La banda ultra larga sta cambiando la vita nelle Marche grazie al completamento del piano Bul, un progetto che porta la fibra ottica nei piccoli comuni e nelle aree interne della regione. Realizzato da Open Fiber e sostenuto dal ministero delle imprese e del Made in Italy con la gestione di Infratel Italia, questo intervento punta a migliorare la connettività e far nascere nuove opportunità di lavoro e di servizi in ambito pubblico. La presentazione è avvenuta a Palazzo Raffaello, ad Ancona, dentro la sede della Regione Marche, con numeri e obiettivi precisi per il territorio.
La copertura e i numeri del piano banda ultra larga nelle aree bianche delle marche
Il piano Bul arriva a coprire 217 comuni marchigiani, soprattutto nelle cosiddette “aree bianche“. Questi sono centri abitati più piccoli e zone interne che finora non avevano accesso a una rete veloce. L’intervento prevede la posa di 4.600 chilometri di fibra ottica per sostituire il vecchio rame, migliorando le prestazioni di connessione a livelli molto più elevati. Il progetto prevede di portare la banda ultra larga a 341mila abitazioni e oltre 2.400 sedi della pubblica amministrazione, come scuole, ospedali e uffici comunali.
Opportunità per i borghi e piccoli paesi
Questo significa che anche i borghi e i piccoli paesi fino ad ora esclusi dal sistema avranno una rete modernizzata in grado di supportare attività di lavoro, studio e servizi digitali. L’investimento nella regione Marche è stato di circa 130 milioni di euro, una somma significativa pensata per colmare il divario digitale esistente nel territorio. Secondo Giuseppe Gola, amministratore delegato di Open Fiber, la regione è la quarta in Italia a completare il piano Bul, “un passo avanti che si inserisce nella strategia nazionale di copertura sperata per la fine del 2025.”
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L’utilizzo della banda ultra larga nelle marche: dati sulla diffusione e sfide da affrontare
La banda ultra larga nelle Marche è attiva, ma ancora poco sfruttata. Nelle cosiddette “aree nere” che includono 11 città maggiori della regione, ci sono circa 39mila clienti, pari al 28,5% della popolazione interessata. Nelle “aree bianche“, quelle coperte recentemente, la diffusione scende invece all’8,5%. Lo scarto tra aree urbane e zone interne mette in luce la difficoltà di raggiungere una piena penetrazione della tecnologia.
La promozione della conoscenza della fibra
L’assessore regionale allo sviluppo economico Andrea Antonini ha evidenziato che “è necessario promuovere la conoscenza della fibra tra cittadini e imprese, per favorire la domanda e l’utilizzo.” Senza un aumento degli utenti, il potenziale delle connessioni rapide resta inutilizzato. “Trafficare con l’operatore giusto e attivare le nuove linee diventerà fondamentale.” Antonini ha paragonato la differenza tra la banda tradizionale e quella ultraveloce a “una Ferrari contrapposta a una vecchia 500.” Il salto di qualità, insomma, è netto ma ancora poco percepito.
Gli ostacoli all’adozione riguardano anche abitudini di consumo ormai consolidate ma obsolete rispetto ai nuovi scenari digitali. Le imprese devono adeguarsi e sfruttare appieno la velocità che la fibra porta, per esempio in smart working o automazione dei processi. Le scuole e la pubblica amministrazione dovranno accelerare i passaggi verso servizi più digitalizzati, per non perdere competitività.
La tecnologia ftth e l’impatto ambientale della nuova rete fibra di open fiber
La tecnologia adottata per la costruzione della nuova rete è la Fiber to the home , che porta la fibra direttamente nelle case e negli uffici, eliminando il tratto finale in rame. Questo sistema non solo migliora la velocità e la stabilità della connessione, ma consente anche di ridurre significativamente i consumi energetici.
Open Fiber ha stimato una riduzione del 60% nell’energia necessaria rispetto alla rete tradizionale in rame. Questo dato ha rilevanza anche dal punto di vista ambientale, abbattendo l’impronta carbonica legata all’infrastruttura digitale. La riduzione dei consumi si traduce in un contributo concreto alla sostenibilità, in accordo con le politiche di risparmio energetico a cui gli enti pubblici sono ormai obbligati.
Impatto sociale ed economico
L’impatto sociale ed economico di una rete più ecologica è doppio: migliora la fruizione dei servizi digitali e, al tempo stesso, rafforza l’attenzione per l’ambiente. Le scelte tecnologiche del piano Bul tengono conto di entrambi gli aspetti: qualità della connessione e contenimento dell’inquinamento prodotto dai sistemi di comunicazione.
Ruolo di infratel italia e il valore sociale della connettività per la regione marche
Infratel Italia svolge il ruolo di ente gestore del piano Bul nelle Marche. L’amministratore delegato Pietro Piccinetti ha ricordato come la rete ad alta velocità sia un elemento cruciale per la democrazia e l’uguaglianza. “Connettere cittadini, scuole e ospedali secondo gli stessi standard significa garantire pari opportunità anche in territori meno centrali.”
Piccinetti ha sottolineato che la connettività va oltre l’ambito strettamente commerciale e imprenditoriale. L’accesso a internet veloce è un diritto necessario per chi studia o per chi riceve cure mediche, per chi lavora o per chi gestisce uffici pubblici. Le infrastrutture digitali, quindi, sono leve di inclusione sociale oltre che di sviluppo economico.
Il completamento del piano Bul nelle Marche rappresenta un passo in avanti per allineare la regione agli standard europei di connettività. Il coinvolgimento diretto delle istituzioni nella presentazione del progetto testimonia l’urgenza di portare avanti interventi simili anche in altre aree del Paese. Le tecnologie impiegate e le reti installate promettono di cambiare il volto delle piccole comunità marchigiane nei mesi e negli anni a seguire.