Barbara D’Urso replica all’etichetta di trash e spiega il segreto delle sue luci sul set

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Barbara D’Urso risponde alle critiche e svela il trucco delle luci in studio. - Gaeta.it

Donatella Ercolano

14 Settembre 2025

Barbara d’Urso torna a parlare della definizione “trash” associata al suo nome, chiarendo alcuni aspetti della sua carriera e del suo aspetto sullo schermo. La conduttrice affronta la questione con un approccio diretto, sfatando pregiudizi e spiegando il ruolo delle cosiddette “luci d’Urso” nel suo lavoro.

Barbara d’Urso respinge la definizione di trash e ne spiega l’origine

Barbara d’Urso ha raccontato come qualcuno le abbia attribuito l’etichetta di “trash”, una definizione che lei rifiuta. Ha evidenziato la differenza tra il giudizio rivolto a lei come persona e quello legato ai programmi da lei condotti, sottolineando che spesso si giudica senza considerare le ragioni e le condizioni dietro quelle scelte. La conduttrice ha fatto notare come la sua immagine impegnata su temi sociali importanti venga poco considerata, mentre si tende a focalizzarsi su un’immagine limitata e superficiale costruita attorno a lei. Secondo D’Urso, questa etichettatura limita la comprensione del suo percorso professionale e dei contenuti affrontati. La sua dichiarazione esprime una certa rassegnazione ma anche fermezza: quella percezione non le appartiene e spesso le viene riferita da altri più che vissuta direttamente.

Le luci d’Urso: un trucco visivo contro l’invecchiamento naturale

Un altro tema trattato riguarda le cosiddette “luci d’Urso”, un’espressione legata al suo aspetto in televisione. Barbara ha spiegato che questa definizione è nata anni fa perché ha scelto di non ricorrere a interventi estetici, nemmeno a trattamenti come il botox. A 68 anni, ha detto di non aver mai fatto niente di chirurgico o invasivo per modificare il proprio volto. Le luci diventano così uno strumento importante nel suo lavoro per valorizzare la luminosità e la naturalezza, aiutando a mantenere una buona immagine davanti alle telecamere. La luce giusta, ha spiegato, “fa uscire sempre belli” e in questo senso rappresenta una sorta di alternativa visiva alla chirurgia plastica, capace di offrire risultati evidenti senza modificare il corpo. Questo chiarimento mette in luce un aspetto tecnico e pratico del mestiere di conduttrice spesso poco noto al pubblico.

La percezione pubblica e le strategie di immagine di una conduttrice alla soglia dei 70 anni

La riflessione di Barbara sulle critiche ricevute mostra come la percezione pubblica di una figura mediatica possa risultare riduttiva rispetto alla complessità delle sue scelte personali e professionali. Rinunciare a interventi estetici invasivi a favore di soluzioni come l’uso calibrato delle luci in studio indica la volontà di mantenere un’immagine il più possibile naturale, adeguata alle esigenze di chi lavora in televisione. Questa strategia evidenzia la differenza tra ciò che appare e ciò che avviene dietro le quinte. D’Urso ha 68 anni ma utilizza metodi che le permettono di mostrarsi in forma senza ricorrere a stravolgimenti fisici. Ogni aspetto della sua immagine riflette scelte consapevoli, pensate per garantire una presenza televisiva coerente con la sua età e con il suo modo personale di intendere la bellezza.

La replica di Barbara d’Urso all’etichetta di “trash” e la spiegazione sulle luci usate in studio mostrano la volontà di raccontare la realtà senza filtri, mettendo in evidenza dinamiche spesso trascurate dai critici. La conduttrice sceglie di mostrare la sua età e autenticità senza cedere a pressioni esterne, delineando un profilo pubblico fatto di decisioni precise e consapevoli.