La vicenda processuale legata all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, continua a registrare sviluppi importanti. L’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, ha illustrato in questi giorni la posizione della difesa riguardo all’incidente probatorio avviato il 17 giugno 2025, che coinvolge nuovi esami scientifici sui reperti collegati al caso. L’attenzione si concentra soprattutto sulle analisi del dna, allargate alle persone indicate dal gip di Pavia, in relazione al profilo genetico di Sempio, di Alberto Stasi — condannato a 16 anni in via definitiva — e di altri soggetti collegati alle indagini.
La difesa di andrea sempreo e la strategia sul prelievo del dna
L’avvocato Massimo Lovati ha risposto con una battuta alle domande sulla strategia difensiva in vista dell’incidente probatorio, che rappresenta per l’accusa un momento chiave per l’applicazione di nuove tecniche scientifiche o per rivalutare tecniche già note ma mai utilizzate prima in questa indagine. In particolare, Lovati ha escluso la richiesta di nuovi prelievi di dna, limitandosi agli accertamenti disposti dal gip di Pavia. Questi prelievi riguardano il dna estrapolato dai reperti del delitto e confrontato con il profilo genetico di Sempio, di Stasi e di altri soggetti considerati rilevanti.
Persone coinvolte nei confronti del dna
La lista delle persone sottoposte a queste comparazioni comprende i componenti di sesso maschile della famiglia Poggi, oltre a varie altre figure direttamente o indirettamente coinvolte: dalle gemelle Cappa a Marco Panzarasa, Roberto Freddi, Mattia Capra, Alessandro Biasibetti e anche il medico legale che operò sul corpo della vittima all’epoca dei fatti. Anche tre investigatori impegnati nella prima fase dell’indagine e alcuni soccorritori accorsi alla villetta sono stati coinvolti nel giro di prelievi.
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Nuovi esami scientifici e la rilevanza dell’incidente probatorio
L’incidente probatorio iniziato a metà giugno 2025 si basa principalmente su una serie complessa di esami che utilizzano tecnologie più avanzate rispetto al passato. Questi metodi consentono di approfondire l’analisi dei reperti con strumenti più sensibili e mirati, per cui si potrebbero individuare tracce di dna che prima sarebbero passate inosservate o non poterono essere valutate con la dovuta precisione. In questo senso, la difesa di Andrea Sempio intende affrontare senza ulteriori richieste di ampliamento sul fronte del prelievo del materiale genetico.
Il confronto tra i profili genetici dei soggetti indicati dal gip costituisce un nodo cruciale per ricostruire gli elementi utili a riesaminare le responsabilità sul delitto. Lo stesso Alberto Stasi, all’epoca fidanzato con Chiara Poggi, è stato condannato all’ergastolo e la sua posizione rimane centrale. Le analisi approfondite sulle tracce biologiche possono aprire scenari differenti oppure confermare quanto già stabilito.
Cosa significa incidente probatorio
L’incidente probatorio rappresenta un momento processuale durante il quale si raccolgono elementi probatori in modo formale e anticipato rispetto al processo, per fissare dati che potranno essere usati nel procedimento penale vero e proprio. In questo caso è centrato sulla verifica scientifica dei reperti biologici e la possibilità di confrontare profili genetici.
La questione della catena di custodia dei reperti come punto contestato dalla difesa
Un tema specifico sollevato dalla difesa Sempio riguarda la “catena di custodia” dei reperti, ossia il modo in cui i materiali raccolti durante le indagini sono stati conservati nel corso degli anni. Questo aspetto ha rilevanza diretta sul valore probatorio delle prove, in quanto qualsiasi alterazione o manipolazione, anche involontaria, può compromettere l’attendibilità dei risultati degli esami scientifici.
Nel corso delle indagini e delle numerose perizie eseguite nei 18 anni successivi al delitto di Garlasco, i reperti sono passati attraverso varie fasi di trattamento e custodia, prima di arrivare ai laboratori per gli esami richiesti nell’incidente probatorio. La difesa ha messo in luce questa problematica per sottolineare che la conservazione e gestione dei reperti non sempre è stata conforme agli standard richiesti, fatto che potrebbe incidere sull’esito delle nuove analisi.
L’attenzione sulla catena di custodia si concentra quindi sulla verifica della documentazione che attesta i passaggi di consegna, le condizioni di preservazione e le modalità di conservazione, per garantire che il materiale oggetto delle comparazioni dna sia integro e utilizzabile in modo corretto.
I protagonisti coinvolti nella nuova fase delle indagini
Nel quadro dell’incidente probatorio, numerose persone sono state sottoposte a prelievo di dna per poter compiere i confronti necessari. A partire da Andrea Sempio, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, fino a Stasi, la prima pista seguita nell’indagine. Restano al centro dell’attenzione i membri di sesso maschile della famiglia Poggi, in quanto possono fornire elementi genetici utili alla ricostruzione delle tracce trovate sulla scena del crimine.
Le gemelle Cappa, Marco Panzarasa, Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti risultano coinvolti in questa fase per ampliare l’orizzonte delle indagini, includendo persone a vario titolo legate al luogo e agli eventi del 2007. Il medico legale che effettuò l’autopsia sul corpo di Chiara, alcuni investigatori della prima inchiesta e persino i soccorritori intervenuti sulla scena del crimine, sono stati sottoposti a esami per escludere eventuali contaminazioni o particolari riscontri biologici.
Questi passaggi inseriscono la nuova fase dell’inchiesta in un contesto dove la scienza cerca di dare risposte più precise, partendo da informazioni e materiali che si consideravano chiusi o già analizzati. In quest’ottica, la posizione della difesa si mantiene ferma nel non ampliare ulteriormente i prelievi, puntando piuttosto a contestare aspetti tecnico-procedurali come quelli connessi alla catena di custodia.
“Non c’è bisogno di ulteriori prelievi; dobbiamo invece garantire la correttezza di ciò che già disponiamo,” ha sottolineato Massimo Lovati.