L’Ordine degli Avvocati di Napoli è al centro di una richiesta formale per organizzare una manifestazione a favore della popolazione di Gaza, duramente colpita dal conflitto in corso. Due avvocati napoletani hanno inviato una lettera al Consiglio dell’Ordine, proponendo un’iniziativa simbolica ma forte per ribadire il rispetto dei diritti umani e il ruolo del diritto internazionale, oggi spesso ignorato nei territori coinvolti.
La richiesta degli avvocati pisani e illiano al consiglio dell’ordine di napoli
Il 2025 vede un momento particolarmente teso per Gaza, con conseguenze che suscitano allarme oltre i confini. A farsi voce della necessità di una risposta civile e pubblica sono gli avvocati Sergio Pisani e Luca Illiano, autori di una lettera inviata al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli. Nel testo, esprimono chiaramente il loro sostegno alla popolazione civile, definita “gravemente colpita”.
Secondo i due professionisti, l’Avvocatura deve essere un punto di riferimento per la tutela delle libertà e della dignità umana, soprattutto quando norme internazionali come la Convenzione ONU del 1948 contro il genocidio vengono ignorate o calpestate. La lettera sottolinea come questa situazione imponga all’Avvocatura di svolgere un ruolo attivo non solo nell’ambito legale, ma anche in campo civile e morale.
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L’appello si concentra sull’importanza di un gesto collettivo all’interno della comunità degli avvocati napoletani, volto a richiamare la società civile e le autorità sull’urgenza di rispettare diritti e norme internazionali.
Il significato della manifestazione proposta: diritto, etica e solidarietà
Pisani e Illiano suggeriscono una forma di manifestazione pubblica che vada oltre la semplice presa di posizione verbale. Propongono che gli avvocati partecipino indossando la toga, elemento che rappresenta la funzione istituzionale, accompagnata da una coccarda con i colori della bandiera palestinese. La scelta del simbolo è un messaggio chiaro: dimostrare solidarietà con le vittime civili e rivendicare la difesa dei diritti umani.
L’evento, così immaginato, avrebbe anche un valore etico, come richiamo a rispettare la legalità internazionale. La convenzione contro il genocidio, citata nella lettera, è a fondamento di norme che dovrebbero prevenire crimini contro l’umanità. La manifestazione, quindi, inviterebbe a riflettere sulla situazione a Gaza e sul mancato rispetto di questi principi.
Il gesto vuole parlare anche alla città di Napoli, chiamata ad essere partecipe di una crisi internazionale che coinvolge direttamente persone e diritti. Per gli avvocati promotori, l’azione simbolica dell’ordine locale serve a mantenere viva l’attenzione pubblica, nonostante le distanze geografiche e politiche.
Il ruolo dell’avvocatura napoletana e l’importanza della legalità internazionale
L’iniziativa lanciata da Pisani e Illiano mette sotto i riflettori il ruolo dell’avvocatura non solo come corpo forense ma anche come soggetto impegnato nel rispetto delle norme internazionali e nella difesa delle libertà fondamentali. L’avvocato, nelle parole della lettera, deve fungere da baluardo contro ogni forma di sopraffazione, e tutelare la dignità umana è una parte essenziale di questo mandato.
Rivendicare l’applicazione della Convenzione contro il genocidio significa ribadire che certi diritti non possono essere ignorati senza conseguenze sulla pace e sulla stabilità globale. La lettera degli avvocati napoletani evoca una responsabilità collettiva. Chi esercita il diritto ha il compito di mantenere alta la guardia quando la legge internazionale viene violata.
Nel contesto di una crisi che continua a provocare vittime e sofferenze nella regione, un atto come quello proposto rappresenta un segnale concreto, capace di unire professionisti e cittadini nel nome della giustizia. La città di Napoli, attraverso l’avvocatura, vuole contribuire alla questione, mettendosi in linea con una più ampia mobilitazione a livello internazionale.
Cosa potrebbe cambiare con la manifestazione pubblica in programma
Se il Consiglio dell’Ordine di Napoli accogliesse la proposta, si realizzerebbe un evento pubblico in cui gli avvocati sfileranno indossando la toga e una coccarda dai colori palestinesi. Questo atto visibile potrebbe attirare l’attenzione dei media, stimolare un dibattito pubblico e chiedere a chi ha potere decisionale di tener presente le condizioni della popolazione di Gaza.
La manifestazione rappresenta un’occasione per richiamare ciascuno alla responsabilità, soprattutto in un momento in cui la comunità internazionale sembra spesso impotente nel fermare le violenze. Inoltre, la mobilitazione dell’avvocatura potrebbe spingere altre categorie professionali e sociali a esprimere solidarietà o ad avviare iniziative simili.
La scelta della toga come abito ufficiale vuole rimarcare la natura istituzionale del gesto. Non si tratta di una protesta qualsiasi, ma di un messaggio ribadito da chi ha il compito di applicare e difendere la legge, anche quando questa viene violata su scala globale.
La proposta trasmette un segnale preciso: la crisi umanitaria a Gaza deve interessare tutti, perché coinvolge i diritti universali che la legge internazionale promette di proteggere, senza eccezioni. Napoli potrebbe così entrare nel circuito delle città che manifestano solidarietà verso le popolazioni colpite da conflitti.