Due badanti di origine romena si trovano ora al centro di un processo ad Ancona, accusate di circonvenzione d’incapace e appropriazione indebita. La vicenda ha coinvolto un 64enne ex dirigente comunale malato, il quale avrebbe subito un grave danno economico, perdendo quasi 100mila euro risparmiati in banca. Questo caso solleva interrogativi non solo sull’operato delle badanti, ma anche sui meccanismi di tutela delle persone in condizioni vulnerabili.
Le accuse e il modus operandi delle badanti
Secondo quanto riportato dalle autorità , le due badanti – di 46 e 35 anni – avevano il compito di prendersi cura del 64enne, ma anziché occuparsi del suo benessere, avrebbero sfruttato la sua fiducia per appropriarsi dei risparmi. Le accuse specificano che le donne avrebbero utilizzato le carte di credito e i bancomat affidati loro dal 64enne per effettuare spese personali, in particolare frequentando assiduamente una sala scommesse a Fabriano. Qui, avrebbero giocato alle slot machine, esaurendo rapidamente le risorse finanziarie dell’uomo.
Le indagini hanno rivelato che, oltre agli prelievi con carte, le due badanti avrebbero anche emesso assegni a loro nome, incassandoli e destinando il denaro a spese non autorizzate. La scoperta della situazione finanziaria critica è avvenuta quando l’amministratore di sostegno, designato per tutelare l’ex dirigente, ha notato anomalie nei conti.
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La segnalazione e l’intervento delle autoritÃ
Un’importante svolta è arrivata tramite una telefonata anonima ricevuta dalla polizia locale di Fabriano, da parte di un amico dell’ex dirigente. Questa segnalazione ha destato preoccupazioni riguardo alle condizioni di vita del 64enne, portando a un’indagine più approfondita. Durante un controllo presso l’abitazione dell’uomo, gli agenti trovarono il 64enne in condizioni precarie. Era sdraiato su un letto privo di materasso e coperto solo da un lenzuolo, evidenziando una situazione di maltrattamento fisico e morale.
L’intervento delle autorità ha portato al trasferimento dell’uomo in una casa di cura, un passo necessario per garantire la sua sicurezza e salute. Purtroppo, due anni dopo, il 64enne è deceduto, aggiungendo una nota tragica a questa già complessa vicenda.
Sviluppi legali e testimonianze
Con la denuncia formalizzata, la famiglia dell’ex dirigente si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Aniello Fiore. Il processo è iniziato oggi davanti al giudice Matteo Di Battista. Durante la prima udienza sono stati ascoltati alcuni testimoni, tra cui l’amministratore di sostegno, avvocato Diego Carmenati, una dipendente della sala scommesse e il comandante dei vigili urbani di Fabriano.
Le imputate, da parte loro, hanno respinto le accuse, sottolineando che spetterà all’accusa dimostrare la loro colpevolezza nel corso del processo. L’udienza è stata rinviata per ascoltare ulteriori testimoni e per approfondire la nostra comprensione di questa intricata situazione che ha sconvolto non solo le vite delle persone coinvolte, ma ha anche messo in luce vulnerabilità nel sistema di assistenza per soggetti in difficoltà .