati la squadra guidata da Gaglione e composta da chirurghi come Maria Chiara Cianci e Francesca Lalla, mentre gli anestesisti erano Alessandra Alifuoco e Giovanna Mastrominico. La gastroenterologa Cristina Bucci ha seguito il caso per la parte di competenza interna ed endoscopica.

Lo svolgimento dell’operazione e il team coinvolto

L’intervento, pur essendo invasivo, è andato a buon fine. La batteria è stata rimossa senza causare danni ulteriori. Questo tipo di intervento richiede una precisione estrema per evitare lesioni a strutture vicine e per limitare i rischi. Il personale medico ha potuto infine posizionare il piccolo in terapia intensiva per un monitoraggio continuo della situazione postoperatoria.

Condizioni attuali del bambino e prospettive

Ad oggi, il bambino rimane ricoverato in terapia intensiva, sotto stretta osservazione medica. Nonostante la situazione iniziale fosse complicata, i medici hanno riferito che le condizioni del piccolo sono stabili. La rimozione tempestiva della pila ha permesso di limitare gli effetti più seri della necrosi esofagea. Restano parte del percorso le cure e la sorveglianza per escludere eventuali infezioni o problemi dovuti alla ferita chirurgica.

Le battaglie più difficili in casi come questo sono legate al rischio di complicazioni postoperatorie, ma la rapidità nell’intervento ha giocato un ruolo decisivo. Ora il team sanitario continuerà a seguire il bambino, con accertamenti e terapie di supporto, garantendo tutti i controlli fino al completo recupero. La storia ricorda quanto sia fondamentale la sorveglianza degli oggetti pericolosi nelle case con bambini molto piccoli.

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