Nei recenti anni, l’Italia ha registrato un notevole incremento nel numero di miliardari, accompagnato da un incremento altrettanto significativo del loro patrimonio. I dati provenienti dal rapporto di UBS sui super-ricchi rivelano dettagli cruciali sulla distribuzione della ricchezza nel Paese e a livello globale. Analizzando le cifre, emerge un quadro complesso delle disuguaglianze e delle opportunità economiche.
La crescita dei miliardari in Italia
Secondo il rapporto di UBS, la classe dei miliardari in Italia ha visto un notevole incremento, passando da 56 a 62 unità in un solo anno, pari a un aumento del 10%. Questo trend non si ferma qui; il valore complessivo dei loro patrimoni ha mostrato una crescita sorprendente, passando da 162,3 miliardi a 199,8 miliardi di dollari, un incremento del 23,1%. Questo risultato colloca l’Italia tra i Paesi europei con la più consistente crescita di ricchezza tra i miliardari, superando nazioni come Germania e Regno Unito, dove gli aumenti sono stati limitati al 10%.
La concentrazione di ricchezza tra i miliardari italiani è particolarmente significativa rispetto alla popolazione nazionale. Con circa 60 milioni di abitanti, si può affermare che esiste un miliardario ogni milione di persone. Questo gruppo è responsabile dell’8,4% del Prodotto Interno Lordo nazionale, che per il 2024 è stimato dall’FMI in 2.308 miliardi di dollari. In un contesto comparativo, vale la pena notare che i 46 miliardari francesi, un numero inferiore rispetto agli italiani, raccolgono però una ricchezza quasi tripla, arrivando a 576,5 miliardi di dollari, ovvero il 18% del loro Pil.
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Un panorama mondiale di miliardari
A livello globale, il fenomeno dei miliardari sta assumendo proporzioni significative. Negli ultimi dieci anni, il numero di miliardari è passato da 1.757 a 2.682, con un incremento intorno al 50%. Tuttavia, l’aspetto più allarmante è la crescita del loro patrimonio, che ha toccato un’impressionante cifra di 14 mila miliardi di dollari, segnando un +121% in un contesto di crescente disparità economica.
L’analisi di questa situazione rivela che i miliardari mondiali possiedono una quantità di risorse comparabile al Pil di più grandi economie, come Italia, Francia, Giappone e Germania messe insieme. A confronto, l’indice MSCI AC World ha registrato un incremento del solo 73% nello stesso periodo. Questi segnali evidenziano un accumulo di ricchezza che si è manifestato prevalentemente tra il 2015 e il 2020, con una crescita annua media del 10%.
La situazione varia notevolmente tra le diverse regioni del mondo. Negli Stati Uniti e in alcune aree dell’Asia, come l’India, gli incrementi di patrimonio sono stati molto superiori, mentre la Cina ha mostrato un calo nel numero dei miliardari e dei loro patrimoni. Un aspetto interessante è che, nel generale quadro di crescita, molti miliardari sono imprenditori ‘di prima generazione’, con 1.877 di loro che hanno costruito le loro fortune da zero.
Settori e dinamiche della ricchezza
L’analisi per settore mostra che il mercato tecnologico ha ricoperto un ruolo fondamentale nella crescita del patrimonio dei miliardari, con una triplicazione della ricchezza, che è passata da 788,9 a 2.400 miliardi di dollari in dieci anni. Questo segmento vanta un patrimonio medio pro capite di circa 70,6 miliardi di dollari. Anche il settore industriale ha registrato un significativo aumento dei patrimoni, che sono passati da 480,4 a 1.300 miliardi di dollari.
In contrasto, il mercato immobiliare ha evidenziato un incremento più modesto, passando da 534 miliardi a 692,3 miliardi di dollari entro il 2024. Magari il settore non è da considerare completamente in svantaggio, dato che il patrimonio dei primi 100 miliardari immobiliari rappresenta il 36% dell’intero valore immobiliare, con 43 di loro residenti in Nord America e altri 21 in Europa occidentale.
Inoltre, le recenti migrazioni di miliardari sono un fenomeno che ha preso piede dopo la pandemia, spingendo uno su 15 a cercare nuove residenze in Paesi con politiche fiscali più favorevoli. Da questo spostamento nascono non solo dinamiche sociali, ma anche impatti significativi sui sistemi fiscali dei Paesi d’origine e di accoglienza. Le stime parlano di 400 miliardi di dollari di servizi connessi ai debiti esteri, che molti miliardari stanno cercando di evitare trasferendosi in località come Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Singapore e Stati Uniti.