Lo scorso 2 aprile le azioni di Banco Bpm e UniCredit hanno registrato forti rialzi a Milano in seguito a indiscrezioni che coinvolgono l’intervento dell’Unione europea sul cosiddetto golden power applicato dal governo italiano. Questo episodio mette sotto i riflettori la complessa partita tra istituti bancari e autorità di controllo europee sul futuro delle acquisizioni in campo finanziario.
L’incremento dei titoli banco bpm e unicredit a piazza affari
Sul mercato azionario di Milano Banco Bpm ha chiuso in rialzo di circa il 3% a quota 10,44 euro per azione, mentre UniCredit ha guadagnato l’1,4%, attestandosi a 58,16 euro. Questi movimenti hanno attratto l’attenzione degli investitori, portando a una maggiore volatilità nell’andamento dei titoli bancari. I mercati hanno reagito con prontezza alle notizie sul possibile intervento della Commissione europea riguardo alle misure adottate dallo Stato italiano.
Il ruolo del golden power nelle aspettative di mercato
Il trend positivo non è un caso isolato ma riflette la fiducia degli operatori finanziari nella risoluzione di questa vicenda. Banco Bpm, coinvolto nell’operazione di acquisizione da parte di UniCredit, ha beneficiato in particolare delle aspettative che l’ostacolo rappresentato dal golden power possa essere superato. Le dinamiche di mercato confermano come le decisioni regolatorie influenzino pesantemente il valore delle azioni, specie in un settore delicato come quello bancario.
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Le prescrizioni del golden power e la posizione della commissione europea
L’attenzione della Borsa deriva da un’indiscrezione pubblicata dall’agenzia Bloomberg, secondo cui la DG Competition della Commissione europea sta per inviare una valutazione ufficiale al governo italiano. Questa lettera contesterebbe l’intervento del governo tramite il golden power nell’operazione di acquisizione di Banco Bpm da parte di UniCredit.
Il golden power e la sovranità europea
Il golden power è uno strumento che il governo usa per tutelare interessi strategici nazionali, consentendo di limitare o modificare acquisizioni straniere o interne che riguardino settori sensibili. Tuttavia, la Commissione europea sostiene che, in questo caso, la giurisdizione spetti esclusivamente a Bruxelles. Le norme europee sulle concentrazioni vietano agli stati membri di intervenire autonomamente sulle fusioni che superano certe soglie, responsabilità riservata all’Ue.
Questo dibattito si inserisce in un quadro più ampio di controllo sulle operazioni che possono alterare la composizione del sistema finanziario europeo. La DG Competition, tramite questa comunicazione, intende riaffermare la supremazia delle regole unionali sul golden power nazionale, ponendo così le condizioni per una possibile revisione del provvedimento italiano.
Le implicazioni per la finanza e il sistema bancario italiano
Se la posizione della Commissione europea verrà confermata e il governo italiano sarà obbligato a ritirare o modificare le condizioni imposte, l’acquisizione di Banco Bpm da parte di UniCredit potrebbe procedere secondo quanto previsto originariamente. Questo scenario potrebbe portare a una modifica degli assetti di mercato, con effetti rilevanti sulla concorrenza e sulla presenza di gruppi bancari italiani sia sul territorio nazionale sia internazionale.
Per UniCredit, che ha come amministratore delegato Andrea Orcel, si apre una fase decisiva nel consolidamento della sua presenza. Il gruppo punta a rafforzare la propria posizione diventando il primo polo bancario italiano. Banco Bpm, dal canto suo, si trova al centro di una trattativa che ne determinerà il futuro assetto proprietario e la strategia.
La sfida tra interessi nazionali e regole europee
Il confronto tra Roma e Bruxelles evidenzia le difficoltà di conciliare interessi nazionali e regole europee in un settore chiave come quello bancario. Resta da vedere come evolverà lo scenario politico e istituzionale per superare questo blocco e consentire alle imprese di completare operazioni di ampio respiro, nel rispetto dei vincoli normativi europei.
La vicenda tra governo italiano e Commissione europea nelle ultime ore conferma i nodi ancora aperti nel rapporto tra potere nazionale e controllo comunitario. La posta in gioco resta alta, visto il ruolo cruciale che la fusione tra Banco Bpm e UniCredit avrà sul sistema bancario italiano nei prossimi anni.