Avvocato truffato da hacker: l'inganno del bonifico modificato in un caso di frode informatica

Avvocato truffato da hacker: l’inganno del bonifico modificato in un caso di frode informatica

Un avvocato romano, Alberto Bonu, è vittima di una truffa informatica che ha dirottato 10mila euro a causa di un attacco “Man in the middle”, sollevando interrogativi sulla sicurezza bancaria.
Avvocato truffato da hacker3A l Avvocato truffato da hacker3A l
Avvocato truffato da hacker: l'inganno del bonifico modificato in un caso di frode informatica - Gaeta.it

Una recente truffa informatica ha colpito un avvocato romano, Alberto Bonu, noto per la sua attività legale nella zona di Prati. Questo episodio rivela i rischi associati alla sicurezza delle comunicazioni online, in particolare quando le e-mail di aziende e professionisti vengono violate. Il metodo utilizzato, noto come “Man in the middle” , dimostra come gli hacker possano alterare le transazioni digitali senza mai accedere fisicamente ai sistemi delle vittime.

La dinamica della frode

Il caso è avvenuto mentre l’avvocato Bonu stava completando dei lavori di ristrutturazione per un immobile situato in via Oslavia. Con l’intento di versare un anticipo di 10mila euro all’impresa edile, ha effettuato un bonifico parlante, convinto di adempiere agli obblighi legali per richiedere un rimborso del 36 per cento su tali spese. Tuttavia, un hacker si è infiltrato nella comunicazione tra Bonu e la ditta. Intercettando la corrispondenza, ha sostituito il documento che conteneva le istruzioni di pagamento, modificando l’IBAN dell’impresa con il proprio.

Il risultato è devastante: i 10mila euro, invece di essere accreditati alla società di ristrutturazione, sono stati dirottati su un conto di un uomo a Brescia. Questo tipo di frode avviene frequentemente e gli investigatori della polizia postale hanno segnalato che sono molti gli avvocati, imprenditori e professionisti che cadono vittime di tali tranelli.

La denuncia e il tentativo di recupero

Dopo essersi reso conto della frode, Bonu ha immediatamente sporto denuncia presso la polizia postale. Nel verbale, ha descritto dettagliatamente l’accaduto e come, con il procedere dei lavori, si sia accorto della mancanza di registrazione del pagamento da parte della ditta. Specificamente, ha notato che una seconda fattura inviata, che richiedeva un ulteriore versamento, presentava un IBAN sbagliato, subito restituito dalla banca. Tuttavia, l’avvocato è colpito dal fatto che questo errore non abbia attivato una verifica sul primo bonifico, blindato da un hacker.

Il legale ha contattato la Banca di Brescia per richiedere assistenza e il rimborso di quanto sottratto dall’hacker. A tutt’oggi, però, nessuna risposta definitiva da parte dell’istituto di credito è giunta, sollevando ulteriori interrogativi sulla responsabilità bancaria in questi frangenti.

La reazione della banca e le prospettive future

La mancanza di risposta da parte di BNL ha spinto l’avvocato Bonu ad inoltrare diverse comunicazioni ufficiali via PEC, sottolineando l’urgenza di risolvere la situazione. Nonostante le diffide inviate il 17 e 20 gennaio scorsi, l’istituto non ha ancora fornito una spiegazione chiara riguardo i controlli effettuati o l’inefficienza del sistema di sicurezza nel bloccare un pagamento diretto a un conto sotto falso nome.

Attualmente, l’unico elemento concreto a disposizione dell’avvocato è il nome dell’intestatario del conto, sul quale gli investigatori stanno lavorando per rintracciare eventuali responsabili. Gli agenti della polizia postale hanno attivato le procedure per indagare sul conto a Brescia e per comprendere la rete di collegamenti dell’hacker. Mentre i legami vengono esplorati, Bonu continua a cercare giustizia, sollevando interrogativi non solo sulla frode ma anche sulla responsabilità delle banche nel proteggere i propri clienti da tali truffe.

Change privacy settings
×