Un caso di maltrattamenti psicologici sta suscitando scalpore a Bergamo, dove un padre è accusato di aver influenzato negativamente i figli in seguito alla vaccinazione della madre contro il Covid-19. La situazione è emersa a seguito di una denuncia e ha portato a una serie di sviluppi legali che riflettono le complesse dinamiche familiari e sociali dell’epoca pandemica. Il racconto, pubblicato dal Corriere della Sera, solleva interrogativi sui legami familiari e sulle conseguenze dell’impatto del Covid-19 sulla salute mentale e fisica.
Le accuse di manipolazione e maltrattamenti
La vicenda ha inizio con la vaccinazione della madre dei due ragazzi, che ha ricevuto l’accusa da parte del ex marito di essere diventata “radioattiva”. Secondo quanto riportato dall’ex moglie, il padre ha utilizzato una strategia di manipolazione, spingendo i figli a evitare ogni contatto con lei: “Non venivano più a tavola con me – ha narrato la madre – si cucinavano da mangiare dicendomi ‘tu non puoi toccare’.” Proprio in questo contesto, i figli, di 13 e 10 anni, hanno cominciato a manifestare un comportamento aggressivo nei confronti della madre, spingendola via e rifiutando di salire in auto con lei.
La narrazione si fa ancora più inquietante. L’imputato, secondo il capo d’accusa, avrebbe persuaso i figli a stare lontani dalla madre per almeno 40 giorni dopo la vaccinazione della donna. Sostenendo che il Covid-19 fosse una menzogna e che le mascherine fossero dannose, l’uomo ha anche interrotto il loro percorso scolastico. “Il più grande venne bocciato in terza media per le assenze,” ha dichiarato la madre, evidenziando l’impatto della crescente alienazione familiare.
I comportamenti inaccettabili del padre
L’accusa non si limita alle sole pressioni psicologiche. L’ex marito avrebbe anche messo in pratica metodi discutibili per dimostrare la sua influenza su di loro. “Dava loro boccette con dell’acqua magica; io le svuotavo e mettevo dell’acqua normale,” ha raccontato la madre, evidenziando come il padre tentasse di disorientarli ulteriormente. Aggiungendo un ulteriore strato di preoccupazione, è stato riferito che l’uomo “imponeva le mani sui bambini dicendo che avrebbe assorbito il loro dolore,” un comportamento che ha suscitato allarmi sulla loro sicurezza psicologica.
Tra i documenti legali, nel 2022 l’imputato era stato assolto dal giudice per mancanza di prove, che aveva notato una “preoccupazione iperprotettiva per i figli.” Tuttavia, il pm ha impugnato la decisione, e la Corte d’Appello ha riaperto il caso, portando l’ideatore delle idee controverse a processo. Questo ribalta completamente il precedente verdetto e pone sotto i riflettori le tensioni familiari che la pandemia ha accentuato, mostrando come il disagio sociale possa provocare danni irreparabili alla salute mentale, soprattutto nei bambini.
La situazione attuale e le conseguenze legali
Attualmente, l’uomo si trova sotto accusa a Bergamo e ha subito significative restrizioni riguardo alla custodia dei figli. Dopo un periodo di tre anni in una comunità per recuperare da quello che è stato definito “maltrattamenti psicologici del padre,” i ragazzi sono finalmente tornati dalla madre, mentre il padre ha perso la responsabilità genitoriale. Da fine agosto, infatti, è stato emesso un divieto di avvicinamento nei confronti della ex moglie e dei figli, una misura che evidenzia la serietà delle accuse mosse contro di lui.
Questo caso mette in evidenza non solo le complesse dinamiche familiari, ma anche come la pandemia possa scatenare situazioni di vulnerabilità e manipolazione. Le ripercussioni legali e personali di tale evoluzione rappresentano la necessità di un approfondimento su come le famiglie hanno affrontato e stanno affrontando l’emergenza sanitaria. Come si evolve questa situazione, l’interesse pubblico non potrà che rimanere alto.
Ultimo aggiornamento il 26 Settembre 2024 da Laura Rossi