Il presidente di Filmauro, Aurelio de laurentiis, ha preso la parola durante gli Stati Generali della cultura tenuti a Napoli dal Sole 24 Ore con la Regione Campania. Nel suo intervento, ha evidenziato una visione del cinema centrata sulla relazione diretta con il pubblico, respingendo il concetto di cinema rivolto a pochi eletti, definito “intellettualistico”. Il dibattito ha messo a fuoco l’importanza di proporre opere accessibili, capaci di coinvolgere ampie fasce di spettatori, senza rinunciare al valore narrativo e visivo.
La visione di aurelio de laurentiis sul rapporto tra cinema e pubblico
Secondo de laurentiis, il cinema deve essere pensato come un vero e proprio ponte con il pubblico, dove proprio gli spettatori assumono il ruolo di committenti. La sua idea è semplice ma netta: l’opera cinematografica deve soddisfare un pubblico vasto, non limitarne la fruizione a un’élite ristretta. Per questo motivo, rifugge dal cosiddetto cinema “intellettualistico”, un termine che giudica privo di significato utile e incapace di attrarre o comunicare con chi guarda. Il cinema, nelle sue parole, perde senso se non riesce a costruire un dialogo con la maggioranza delle persone che lo guardano.
Il cinema come ponte con il pubblico
Questa posizione porta a un’identificazione chiara con la necessità di realizzare film in grado di andare oltre la mera sperimentazione o l’assoluto isolamento culturale. De laurentiis sottolinea che una produzione cinematografica deve essere pensata per essere capita, sentita, condivisa da un pubblico ampio. L’attenzione va dunque posta sulla fruibilità e sull’impatto emotivo, senza però sacrificare la qualità, la coerenza della storia e la cura dei dettagli tecnici.
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La passione di de laurentiis per il cinema e l’attenzione ai dettagli
Nel suo discorso, il presidente di Filmauro ha raccontato il suo rapporto personale con il cinema, spiegando come sia abituato a guardare ogni film fino all’ultimo fotogramma. Questo atteggiamento rivela un approccio rigoroso, quasi da critico, ma vissuto con passione e apertura. De laurentiis non lascia nulla al caso: vuole capire dove il film vuole arrivare, quale messaggio porta e come si sviluppa. Questa pratica riflette una tutela del valore narrativo e della forma, indipendentemente dal risultato complessivo.
Sensibilità verso creatori e spettatori
Non manca nei suoi commenti un accenno a una forma di pietà, che prova spesso nei confronti di chi realizza film problematici o di difficile comprensione. Allo stesso modo, pensa a quei pochi spettatori che partecipano a esperienze cinematografiche complesse e magari deludenti. Questa sensibilità testimonia una attenzione sia per i creatori che per il pubblico.
De laurentiis afferma che ogni film può insegnare qualcosa e resta comunque un’esperienza importante. In ogni opera, secondo lui, c’è sempre almeno un fotogramma che vale la pena di essere salvato, qualcosa da conservare come testimonianza. Questo piccolo dettaglio può rappresentare il lavoro artigianale, la ricerca estetica o una scena evocativa.
Il contesto degli stati generali della cultura a napoli e l’importanza del cinema nella regione
L’intervento di Aurelio de laurentiis si è svolto durante gli Stati Generali della cultura, un evento promosso dal Sole 24 Ore insieme alla Regione Campania, tenuto a Napoli. Questa iniziativa si pone l’obiettivo di riflettere sul ruolo della cultura nel territorio e sulle possibilità di sviluppo attraverso le produzioni culturali.
Nel contesto di Napoli e della Campania, città e regione con una lunga storia nel cinema, la posizione di de laurentiis rappresenta un richiamo all’attenzione verso il pubblico e un invito a mantenere viva la produzione di opere in grado di coinvolgere varie tipologie di spettatori. La cultura, e in particolare il cinema, viene presentata come strumento di comunicazione e dialogo sociale, piuttosto che un ambito riservato a pochi addetti ai lavori.
Un confronto sul cinema oggi
L’evento ha accolto diverse voci del mondo culturale e imprenditoriale. Quello di de laurentiis è stato un intervento che ha stimolato un confronto sulla funzione del cinema oggi, sul pubblico che cambia e sulle sfide legate a raccontare storie con un linguaggio accessibile ma credibile. Nel dibattito si è posta l’attenzione anche sul valore della memoria visiva e dell’esperienza cinematografica come parte integrante della cultura popolare.
L’appuntamento di Napoli ha così contribuito a mettere in evidenza il ruolo delle produzioni regionali e il peso che figure come quella del presidente di Filmauro hanno nel mantenere una linea produttiva coerente con le esigenze del pubblico, evitando sperimentazioni che rischiano di allontanare gli spettatori.